Abusivismo, melma a mare, lagune e miasmi. Benvenuti a Crotone: la città dove il tutto è concesso

20 settembre 2018, 09:35 Il Mastino dei Baskerville

Tante critiche, molta delusione ed un progressivo disincanto si abbattono e gravano sull’amministrazione Pugliese e diventa concreto il rischio che l’intera legislatura possa restarne travolta. La sensazione è che si sia smarrita la “bussola” e si siano ormai scelte le scorciatoie da “governicchio” per tirare a campare, così come avveniva per tante precedenti amministrazioni.


il Mastino dei Baskerville

Via via si è esaurita ogni carica innovativa, sono state smarrite le linee prioritarie, si è scaduti nel piccolo cabotaggio, sono stati accantonati i propositi di trasparenza e buona gestione.

Non un “ganglo” o settore dell’attività amministrativa funziona per come dovrebbe, la città è in balia di se stessa e della propria arretratezza ed emarginazione.

È vano ed inutile continuare a portare il vanto di risorse recuperate e conseguite, quando non si è in grado di “cantierare” e concretizzare alcunché.

Basta fare un giro intorno e nella città, i riscontri sono impietosi ed inconfutabili.


La “Milano del Sud” e i “Navigli” sul delta del Mekong


A nord l’ex Milano del Sud, quasi come omaggio alla capitale meneghina, ha varato e si gode, nell’indifferenza dei più, i propri “Navigli” non come gli antichi percorsi del cotone, ma come nuove ed inedite vie di liquami. E però si continua a suonare la grancassa su un presente e futuro turistico come sicura opzione di sviluppo!

Scendendo più a sud dopo aver superato lidi, villaggi e lottizzazioni tutte “rigorosamente” (sic!) in possesso dei requisiti minimi urbanistici, paesaggistici e di sicurezza e dove non si fermano le attività abusive, si approda con soddisfazione sulle rive dell’Esaro dove ormai si è lasciato che si creasse una nuova meravigliosa “laguna marrone” le cui essenze si mescolano con i miasmi provocati dagli scarichi del Pignataro, tristemente noti perché da decenni deliziano le narici dei crotonesi.

Sembra di descrivere il delta del Mekong o della palude dello Stige, ma la forzatura è minima.


Il porto, le “perpetue concessioni” e le cappelle di famiglia


Ancora più giù si può ammirare il porto, ancora parcheggio inter-regionale delle carrette del mare e curioso e confuso assemblaggio di silos, capannoni “in perpetua concessione” quasi centenaria, quasi fossero cappelle di famiglia.

Tanti di questi manufatti sono ormai dismessi da anni e la loro permanenza risale probabilmente ad una scelta paesaggistica.

Proprio dalla zona del porto inizia il percorso delle notti crotonesi con la prima delle attività commerciali, la più antica del mondo, ma le stesse peripatetiche sembrano assolutamente improbabili in quanto ricordano più un mercato cambogiano che non magno-greco.


Il lungomare dei desperacidos tra famiglie e teppisti


Proseguendo il viaggio e superato il frastuono del mitico lungomare, punto di ritrovo di giovani e famiglie con carrozzella, teppisti e spacciatori, alcolizzati e desperacidos e dopo aver ammirato le vestigia abbandonate della piscina Auditore, i manufatti sgangherati del Kursaal e l’ecomostro del Gambero Rosso, si possono finalmente apprezzare insediamenti balneari a San Leonardo sempre più protesi nel mare, nonostante scogliere approntate di notte all’insaputa delle Autorità.

Per chi fosse interessato è consigliabile una rapida escursione al lido albergo degli scogli dove negli anni si è “opportunamente” eliminato anche il passaggio sulla battigia in ragione della costruzione di un ameno “belvedere” pensile.

Tutte queste strutture a mare, compresa la Cassarossa, dovrebbero essere fornite di impianti di pre-abbattimento dei propri reflui, ma in assenza di qualsiasi controllo è molto più comodo e sbrigativo scaricare tutto in mare.


Il velo pietoso sul promontorio della Madonna


Un velo pietoso andrebbe steso per Capo Colonna, ignominiosamente abbandonata e non presidiata; qui i reperti e gli scavi senza alcuna indicazione sono alla mercé di chiunque, la stradina per soli pedoni viene continuamente utilizzata dalle auto in dispregio a qualsiasi divieto di transito e rischia di franare.

Tutte queste osservazioni e rilievi hanno ben presente che i fenomeni descritti sono imputabili anche ad altre istituzioni (Autorità Portuale, Capitaneria e Guardia Costiera, Sopraintendenza, Provincia etc.), ma la costante è l’assenza totale del controllo e di presidio dell’amministrazione comunale che non può più trincerarsi dietro la giustificazione di situazioni ereditate ed annose; in 26 mesi non ha minimamente arginato una sola emergenza.


Il centro tra edifici abbandonati e i pedoni a rischio


Una rapida escursione nel centro città dimostra inequivocabilmente l’assunto, perché sono numerosi gli edifici pericolanti e manufatti abbandonati che mettono a rischio la sicurezza dei passanti, pur in presenza di denunce e segnalazioni che non provocano alcun intervento pubblico o privato-coatto.

La situazione dei servizi è nota a tutti e non è il caso di ripetersi; proliferano gli abusivismi commerciali ed edilizi, le evasioni dei tributi di ogni genere (occupazione di suolo pubblico, mancate o false fidejussioni degli oneri di urbanizzazione, Tari e servizio idrico) non sono minimante perseguiti né inibiti.

Questo collasso dell’autorità pubblica si trascina ormai da troppo tempo, ma l’impressione è che non si vogliano aggredire queste anomalie ormai consolidate anche per calcolo politico elettorale e non solo per mera inefficienza della macchina pubblica.


I bandi “pro-forma”, i lavori sotto soglia e il principio dello “intuitu personae”


Un ribaltamento di questo andazzo dovrebbe avere a base una tensione etico-politica che assolutamente non si vede, anzi le “pratiche” comunali rilevano uno spregiudicato “costume” di gestione.

Consiglieri dimissionari premiati con una postazione nello staff del Sindaco, Assessori giubilati “conservati” con fatue promesse di reimpiego, avvisi e bandi “pro forma” di cui si conosce l’esito prima ancora che vengano pubblicati, assegnazioni di progettazione e lavori sotto soglia sempre “intuitu personae” mai con elenchi predefiniti dalle categorie interessate.

Per non parlare della squadra amministrativa dove le incompatibilità ed i conflitti di interesse, originari o insorgenti, si affastellano nella indifferenza più totale dei responsabili della guida amministrativa e politica.

Più che il segno di una real-politik sembra l’orma indelebile della recrudescenza del clientelismo più arrogante e di un’arrembante logica lobbistica.

Se questa è l’innovazione e la trasparenza che si proponevano gli ideatori e costruttori della Prossima Crotone”, bisogna concludere che sono rimasti vittime di una epidemia da strabismo, non di Venere, ma di Mercurio (non Ines!).