Aeroporto chiuso, città senz’acqua, stadio ‘abusivo’. Se Atene piange, Sparta non ride ma Crotone crepa

9 febbraio 2018, 15:29 Sr l'impertinente

“Una nuova era è cominciata. Un'era di libertà. E tutti sapranno che 300 spartani hanno dato la vita per difenderla!”. Lo diceva Leonida in una battuta del film “300” sull’epica battaglia delle Termopoli e la gloriosa sconfitta degli Spartani.


di Sr* l'impertinente

In poco più di 300 (qualcuno mormora addirittura 400 e più), stamani, da piazzale Nettuno e con in sette pullman, quelli che sono i discendenti degli spartani sono partiti per “combattere” contro il Serse di turno, il prode Arturo De Felice “imperatore” di Sacal.

Certo, tra i validi e arditi manifestanti non c’era un Leonida di turno, tanto per fattezze fisiche quanto soprattutto per doti di leadership (autorevole ed indiscussa) così alla fine, e come spesso accade, partiti per far guerra il viaggio ha declinato più verso una scampagnata.

Nonostante l'impegno dei partecipanti ed il loro coraggio ad andare fino a Lamezia in pullman, impugnando le bandiere, la battaglia rischia però di avere un uguale esito finale: cioè l’ennesima sconfitta per il territorio.


“Nelle Termopili: marciamo. Nello stretto corridoio: marciamo.

Dove i numeri di Serse non contano niente.

Spartani: cittadini soldati, schiavi liberati, tutti i greci coraggiosi.

Fratelli, padri, figli: marciamo.

Per l'onore, per il dovere, per la gloria: marciamo.

[...] Nella bocca dell'inferno: marciamo”. (Delios)


Giusto per ricordare: sulla questione aeroporto si era invocata una mobilitazione anche nel 2017, con un Consiglio Comunale aperto preparatorio, anche abbastanza partecipato, e l'invito a tutti i comuni della fascia Jonica.

In realtà, le riunioni consiliari sul tema furono due, tra l’altro lo stesso giorno, considerata anche quella che si tenne ad Isola Capo Rizzuto, mostrando una divisione del fronte che non ha certo giovato alla causa.

Anche in questa di occasione c'è stata una riunione preparatoria con il risultato che ad aderire a questa manifestazione di protesta non è stata neanche la metà dei comuni del territorio, a cui si è aggiunta, nel cosentino, la sola Rossano.


“Urlano e imprecano, affondando coltellate furenti,

più addestrati alle risse che alla guerra.

Creano una magnifica confusione;

coraggiosi dilettanti, fanno la loro parte”.

(Delios, parlando degli Arcadi).


Questa scarsa partecipazione - nonostante fossero scesi in campo la triplice sindacale, la Confindustria, la Camera di Commercio ed il variegato arcipelago dei comitato dei Comitati pro-aeroporto - pone una serie di quesiti.

Il primo riguarda il disinteresse mostrato dai cittadini per un tema che, invece, dovrebbe essere assai rilevante, considerato l'isolamento in cui si trova da tempo immemore il territorio.

Altro problema, forse ancor più grave, è la scarsa rappresentanza dei sindacati e delle altre associazioni, che una volta chiamati a portare in piazza la gente hanno fallito miseramente (e non solo oggi).


“Ricorda chi eravamo. L'ordine più semplice

che un re possa dare.

Ricorda perché siamo morti.

Lui non desiderava tributi, o canzoni,

o monumenti, o poemi di guerra e coraggio.

Il suo desiderio era semplice:

ricorda chi eravamo, così mi ha detto”. (Delios)


Intanto, proprio mentre la folta pattuglia di valorosi, con il testa il condottiero Ugo Pugliese, si accingeva nella missione di spezzare le reni alla Sacal, in città si scatenava l'inferno.

Buona parte del centro urbano senz'acqua a causa di un'altra guerra, quella tra Sorical e Congesi, che si scambiano puntualmente reciproche accuse mentre i cittadini restano coi rubinetti a secco.

Una “singolar tenzone” che si tramanda da tempo e che prima ha visto fronteggiarsi Sorical e Soakro (quest’ultima sconfitta solo dal peso dei suoi debiti); poi è subentrata Congesi, che non gode certo ed anch’essa di buona salute, finanziariamente parlando.

Passando dal greco al latino, rischia anche di saltare la tecnica assai in voga del panem et circenses (pane e giochi del circo), espressione con la quale Giovenale (Satire X, 81) sintetizzava le aspirazioni della plebe romana nell'età imperiale.

È, infatti, riesplosa, in piena campagna elettorale, la grana dello stadio Ezio Scida, per ampliare il quale la Soprintendenza aveva concesso un “rinvio” temporaneo, di soli due anni, e che scade il prossimo 18 luglio.

Peccato, però, che nel frattempo l'amministrazione Pugliese non abbia fatto nulla, se non chiedere con il “mitico” assessore Frisenda un’altra proroga, già rispedita al mittente dalla Soprintendenza.


“Quest'oggi noi riscattiamo il mondo

dal misticismo e dalla tirannia

e lo accompagniamo in un futuro

più radioso di quanto si possa immaginare.

Dite grazie soldati, a Re Leonida

e ai prodi 300! Alla vittoria!”. (Delios)


Emergenze, tutte, che si stanno accumulando incombendo prorompentemente sulla città (in queste righe ne abbiamo citate solo alcune) dimostrando in maniera lampante quale sia il livello della classe dirigente e politica a queste latitudini.

Se per la battaglia delle Termopoli, dalla quale abbiamo tratto spunto, la sconfitta in ogni caso gloriosa e tramandata nella storia, fu causata da un tradimento, quello di Efialte di Trachis, nel caso di Crotone, la sconfitta o, meglio, le sconfitte non hanno richiesto nessun aiuto esterno.

Certo, specie nella vicenda dell'aeroporto, qualche Efialte di turno ci sarà pure stato ma resta il fatto che i crotonesi nell’arte del farsi male da soli siano molto più bravi di quanto lo siano stati gli stessi spartani in quella di far la guerra.

*simbolo dello stronzio