La promessa elettorale di Berlusconi: pensioni minime a mille euro, perché è un’ingiustizia

23 novembre 2017, 14:30 Calabria Domani | di Rodolfo Bava
Silvio Berlusconi

Certo, è facile – in un periodo pre-elettorale – promettere mirabilie agli elettori, da parte dei maggiori esponenti politici. Il problema, poi, è riuscire a rispettare tali impegni. Specie quando sono impossibili da realizzare o, se possibili, ingiusti a promuoverli.

Veniamo, ad esempio, alla eclatante promessa dell’inossidabile Berlusconi: tutti i pensionati con una pensione non alta otterrebbero una assegno di mille euro. Ha già sbagliato, agli inizi del suo primo Governo, quando aumentò le pensioni minime a poco più di 500 euro penalizzando, così, tutti gli altri con diversa pensione ma pur sempre misera.

Sarebbe totalmente un’ingiustizia una simile decisione, perché, chi ha lavorato e versato contributi per non numerosi anni, verrebbe equiparato a tutti coloro che hanno lavorato e versato per 40 o 50 anni.

Certo, per un dovere morale, le pensioni dovrebbero tutte risultare più dignitose. Le “minime” dovrebbero essere aumentate, sino alla soglia voluta dei mille euro, ma sempre proporzionalmente agli anni lavorati ed ai contributi versati.

Semplice il perché: non si possono eguagliare le situazioni lavorative del passato di tutti i lavoratori, facendo di tutta l’erba un fascio.

Ecco perché diremmo al maggiore esponente di Forza Italia: molta prudenza nel promettere!

Rodolfo Bava