Affari e Archeologia in Calabria. Un Vaso di Pandora di 14 milioni di Euro spesi in pochi anni dai profetici ‘Messiah’ di “Cultura e Innovazione”.

16 settembre 2018, 21:23 100inWeb | di Vito Barresi

Alle 17 in punto di giovedì 13 settembre, in un pomeriggio ancora d’afosa estate, il sindaco di Crotone Pugliese Ugo, riceveva nel suo ufficio municipale di Piazza Resistenza il Magnifico Rettore dell’Università della Calabria, Crisci Mirocle Gino, sopratutto per la sua qualità complementare di presidente della società partecipata Cultura e Innovazione Scral, con sede in Via Firenze a Crotone, 34 soci, tra cui il Cnr, tre Università calabresi, varie aziende private, e tra gli altri sia il Comune, sia la Camera di Commercio e sia la Provincia Pitagorica.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Non si è trattato di un Simposio platonico, nè della convocazione di una 'etheria' segreta di stampo pitagorico, nemmeno della convocazione della boulè krotoniate, presieduta dagli arconti e dall’oligarchia locale, quanto di un semplice scambio di vedute su quello che si potrebbe chiamare il moderno business della cultura, gli affari senza libri di testo né accademie socratiche che si svolgono in rete e lungo il crinale dei finanziamenti pubblici secondo lo schema della tracciabilità.

Tutti movimenti materiali che rischiano di tramutarsi in una gigantesca cosa invisibile in termini di risultati, ricadute, posti di lavoro, ricerche scientifiche, start up, a cui pure molti hanno creduto in questi anni in Calabria. Altro che Messiah questa è una terra di falsi profeti anche quando scimmiottano qualche vago sapere da cultori della materia archeologica e culturale. A giudicare dai fatti e dalle liti qui si tratta come al solito ancora una volta e soltanto di affaristi e carrieristi che hanno a cuore soltanto il loro tornaconto.

Un incontro informale, al seguito del quale, per come riferiscono le voci in proposito (non vi sono stati comunicati dai rispettivi uffici stampa), cordiale sebbene con qualche asperità dialogale, per fare il punto su alcune questioni riguardanti la politica locale e regionale dei beni archeologici e culturali anche alla luce dei risultati ottenuti o meno di un imponente flusso di investimenti pubblici, erogato a favore di tale Consorzio, nel quinquennio che va dal 2010 al 2015.

Trattasi di questione non di poco conto a giudicare dall’ammontare delle somme erogate e dei risultati ottenuti da un Consorzio che all’epoca della sua costituzione intendeva ambire a primo Distretto tecnologico dei Beni culturali del nostro Paese, presieduto dall’ex rettore dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria (ed ex ministro a Infrastrutture e Trasporti) Alessandro Bianchi (affiancato dai consiglieri Giovanni Lentini, Giuseppe Chidichimo, Pappagallo Marcello, Cuda Giovanni, De Donato Roberto,Fatta Francesca, Suraci Francesco) e direzione alla giovanissima manager Patrizia Tortorici, assurgendo ben presto a soggetto gestore del Polo d’innovazione regionale dei Beni culturali, finanziato tramite Fesr (i Fondi europei per lo sviluppo regionale).

Probabilmente, senza fare il finto tonto, e in base ai dettagli dei consistenti finanziamenti ottenuti dal Consorzio, un monte premi di un certo peso molto di più delle zolle archeologiche del latifondo crotonese o dei banchi di kriptonite al fosforo che certi alti dignitari del Parlamento perdono il tempo a rintracciare con i metal detector messi a disposizione a fondo spese dal Senato della Repubblica, Ugo Pugliese avrebbe chiesto a Crisci di sapere qualcosa di più sulle attività di un Polo d’innovazione che vantava 30 laboratori, articolati in 3 aree Reggio Calabria (urbanistica), Cosenza (per restauro e diagnostica), Crotone (quanto alla fruizione), con l’intento di determinare la “fruizione 3.0”dei beni culturali, con 3 spin-off che hanno elaborato veri musei virtuali 3D, vantandosi, detto Consorzio, essere realtà leader proprio nella ricostruzione tridimensionale di siti e reperti; come nella messa in sicurezza dei beni culturali in ambiente marino, nella diagnostica, nella fruizione in ambienti a realtà aumentata.

