Crotone. La Corte fa i Conti ma che non tornano: e sul Comune cade una tegola da oltre 23 milioni

25 giugno 2018, 08:47 Sr l'impertinente

“Tre gruppi spendono i soldi degli altri: i bambini, i ladri, i politici. Tutti e tre hanno bisogno di essere controllati”. (Dick Armey)


di Sr* l’impertinente

Spese: una parola che in questi ultimi tempi è meglio non pronunciare nel Palazzo del Comune di Crotone, considerato che la Corte dei Conti le ha bloccate all’ente, almeno quelle ritenute non strettamente necessarie.

Proprio per cercare di sbloccarle il Comune ha risposto all’organo di controllo e proprio analizzando le documentazioni allegate a sua discolpa sono emersi alcuni elementi interessanti che meritano la dovuta attenzione.

Il primo è che, in diverse circostanze, lo stesso ente ammette le sue responsabilità e, così facendo, si incolpa per aver provato di fatto ad aggirare norme e leggi sui bilanci per poi, però, fare marcia indietro dopo essere stato sorpreso con le mani nella marmellata.

“Troppe persone spendono denaro che non hanno guadagnato, per comprare cose che non vogliono, per impressionare gente che non gli piace”. (Will Smith)

In principio l’Amministrazione scrive che è “doveroso ed opportuno, per una sana ed efficiente amministrazione di questo Ente, adottare misure correttive e fornire ulteriori chiarimenti utili al superamento delle criticità evidenziate”.

Come dire: finora abbiamo sbagliato, le criticità che ci contestano esistono veramente e servono delle rettifiche, altrimenti si va dritti verso il burrone. Una confessione in piena regola, dunque.

Eppure l’amministrazione Pugliese-Sculco ha fatto sempre un vanto della virtù del bilancio e della gestione finanziaria oculata. Certo, alcuni rilievi riguardano il 2015 ma il relativo bilancio l’hanno approvato sempre loro e vige comunque il principio della continuità amministrativa.

“Può spendere per creare cittadini benestanti e istruiti che possono usare la democrazia per tutelare se stessi”. Paolo Barnard

Tra le richieste dalla Corte c’è quella di “assicurare un monitoraggio costante della vertenzialità in essere e delle passività potenziali per predisporre necessari accantonamenti per la copertura di debiti fuori bilancio già a conoscenza dell’Ente”.

L’organo, inoltre, ha chiesto di “trasmettere la relazione di dettaglio del contenzioso in essere, fornendo elenco delle vertenze, del valore delle posizioni, del rischio di soccombenza (elevato, possibile, remoto)”.

In effetti il Comune ha risposto, fornendo dati che meritano di essere portati all’attenzione generale, poiché evidenziano come la situazione dell’ente non è proprio idilliaca (a voler essere prudenti) così come è stata prospettata.

“La prima delle cose necessarie è di non spendere quello che non si ha”. (Massimo Taparelli D’Azeglio)

A proposito dei possibili contenziosi, il Comune mette nero su bianco di aver spedito una relazione alla Corte in cui si “evince la consistenza effettiva del contenzioso in essere” e che alla data delle missiva s’aggira sui 23,8 milioni di euro.

Precisa, poi, che di tale somma si provvederà ad accantonare 11,5 milioni e di questi, che si è “già provveduto, nel risultato di amministrazione 2017, ad accantonare un fondo contenzioso pari a 2.073.451,62 euro”.

Fatti due conti, l’importo “residuo da destinare ad accantonamento per passività potenziali” risulta di poco più di 8,7 milioni di euro. In relazione alla possibile soccombenza, si stima che “l’arco temporale da considerare è su base di otto anni!”.

“Il denaro non fa ricco se non si sa spenderlo”. (Socrate)

Come scolaretti indisciplinati, bacchettate al duo Pugliese-Sculco sono arrivate anche dal Collegio dei Revisori, su un tema altrettanto caldo, in verità, per tutte le Amministrazioni e non solo per l’attuale: le società partecipate.

Nella nota il collegio sottolinea “l’assenza di comunicazioni/certificazioni da parte di alcune società” sollecitando l’ente “ha prendere opportuni provvedimenti”. Ps. La “ha” non è un errore di chi scrive.

