Il Gran Tour in Calabria di Pat Cox all’imbocco del Corridoio Sbagliato | Vito Barresi

Sotto il lungo dominio della disastrosa 'Egemonia Tirrenica' la storia della Calabria moderna e contemporanea è completamente fallita. Comunque la s'inquadri la vicenda di questa regione resta riassunta in un sempre più tragico crollo di economie, società, circuiti creditizi e bancari, sistemi locali e territoriali. Macerie di vecchi impianti, persino oggi contemplabili e simili ad un'archeologia, riemersa in ogni dove della mappa disomogenea e diseguale delle varie province, nei fatti concreti della ricorrenti crisi strutturali, nell'ormai totale assenza delle industrie manifatturiere, nello sciopero ad oltranza degli investimenti pubblici. In questo scenario a dir poco apocalittico è arrivato in Calabria il Coordinatore Europeo del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo, Pat Cox. Che cos'è direte voi il “Corridoio Scandinavo-Mediterraneo”?


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Il Corridoio scandinavo - Mediterraneo si estende dal confine russo-finlandese e dai porti finlandesi di HaminaKotka, Helsinki e Turku-Naantali a Stoccolma, attraverso “un’autostrada del mare”, e, con una sezione da Oslo, attraversa la Svezia meridionale, la Danimarca, la Germania (collegamenti con i porti di Brema, Amburgo e Rostock), l’Austria occidentale, l’Italia (collegamenti con i porti di La Spezia, Livorno, Ancona, Bari, Taranto, Napoli e Palermo) e raggiunge Malta . Il corridoio comprende ferrovie, strade, aeroporti, porti, terminali ferroviario-stradali (RRT) e sezioni di “autostrada del mare”. I progetti principali di questo corridoio sono il collegamento fisso del Fehmarn Belt e, per l’Italia, la galleria base del Brennero. Bene, dove aspettare, per capire meglio i progetti europei verso il Sud, Mister Cox, se non a Crotone, a Catanzaro, a Corigliano Calabro?

Invece non è stato così. Anzi, chissà per quale curioso paradosso il suo programma di incontri ha fatto sopralluogo lungo la dorsale tirrenica e non su quella jonica, parte integrante di questa specifica rete di trasporto trans europeo (TEN-I).

Per questo la sua scelta ha destato stupore tra esperti e opinione pubblica regionale, essendo il percorso del suo Gran Tour, esattamente disegnato sull'opposto geografico del Corridoio Helsinky-Bari-Malta, cioè il versante tirrenico, se non antagonista comunque avulso, rispetto ai nuovi obiettivi, sia dello sviluppo che della cooperazione e difesa europea in sede Mediterranea.

Nonostante in quasi due secoli sia stata sprecata un'ingente e impressionante mole di risorse economiche e finanziarie per costruire ferrovie elettriche, autostrada, aeroporto internazionale, università, parchi naturali, megaporto di Gioia Tauro, poli industriali e quant'altro di assurdo e antieconomico si potesse progettare e immaginare, puntando su un'unica parte delle sue pur lunghissime e devastate coste, la costa tirrenica a scapito di quella jonica, rimasta completamente abbandonata, dimenticata, discriminata dallo Stato centrale e dall'ente regionale, senza più strade, ferrovia, porti e aeroporti, ci si attendeva che Mister Cox, puntasse la barra non sul perennemente discusso megaporto di Gioia Tauro, ma svolgesse il proprio viaggio piuttosto a Crotone che non a Villa San Giovanni, più a Isola Capo Rizzuto, capocentro delle politiche migratorie dell'Unione Europea, che non invece a Rosarno.

Questo sarebbe stato certamente più utile e proficuo per le istituzioni e il governo europeo al fine di conoscere da vicino le criticità drammatiche dell'attuale sistema dei trasporti in Calabria.

Lo stesso impianto comunque 'europeo' che, per restare a quanto scritto nel piano regionale dei trasporti approvato dalla Regione, è tutt'altro che a norma, del tutto inadeguato e incoerente con il piano TEN-T.

Specialmente sul litorale jonico, Mister Cox, doveva venire, e non andare dritto in un posto ultroneo come il Porto di Gioia Tauro.

Qui, infatti, avrebbe potuto conoscere e approfondire meglio tutti i temi relativi al trasporto ferroviario, stradale, aereo, marittimo, aumentando l'attenzione sui “colli di bottiglia” rotti e frastagliati su un manto stradale che conta migliaia di vittime della Strada Statale 106 Jonica, la E90 che necessita di immediati interventi, nonché riguardare le prospettive di sviluppo strategico dell'intero areale jonico.

Ecco perchè l'itinerario del suo Gran Tour è apparso a molti cittadini di questo angolo dell'Europa del Sud evidentemente sbagliato, persino totalmente estraneo alle strategie europee in tema di difesa, sviluppo trans frontaliero, programmi e interventi di caratura interregionale con paesi confinanti facenti parte della stessa Unione.

Dicono infatti in Calabria che questa visita, e le dichiarazioni che si sono registrate, sarebbero da ripassare alla moviola, semmai per promuovere l'apertura di una più proficua discussione in sede regionale ed europea con i cittadini delle aree coinvolte, senza restare nel chiuso dei gruppi politici al potere e delle associazioni di scopo che promuovono tali incontri.

Come pure sarebbe interessante conoscere la posizione politica e le singole scelte programmatiche in termini di priorità geografiche dei tanti europarlamentari, specie quelli calabresi, che nulla hanno commentato sul viaggio dell'ex presidente del Parlamento Europeo nell'ultima regione d'Unione per reddito pro capite e crescita economica.