Quel Dittatore chiamato ‘Centroide’ a cui tutti a Crotone portano ossequio ed obbedienza

17 marzo 2019, 16:25 Politica.24

Questa non è una polemica politica ma soltanto un semplice esercizio di geometria applicato alla distribuzione del potere nella città e nella provincia di Crotone. Dove tutti, sia il popolo che le autorità civili e militari, portano ossequio e obbedienza, ad un dittatore di paese chiamato 'Centroide'.


di Pitagorik

Il risultato è evidente anche agli scolaretti più refrattari alla regole dell’aritmetica di tipo pitagorico. Siamo dentro il raggio di una vera e propria asfissiante tirannide campanilistica che ha devastato e sfigurato ogni clausola di buona politica.

Se la Democrazia senza la Libertà non è Democrazia e se la Libertà senza Democrazia non è Libertà che cosa aggiungere di più al gravissimo stato di ‘anomalia’, persino di ‘amoralità’, in cui si trovano ad oggi le istituzioni politiche di base, cioè il Comune e la Provincia nel territorio crotonese?

Le due più importanti sedi rappresentative delle autonomie locali e dell’autogoverno democratico vivacchiano e bordeggiano in spregio ai valori elementari della legittimazione e alla mancanza di confronto trasparente nella cosiddetta vita politica comunale e provinciale.

Un sistema tutt’altro che politico, anzi come confermerebbe un qualsiasi osservatore indipendente, di esclusivo carattere personalistico, di dominio e comando in mano a semi sconosciuti gruppuscoli e consorterie di decisori, spesso esterni al dibattito aperto e visibile, che di volta in volta si formano attorno al ‘fulcro’, rappresentato da un capo che comanda, orienta, manovra e gestisce il regime comunale, provinciale e regionale che si è consolidato da oltre un trentennio a Crotone.

È con questo ‘fulcro’, con questo centro del sistema di comando comunale che tutti gli altri componenti del potere sociale, economico, giudiziario, istituzionale devono quotidianamente fare i conti, stabilendo di volta in volta una contrattazione, un patto o un accordo con il suo capo e il suo controllore unico, una sorta di duce, di dittatore locale che stabilisce con le sue regole accessi, favori, prebende, incarichi, affari, approvazione di atti, persino al contrario l’esclusione, la proscrizione degli avversari di siffatto regime liberticida.

Un baricentro politico locale, altrimenti detto un ‘centroide’, è il punto che attrae e convoca a sé tutte le forze parallele che si muovono nel campo pubblico, nella scena più larga delle istituzioni territoriali, regionali, nazionali, siano esse forze convergenti o divergenti.

Di recente ha particolarmente incuriosito l'esternazione di chi si è auto descritto e auto definito proprio in quanto esempio di una forza parallela, magari contrassegnata da una fascia tricolore.

Ma lo stesso potrebbe essere per chi porta una divisa, eventualmente per chi è espressione di funzioni di uno dei tre poteri dello Stato, se non dell’intero insieme stesso.

Il centroide’ può coincidere con una figura, un corpo unico che comanda e si impone in quanto centro di gravità dell’intera rete di relazioni sociali, economiche, politiche che si svolgono nel contesto comunale e provinciale, conquistandone la macchina, controllando la cabina di regia, verificandone il cruscotto, in quanto copilota di ogni attività.

Ma affinché il baricentro possa espletare il suo comando c’è bisogno di un passaggio propedeutico e preliminare che consiste nel livellamento delle differenze, nell’annullamento delle diversità morali, etiche,ideali,politiche.

Il signor Baricentro che comanda deve cioè potere dire che siamo tutti uguali, che tutti si trovano nella stessa poltiglia, dalla quale solo lui può sollevarsi, a insindacabile giudizio, attraverso la gestione dei favori, l’elargizione spicciola di qualche vantaggio,la discrezionalità.

Così il siamo tutti uguali, siamo tutti omologati nella condivisa pratica della politica amorale, e nell’esercizio del potere pubblico senza regole etiche, ha ucciso la democrazia a Crotone, distrutto i partiti di destra, di sinistra e di centro, facendo germogliare populismi aristocratici e plebei, leghismi convulsivi e psicodrammatici e altre simili storture da clerico-fascismo che danneggiano tutti i cittadini e mettono fuori gioco la Giustizia, la Libertà e il Progresso.