I 10 Fallimenti di un Sindaco ‘Quasi’ Inutile

Quali sono i successi ma soprattutto quali i fallimenti dell’attuale sindaco di Crotone? Bicchiere mezzo pieno, caraffa mezza vuota, tinte in chiaro scuro, colori in bianco e nero? Trovate voi la formula perché nel frattempo i molti stanno perdendo le tracce del termine buona amministrazione attiva. Ciò che segue è una vera e propria tabella di marcia di un disastroso primo anno e mezzo di gestione di tale sedicente sindaco, come egli si chiama, intesa come riassunto o promemoria a medio termine di cose non fatte e che si potrebbero magari ancora fare. Dunque, ‘en reverse’, tanto per non far lagnare come al solito anche i pochi ricchi che spadroneggiano in ogni campo pubblico e privato a Crotone nel mentre il popolo langue e si dispera, si leggano pure in positivo quali fossero un programma di rilancio in ipotesi per battere il declino e la decadenza inesorabile della città e del territorio. In attesa che possa accadere 'o miracolo eccovi servito il decalogo delle imprese sfatte e di quelle nemmeno ‘ncignate’… Mi raccomando non mangiate troppo come i poveri alla mensa di padre Ugo abate di Cluny.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

FALLIMENTO N°1 - AEROPORTO S.ANNA

Avrebbe dovuto evitarne la chiusura fin da subito facendone bandiera del proprio mandato elettorale. Invece è stato il primo passo falso. Non ha saputo trovare le giuste interlocuzioni perché frenato da vincoli politici che ne hanno favorito e voluto la sua elezione a sindaco.

Nei primi mesi della sua sindacatura non ha saputo aprire un tavolo serio e decisivo con i vertici aziendali della Ryan Air, l’unica compagnia che permetteva a Crotone di stare dentro la rete globale dei trasporti, del turismo e dei collegamenti internazionali. Tutto questo anche perché in precedenza si era schierato a favore di una raccolta di fondi di azionariato popolare per la Società S. Anna che era già in procedura di fallimento presso il Tribunale di Crotone.

Poi rivedeva in Comune la società dei fratelli Greco che si candidavano a rilevare l’aeroporto pitagorico, per sottomettersi solo tatticamente e strumentalmente ai voleri della Sacal anche se Oliverio e il Prefetto De Felice lo tengono in sospetto di inaffidabilità, essendo strumentale la sua adesione alla cordata del Pd voluta da Minniti.

Il suo è stato un fallimento intriso di confusione amministrativa e progettuale su un problema non solo strutturale quale è quello dei collegamenti per un’area periferica crotonese ma anche identitario poiché la chiusura dello scalo ha umiliato l’orgoglio di tutti i crotonesi, specie di quelli che soffrono la lontananza tra la propria terra, la comunità d’origine e i propri familiari.

Va inoltre aggiunto che la scelta di tenere chiuso lo scalo e di non essere stato in grado di assicurare un vettore importante alla città è anche legata ai cosiddetti ‘debiti’ elettorali, al fatto cioè che è sempre meglio non disturbare i monopolisti locali del gommato che controllano interamente le tratte viaggiatori con Roma e il resto del Paese.

FALLIMENTO N°2 - STRADE STATALI 106/107, EX PROVINCIALI E COLLEGAMENTI CON IL CAPOLUOGO

Lo specchio del fallimento del Sindaco è tutto racchiuso nella sua mancanza di iniziativa, autorevolezza politica e proposta progettuale a proposito di quelle che si possono definire le infrastrutture corte al servizio del territorio dell’area vasta di Crotone e del Crotonese.

Oggi, a differenza del passato è più facile collegarsi con Catanzaro rispetto a Crotone. La rete viaria provinciale, venuto meno l’ente intermedio, è praticamente inagibile, versando in condizioni di drammatica insicurezza pubblica. Da Petilia a Casabona, da Umbriatico a Savelli, da Strongoli a Cirò, è praticamente impossibile collegarsi civilmente e comodamente con il capoluogo che stenta a riconquistare la sua posizione di centralità rispetto al resto del territorio.