Il Comune si è giustificato scrivendo che “a comprova dell’attività svolta allo scopo di ottenere le informazioni necessarie” ha richiesto, “in più occasioni”, e sollecitato la consegna dei dati e delle informazioni “funzionali alla corretta quantificazione del rapporto crediti/debiti con organismi partecipati.”

“Fare economia è metà della battaglia della vita. Non è così difficile guadagnare del denaro quanto spenderlo bene”. (Charles Haddon Spurgeon)


Leggendo l’ultimo passaggio, spunta un’altra confessione: il Comune non ha la minima idea di quanto accade nelle società controllate, con buona pace del principio del “controllo partecipato”.

Sempre a proposito di confessioni si legge anche che “l’Ente prende atto della violazione dell’art. 11, comma 6 lett. J del d.lgs. 118/2011, per come rilevato dalla Corte” vale a dire, sugliesiti della verifica dei crediti e debiti reciproci con i propri enti strumentali”.

Precauzionalmente, “per salvaguardare gli equilibri di bilancio dal rischio di passività latenti”, il Comune ha provveduto ad accantonare nel risultato di amministrazione al 31 dicembre scorso l’importo di 239.402,13 euro nel 2017 e di altri 210.000 euro per le annualità 2018, 2019 e 2020.

“Le soddisfazioni della ricchezza non risiedono nel semplice possesso o nelle spese folli, ma nell'usarla in modo saggio”. (Miguel De Cervantes)

Nel merito delle società partecipate, in particolare, i Revisori dei Conti hanno comunicato delle “discordanze nei rapporti contabili” per Akrea e Crotone sviluppo: guarda caso quelle in cui l’ente detiene il 100% delle quote.

Rilevano, nel contempo, la gravità della mancanza di comunicazioni ufficiali da parte delle altre partecipate” e sollecita l’ente a prendere gli opportuni provvedimenti per far rispettare la norma.

Nella sua memoria difensiva, infatti, il Comune ha incorporato una lettera indirizzata alle sue 13 aziende in cui chiede la documentazione, ma con un tono che sembra quasi scusarsi nel pretendere ciò che invece è un obbligo di legge.

“Se il denaro scorre veloce, tutte le porte si aprono”. (William Shakespeare)

Tornando ai possibili contenziosi: c’è davvero di tutto. A fare la parte del leone sono i risarcimenti danni, quasi tutti per incidenti stradali e addebitati all’ente per le cattive condizioni delle strade.

Se si sommano le spese da rifondere ai vari ricorrenti, che vanno dai 5 mila fino alle centinaia di migliaia di euro, basterebbero la metà di queste per realizzare strade ultra moderne, perfino guard rail d’oro zecchino.

Altri risarcimenti sono poi pendenti per espropri ma anche per lavoro, consulenze (anche qui per diverse centinaia di migliaia di euro) così come per cartelle esattoriali (un ammontare di 380 mila euro).

“Stimo il denaro né più né meno di quello che vale, perché è un servo eccellente ma un padrone terribile”. (Alexandre Dumas figlio)

Non solo dalla penna - ritenuta perfida - di chi scrive ma soprattutto dai dati e da ciò che lo stesso Comune scrive, la situazione finanziaria del Comune merita l’attenzione tipica del buon padre di famiglia, cominciando a spendere solo per quel che si può.

In realtà, la parsimonia, l’amministrazione del duo Pugliese-Sculco, finora l’ha invocata solo quando i cittadini chiedono servizi quanto meno normali ma sembrano dimenticarla in molte altre occasioni.

Ma a furia di gridare “al lupo al lupo”, ripetendo che non ci sono soldi da spendere, la Corte dei Conti le spese le ha bloccate veramente: e da alibi per non poter fare niente il tutto s’è tramutato in un incubo reale.

Non è detto, infatti, che la risposta all’organo di controllo possa far risvegliare la città ed i cittadini da questo sogno, angoscioso non tanto per le spese “sospese” quando da quelle di una simile (dis)amministrazione.

* Simbolo dello Stronzio