Le Settimane Enigmistiche di Walter Zenga. Come Allenarsi con Stile e perdere punti di Domenica

25 febbraio 2018, 18:44 Trasferta Libera

Ma a che gioco giochiamo con Walter Zenga? A pallavolo o pallacorda? Enigmatica, problematica, complicata la situazione in cui si sta cacciando il Crotone sotto la gestione Zenga. O no? Sì, di allenarsi si allenano sempre di mattina alle undici, arrivano al campo alle nove e mezzo e poi per il resto non c'è bisogno di cambiare nulla. Bene, anzi benissimo. Anche se poi comunque si perde a Benevento. Allora che si fa, aspettando la Spal che sta sotto di una spanna? In generale, ma molto in generale, sotto la collina dietro il Gladio, se la studia la squadra avversaria ma poi sembra davvero che proprio non cambia nulla. Ma a che serve studiare l'avversario se poi sul campo sotto lo spadone non suonano le marcette?


Vito Barresi | Trasferta Libera

Dai noi non stiamo lì alla stazione a guardare chi arriva e da come arriva. Correndo per novanta minuti, onorando la maglia, corrida, spirito, atteggiamento. Volendo volando vincere la partita a tutti i costi, ma sempre a tre minuti dalla fine, quando si aveva un calcio d'angolo e si era in sei, questo va evidenziato, in area a saltare.

Poi che si fa? Lavoro in settimana, e come un ghisa continua il tema, a chiedersi sempre se si poteva fare qualcosa di meglio, se c'era una soluzione... attenzione settimanale e giornaliera, in costante crescita, sereni e concentrati.

Vallo a spiegare a uno così com'è Walter Zenga. Un allenatore che sembra aspetti di essere servito in tavola come fosse un re, quando invece alla fine delle gare fa venire in mente il soldato di Jannacci con i suoi Sei minuti all'alba.

Già, proprio sei come i punti persi con le dirette avversarie nella lotta per la salvezza.

Ma Zenga è uno che fa così, uno di quelli che pensa che a far punti c'è sempre tempo. Magari verso la fine del campionato quando la drammatizzazione dello storytelling calcistico reciterà il miracolo, la saga, la grande armata che vince e che fa l'impossibile. Per il resto ogni due tre goal c'è una palla inattiva con Cordaz che la guarda e gli fa l'inchino come a una Madonna Pellegrina.

Allora lì sì che c'è un problema, è vero che ne prendiamo tre a partita. Zenga? È uno che somiglia a Conte ovviamente Paolo, non fa l'avvocato ma l'allenatore di calcio. Per questo sembra non pensarci tanto, sempre convinto che la questione sia fare soltanto una buona partita. Anche se questa settimana ha cercato di valutare come arrivano e perché arrivano questi goal. Gli altri invece non giocano a scopone ma fanno olio di gomito a studiare la parte.

Ma non sarà che negli studi settimanali Zenga non sembra brillare più di tanto? Lui non è uno studente ma un simpatico docente un po' particolare, la sua è sempre una 'formazione' molto personale.

Qualcosa non va negli spogliatoi? Evitate rumori molesti anche se poi in questo Crotone la questione è sempre quella di capire, non c'è niente da capire, cioè se chi comanda sotto le panche dello spogliatoio è poi sempre lo stesso che lo fa anche sopra la panchina?

Spal goal, Antenucci, assist di Lazzari, il realizzatore stoppa e centra in rete battendo Cordaz! Goal di ...Budimir, pareggio, palo di Barberis, deviazione di Meret, palla a Budimir 1-1. Simic 2-1 per la Spal, con colpo di testa a palombella, Cordaz steso! Barberis, retro passaggio assurdo, Paloschi impallina Cordaz col destro. Budimir raddoppia e va sul 2-3, di testa su cross di Faraoni.

Sarà ma Walter piace proprio per questo...

Così, nel prendersi le sue responsabilità con laconica fermezza ammonisce, salva in calcio d'angolo il benamato Cordaz, oscura Benali, esalta Ajeti, accontenta Budimir.

Tutto con estrema disinvoltura, gentilezza sportiva quasi golfistica, calcio champagne con tappo a perdere, ma alla voglio vivere in campagna, con delicatesse... “si...voi valutate le partite in base al risultato finale e non in base alla prestazione della squadra. Questo è il difetto clamoroso di tutti quanti. Si vince, mezzo voto in più a tutti, si perde mezzo voto in meno a tutti..."

L'importante è la rosa cantava Gilbert. Il maestro la sfoglia come margherita e sale in cattedra anche quando perde. Ora si va sul podio di Torino... uffa che settimana a studiare... due tocchi e via. Di palla? Ma dai, semmai di leggendaria bacchetta... speriamo solo che la sua sia magica… come quella di Nicola.