Grillo peggio di Garibaldi? Tra promesse e menzogne i Cinquestelle svendono il Sud ai leghisti di Salvini

29 settembre 2018, 20:51 100inWeb | di Vito Barresi

Che cosa lega Giuseppe Grillo, in arte Beppe, all’Eroe dei Due Mondi e artefice dell’Unità d’Italia Giuseppe Garibaldi? Apparentemente niente se non la folta capigliatura, la barba fluente, la costiera ligure un tempo italiana che va Genova e Nizza. Ma poi a guardar bene vi è che così come il nizzardo, anche l’inventore dei pentastellati, senza ausilio di Camice Rosse, ha portato il Sud nella mani del Nord. Marcia trionfale quella del generale con successivo plebiscito che porta a Teano tutto il Mezzogiorno nella cassaforte sabauda, elezioni vinte in pompa magna dal comico capopopolo ligure che dopo poche settimane, stranamente e paradossalmente, consegna il Plebiscito del Mezzogiorno (un consenso elettorale con ‘sospette’ percentuali bulgare?) a favore del Movimento 5 Stelle del 4 marzo 2018, tutto nelle mani del nemico numero uno di queste terre amare, cioè il leader leghista Matteo Salvini.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Non si illudano i cultori degli evanescenti sondaggi d’opinione che la dialettica sociale, civile, democratica e politica possa definirsi chiusa dopo il voto che da al Governo il diritto di Governare. Se lo farà con bravura sarà pace sociale e lunga luna di miele.

Ma se al contrario Governo e Parlamento di par loro amministreranno male e legifereranno peggio, allora ben venga il salutare esercizio pubblico e pacifico del conflitto sociale, nelle piazze e in ogni spazio previsto dalla sistema costituzionale democratico.

Perchè ieri come oggi, se non si vuole rimarcare la storia antica della democrazia greca, fin dai tempi dell’Antico Testamento c’è sempre tempo per le ‘guerre’ lampo contro i mostri sacri, ovunque spazio per la lotta ad oltranza alle false divinità, pur sempre luogo di battaglia campale contro le false ideologie e le fin troppo populistiche idolatrie, che sembrano lussureggiare ai margini e dentro il Governo Di Maio- Salvini.

Stop alla menzogna, fine del sortilegio mediatico? Dopo l’approvazione del Def, definita dai suoi ideatori la prima finanziaria di un sedicente cambiamento, in realtà ci troviamo non in mezzo al guado ma di fronte a un mostruoso imbroglio subdolo e devastante.

Che Di Maio voglia scimmiottare Macron non è solo una barzelletta ma in politica è certamente una rottura con il patto programmatico assunto in campagna elettorale con i propri ignari elettori.

Dopo che per un ventennio intero i leghisti hanno frammentato il Paese, diviso ancor più profondamente il Nord dal Sud, la scelta di contrapporsi all'Unione Europea per biechi quanto inconfessabili bramosie di affari e di potere, per interessi di schieramento,non può che essere giudicata sospetta e pericolosa perchè i danni che ne deriveranno ricadranno prima di tutto sul Mezzogiorno, sulle tante Regioni ancora interne al cosiddetto Obiettivo 1, in ritardo di sviluppo.

Il volta faccia dei Cinque Stelle verso il proprio elettorato meridionale è gravissimo, inquietante, fino a un certo punto incomprensibile.

Il Sud ha votato M5S a maggioranza quasi assoluta ma certo non per regalare il comando dell'Italia ai suoi nemici più squallidi, odiosi, razzisti dentro e anti meridionalisti immorali, come quelli della Lega Nord di Salvini.

Il Sud ha tributato un plebiscito al M5S perchè il progetto del Reddito Cittadinanza dove dare sollievo alla disoccupazione, alla miseria, alla povertà, rilanciando la piccola umana speranza di potere accedere ad un modesto paniere di beni di consumo oltre quelli di prima necessità.

La parola tradimento potrebbe essere anche altisonante per giudicare la beffa e la presa in giro di questa Finanziaria in deficit tutta studiata per uccidere e buttare a mare come una zavorra il Mezzogiorno d'Italia.

Grazie a Beppe Grillo che ha fatto il sacco dei voti nel Mezzogiorno come un tempo Giuseppe Garibaldi illuse e tradì contadini, braccianti, intellettuali e nuova borghesia, anche oggi l'altra parte dell'Italia, l'intero Meridione e le Isole sono stati definitivamente svendute alla Lega Nord e cancellate dal Bilancio di questo Stato inqualificabile.

L'irriducibilità del contrasto tra chi difende il Sud e la Lega di Salvini non potrà mai essere 'politicamente' negoziabile nè contrattualizzabile. Ogni ‘scellerato’ patto tra pezzi del Sud e quelle parti del Nord che votano e sostengono Salvini va denunciato e smascherato come un tradimento degli interessi del Mezzogiorno.

Ecco perchè sono fermamente contro il beffardo inganno di questo governo finito sotto il comando dell’asse di centro destra che, purtroppo, di fatto collega, quel che fino a ieri sembrava inconciliabile, persino Grillo con Berlusconi, Casaleggio con Tajani, Arcore con Ivrea.

Opporsi sia all’interno che all’esterno dei partiti attualmente al governo da parte dei meridionali è un dovere storico come pure un impegno sul breve e medio periodo.

Perchè opporsi a questa maggioranza assolutamente disattenta al tema delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno, al ruolo propulsivo che spetta al Sud per attuare un modello di integrazione euro mediterranea è il prioritario segno dialettico di un ragionamento nuovo su un auspicabile programma di alternanza politica e di governo.