Alle ‘Europee’ contro il populismo. Edgard Morin e Alain Touraine due ‘pezzi da Novanta’ della Sociologia

7 febbraio 2019, 11:26 100inWeb | di Vito Barresi

Almeno per il prossimo maggio gli europeisti dell’Unione non faranno a meno del loro coraggio e della loro saggezza. Non fosse altro perchè i due ‘pezzi da novanta’ (il riferimento alla loro ormai avanzata età anagrafica è del tutto casuale) sono anche la coppia più eminente di grandi maestri della sociologia francese contemporanea e del trascorso secolo Novecento. Nonostante ormai lontani del misticismo esoterico sociale di Auguste Comte, dal primo funzionalismo scientifico di Emile Durkheim, Edgard Morin (97 anni) e Alain Touraine (93 anni), si, proprio loro, eredi diretti e attuali dei padri fondatori della scienza sociologica, si lanciano in una nuova avventura politica contro il populismo a cinque stelle e i sovranisti para xenofobi della Lega Nord che chiudono i porti e avversano i profughi e i migranti.


di Vito Barresi

Due attempati intellettuali che non hanno perso la voglia di dirla schiettamente tutta e in faccia alla setta ignorante dei populisti che inneggiano, non si sa quanto a sproposito, al Contratto Sociale di Jean Jacques Rousseau, trasformando il pensatore ‘illuminista’ in un marchio politico pressapoco come fosse la sigla di un cosmetico, lipgloss o rossetto che dir si voglia, in voga tra le teenager italiane in attesa di percepire il primo reddito di cittadinanza.

Entusiasti come fossero giovani studenti universitari, pronti a occupare per le proprie idee le facoltà della Sorbonne, eccoli ancora sulle barricate della militanza, tra saggezza, testimonianza e impegno, i due grandi vecchi, intellettuali impegnati, che progettano di scendere prossimamente in lizza per le elezioni europee, non solo nelle aule accademiche ma anche tra le piazze alla Prevert al mercato dei fiori e degli ortaggi biologici, per vivere la loro nuova primavera politica con la neonata lista "Per un'Europa migrante e solidale".

Per un’Europa migrante e solidale sarà la lista che mette insieme cittadini e cittadine provenienti da tutti i settori della società civile, di tutte le classi sociali e di ogni età, che non vogliono più accettare il ripiegamento istituzionale come unico strumento della politica migratoria europea.

Prima di tutto l’urlo, la protesta, l’invettiva contro la "vergogna che sta accadendo nel Mediterraneo. Accogliere i migranti, significa volere l’Europa". Poi la presa di coscienza e l’azione, presentare una lista alle elezioni europee del 2019 affinchè l’Europa del XXI° secolo sia pensata partendo dal dovere di ospitalità e dal principio di solidarietà.

Il progetto europeo è da subito una resistenza al processo di disgregazione in atto dell’unità conquistata, rinnovato sforzo per una integrazione democratica dei cittadini, nel contesto di un federalismo che si costruisce sulla matrice assunta dalla democrazia politica nei confronti dell'evoluzione della società del prossimo futuro.

La realtà racconta che ormai l’Unione Europea è cresciuta e si relaziona con gli altri continenti sullo scenario globale, parlando al mondo con una voce comunque nuova, per quanto variegata al proprio interno, forte di una struttura operativa condivisa, con un’autorevolezza culturale che fa invidia ai grandi player che agiscono su uno scenario di megastati americani, asiatici e africani, punto di attrazione e grande magnete planetario non solo per i ricchi che possono comprare i viaggi e il turismo di alta qualità, attingendo all’esperienza straordinaria del tempo, della storia, dell’arte, del cibo così diffusa nei territorio di ogni micro spazio europeo, ma anche il sentimento e il piacere spirituale dei paesaggi, dei musei, delle letterature, come può accadere in un minuscolo borgo della Toscana o in un land della Baviera tedesca, fino alle meraviglie provincialiste e campaniliste della Provence francese.

La natura dell'Europa si è ormai trasformata. Non siamo più di fronte all’Europa del Cinquecento che fino a tutto l'inizio del Novecento era rimasta il centro delle grandi potenze dei conquistadores, I colonialisti prima e gli imperialisti dopo dotati di una straordinaria tecnica dello sfruttamento e della rapacità, di una religione e di un’ideologia politica del dominio che dilagava nel mondo.

Fu così che il condor si tramutò in cuculo, e che “l'Europa, disinfettata dall'antico imperialismo, era ormai niente più che una penisoletta all'estremità dell'Asia, dove grazie a un certo numero di avvenimenti unici, che sono stati chiamati miracoli, tanto la loro venuta era stata aleatoria, la democrazia ha finalmente attecchito su un fondo di civiltà.”

Il sociologo, osservano Morin e Touraine, al pari dello storico, basa la propria riflessione sull'osservazione dei fatti, prima di elaborare nuovi concetti o reinterpretarne altri. attivando l’immaginazione sociologica, mettendola al servizio di un risveglio ideale e di un rinnovamento civico dell’idea europea, senza ancora dire se il loro sarà solo un movimento intellettuale o la matrice di un nuovo partito 'internettuale'.

L'analisi sociologica ha oggi il compito di individuare come possano essere declinate libertà, solidarietà è uguaglianza in una situazione sociale nella quale il ruolo centrale, quello del principe, e vacante, mentre la sala del trono è spazzata da correnti d'aria è invasa da bande di speculatori e paparazzi.

L'Europa di un tempo è diventata il tesoro che bisogna proteggere dal saccheggio e dalla distruzione.

Ecco perchè i due sociologi francesi continuano ad alzarsi di buon'ora, per percorrere fin dall'alba l'inedito paesaggio creato dagli sconvolgimenti notturni.