Non una sola parola spesa sull’argomento né tanto meno la convocazione di un Consiglio comunale straordinario aperto ai vari comuni della derelitta ex provincia di Crotone. Né tanto meno vi sono state iniziative e interlocuzioni rilevanti con Anas e Regione a proposito degli annosi problemi della 106 e della 107. Due tratte che dovrebbero essere immediatamente oggetto di trasformazione radicale sia per la sicurezza stradale che per l’immagine turistica della città in considerazione della deprecabile condizione in cui si trovano gli svincoli Nord e Sud di ingresso nel centro cittadino.

Da Nord all’imbocco del cavalcavia ondulato, l’ingresso alla frazione Papanice, è solamente vergognoso. Sterpaglie, immondizie, discariche a cielo aperto, semafori obsoleti, strade con buche e senza alcuna segnaletica.

Il sindaco continua a stare con le mani in mano senza proporre alcunché e senza dar voce ai bisogni e alle esigenze dei cittadini che a rischio devono raggiungere la zona industriale, il mercato generale ortofrutticolo e vari centri commerciali e ipermercati con svincoli pericolosissimi.

FALLIMENTO N°3 - ENI BONIFICA SYNDIAL MANCATO RISANAMENTO URBANO

Presume di fare bene riaprendo le trattative con alcuni dirigenti Eni provenienti dalla vicina Val d’Agri in Basilicata ma dimentica l’esistenza del risultato referendario sulle trivelle a Crotone, laddove il No aveva avuto un risultato significativo, con una percentuale di affluenza al voto più alta in Calabria.

Ma su Eni e Bonifica, evidentemente inibito e paralizzato sia dal lascito del precedente assessore regionale, presente nella Giunta Scopelliti in quanto espressione dei DemoKRatici, sia del nullismo di questa attuale Assessore del PD, non è ancora neanche riuscito a pronunciare una proposta o semmai un orientamento in proposito, lasciando la pratica in uno stato di apparente stallo, in cui continuano a spadroneggiare sia Eni che Syndial, delegando la problematica al Commissario bolognese alla bonifica nominato dal ministro Galletti.

Identico giudizio bisognerà esprimere, magari in seno al Consiglio comunale, con un apposita seduta che metta al centro il tema della destinazione dei fondi e l’aggiornamento dell’eventuale regolamento comunale su destinazione e uso, posta in bilancio e piani investimenti dei proventi delle cosiddette Royalties, cercando anche di conoscere quali siano stati i risultati verbalizzati, redatti e protocollati agli atti, della sbandierata commissione di esperti nominata dal Sindaco su rapporti con Eni.

Su ogni parte del ‘file’ Eni Syndial resta aperto e ancora poco chiaro il ‘capoverso’ della questione energetica crotonese, che ruota attorno al fulcro del rinnovo e della stipula di un atto giuridico sovrano che è la Convenzione tra Eni e Comune per i prossimi anni.

FALLIMENTO N°4 - IMMIGRAZIONE ALLO SBANDO. MANCATO ADEGUAMENTO AL SISTEMA INTERNAZIONALE D’ACCOGLIENZA. LEGALITA’ E DIRITTI. LOTTA ALLA CRIMINALITA’ E SICUREZZA.

Il Sindaco accetta senza alcuna riserva né obiezione la dislocazione ministeriale di un mega Hot Spot per migranti e profughi dopo che lo stesso Ministero ha cancellato la Provincia di Crotone ma si è autotutelato i propri interessi e prerogative di casta burocratica lasciando contraddittoriamente sul territorio così spogliato di ente intermedio la Prefettura e la Questura.

Crotone è una città devastata dall’intrigo affaristico e criminale, dal connubio spaventoso tra ceti professionistici, burocrazie amministrative, politica corrotta, colletti bianchi e ‘ndrangheta.

Pezzi dello Stato sono stati conniventi, hanno coperto e occultato, si sono purtroppo mescolati con il crimine locale che ha strumentalizzato e inquinato la gestione degli arrivi e dei flussi migratori, sfruttando gli stranieri regolari e irregolari come un vero e proprio eldorado di economia sommersa e in nero.

Un affare miliardario che si protrae da oltre un decennio generando ricchezze illecite e un’impressionante accumulazione di denaro cash, soldi contanti che confluiscono in altri mercati paralleli.

Secondo l’indagine del Procuratore Generale Gratteri risultano coinvolti uomini della politica, funzionari dello Stato, professionisti, imprenditori, banche e malavita. Un grumo di criminalità e politica che danneggia non solo l’immagine ma tutto il già inquinato e inquietante sistema istituzionale e democratico.