Al che il Crisci Mirocle Gino avrebbe risposto al Sindaco Pugliese Ugo, rimandandolo ai dati pubblicati sul sito “opencoesione.gov.it” del Ministero dell’Economia, fonte Open Data PON REC, aggiornati al 28 febbraio 2017, che riportiamo, del tutto a beneficio immaginario dei nostri lettori, vale a dire un bel gruzzoletto di 13 di milioni di euro, divisi in tre progetti portati a buon fine in tempi record, di cui il primo identificato con il codice CUP: J18I05000090005, sotto il titolo:

MESSIAH Metodologie, strumenti e servizi innovativi per l’Archeologia Subacquea, il cui costo pubblico è stato di euro 6.375.000,00, di cui euro 4.087.500 conferiti dall’Unione Europea, euro 1.362.500 dal Fondo di Rotazione (Co-finanziamento nazionale), euro 925.000 dalla Regione, più altre risorse provenienti da Privati pari a 3.125.000.00, mentre i pagamenti effettuati di 6.374.973,00, pari al 99%; del secondo progetto:

POLO BBCC CUP: J57E07000180005, costo pubblico di euro 2.300.000,00, di cui 1.725.000,00 provenienti dall’Unione Europea, euro 575.000 dal Fondo di Rotazione (Co-finanziamento nazionale), per un totale pagamenti effettuati euro 4.599.861,99, pari al 199% del totale, al 31.12.2017; e del terzo progetto:

SIRCOM - Sistema Integrato Riconfigurabile per la Comunicazione Multicanale CUP: B13F12000080008, costo pubblico 817.613,83, con pagamenti effettuati al 100%, con investimenti nelle imprese direttamente connesse alla ricerca e all’innovazione.

Durante il colloquio aleggiava un convitato di pietra, il due volte ex, in quanto già presidente della Provincia e presidente del Consorzio in oggetto, Sergio Iritale che ha accusato la gestione Crisci di aver portato C&I a uno sfascio totale, che ha determinato il capovolgimento completo delle strategie concordate con la Regione Calabria al momento della convenzione con lo stesso Consorzio. Crisci è il responsabile principale di questo sfascio. Ecco perché deve lasciare, e chiedo che la Regione Calabria, gli organi di controllo e la stessa Corte dei Conti intervengano subito per verificare dove siano finite le risorse finanziarie, 26 miliardi delle vecchie lire, senza che ci sia stata alcuna produzione di risultati scientifici da consegnare all’economia regionale per favorire la crescita del nostro territorio. Ricordo che la convenzione tra la Regione Calabria, il Distretto Tecnologico ed il Polo d’Innovazione dei Beni Culturali aveva previsto la creazione di 250 nuovi posti di lavoro. Di tutto ciò non c’è traccia, tranne le assunzioni di parenti ed amici di Crisci ed altri nell’ambito della gestione. Ma l’episodio più rilevante verificatosi con la conduzione di Crisci e del CdA è in riferimento a un finanziamento di circa 300.000 euro ad un socio, peraltro membro del CdA, la cui somma, ad oggi, non è stata restituita, nonostante le mie ripetute sollecitazioni. A che titolo questa somma è stata concessa, in contrasto con tutte le norme statutarie e del Codice in vigore?

In sintesi il Consorzio Cultura e Innovazione, con sede a Crotone in via Firenze (fino a qualche anno fa situato in appartamento che costava alla società oltre 12 mila euro l’anno di fitto), che ha agito su un costo pubblico di 11,5 milioni di euro, con pagamenti che risultano monitorati pari a 13,4 milioni di euro, più o meno 26 miliardi delle vecchie lire, rischia di rompersi come un Vaso di Pandora da cui fuoriescono veleni mefitici e serpenti pericolosissimi.

Della società in questione sembra essere rimasto poco e niente. La sede crotonese risulta chiusa, se cliccate sull’indirizzo web appare un blog di fashion e moda nel mentre quasi ogni altro documento riguardante il Consorzio appare cancellato.

Non sarà che, parafrasando il Goebbels del “quando sento la parola cultura metto mano alla pistola”, qui in Calabria tra Archeologia, carrierismo politico, nuove e vecchie bramosie di potere, chiacchiere e fumogeni ultras delle ormai famose parlamentari di Hera, basterebbe solo una non indifferente variazione, un cioè... quando sentono la parola cultura mettono subito la mano al portafoglio, ai carrierismi, alle greppie, alle medagliette, ecc., ecc...

Ora servirebbe fare chiarezza. Ricostruire a ritroso un percorso per conoscere con precisione quali sono stati i risultati concretamente raggiunti, chi sono stati i beneficiari reali degli investimenti effettuati (personale impegnato, emolumenti agli organismi, ai consiglieri e ai vari presidenti, alla direttrice generale, benefit vari, nomi ed elenco dei consulenti e professionisti, imprese, cococo, ecc.).

Se c’è un giudice a Berlino, almeno un altro si può pure trovare tra Crotone e Catanzaro. Per far che, poi si vedrà.