Nulla ha fatto il sindaco per allertare la cittadinanza sull’allarme antimafia, non ha infatti ritenuto necessario convocare un seduta straordinaria del Consiglio Comunale per dedicarla al tema della lotta alla ‘ndrangheta.

FALLIMENTO N°5 - TARIFFE IMPOSTE E TASSE SEMPRE PIU’ CARE. PARTECIPATE OPACHE. SERVIZI PUBBLICI INEFFICENTI. TUTTO IL POTERE DELLA VECCHIA POLITICA DEL SOTTOGOVERNO E DEL COMPROMESSO

Il circolo vizioso delle tariffe sempre più care e della povertà sociale sempre più diffusa e crescente è ormai tipico della realtà crotonese dove non solo si paga il gas domestico e industriale più caro d’Italia nonostante sia questo il luogo dei pozzi e delle piattaforme ma anche un punto dove restano irrisolti i temi dei rifiuti solidi urbani, della spazzatura non riciclata, della mancata raccolta differenziata che si tramuta da beneficio possibile in punizione concreta, in termini di multe da pagare alla Regione, con immediato incremento della bolletta al cittadino, alle famiglie, alle imprese commerciali e industriali.

Il sindaco ha dato prova non solo di incapacità ma anche di atteggiamenti di superficialità perché dovrebbe affrontare con immediatezza simile problematica delle tariffe, delle imposte e delle tasse comunale, producendo un vero e proprio TESTO UNICO DELLA TRASPARENZA CIVICA.

Ma lo schema che “L’ASSOCIAZIONE”, a cui lui e altri appartengono, gli ha imposto e comandato è ormai noto a tutti da oltre venti anni: tutto il governo nelle mani di un OLIGARCA LOCALE E TERRITORIALE mentre il sottogoverno viene utilizzato per fare mercato elettorale, scambismo politico, finalizzato a tacitare e soddisfare ogni forma di opposizione interna ed esterna al proprio gruppo di potere.

Tanto è stato immediatamente fatto, già nel corso della campagna elettorale che lo ha portato a conquistare il Municipio, con accordi sottobanco che hanno definitivamente sfasciato il PD locale ai cui capi ed esponenti più rappresentativi, visibili e invisibili, è stato dato in concessione e appalto la gestione delle cosiddette Partecipate tra cui Akrea, Congesi, altre società miste in stato di agonia e fallimento, dove si maneggia denaro pubblico con estrema velocità e superficiale rendicontazione.

Dopo il Pd il sottogoverno ha stravolto il centro-destra che ha uomini al servizio dell’Oligarca dislocati nel Comune e in varie altre istituzioni locali, e infine sono stati regolati i patti para politici con gli appaltatori dell’Eni, oggi transitati in Forza Italia, con delega alle delibere riguardanti il Porto e la zona industriale, nonché con altre opposizioni silenziate in vario modo con posizioni dirigenziali e organizzative in settori chiave, tipo urbanistica e lavori pubblici, della macchina comunale.

FALLIMENTO N°6 - STAZIONE FERROVIARIA, COLLEGAMENTI CON SIBARI E CON LA DORSALE ADRIATICA

Il Sindaco evidentemente non ha ispezionato né ha ripreso in mano il “dossier” riguardante la STU Società di Trasformazione Urbana. Quel falcone che dovrebbe essere ancora agli atti comunali sotto la denominazione di Stu Stazione SpA, con onere finanziario originale pari a 42.000 euri e partecipazione azionaria eguale al 35% del capitale versato, riguarderebbe l’intera area della Stazione Ferroviaria, con immobili dimessi o altrimenti affittati o dati in uso a terzi , tra cui anche soggetti pubblici.

Dal suo insediamento ad oggi la Stazione Ferroviaria continua a essere sempre di più in declino sia dal lato esterno che interno. Ha perso interi pezzi di binari, in particolare il binario due che è stato divelto, è rimasta chiusa per l’intera stagione stiva del 2017, non si annunciano progetti di risanamento. Anzi si continua ad assistere in totale silenzio alla delocalizzazione della stazione ferroviaria, con beneficio per il ‘gommato’, senza porsi il problema di adeguare e rilanciare i collegamenti con il capoluogo regionale e con il nodo elettrificato di Sibari Metaponto.

L’abbandono della infrastruttura storica è spaventoso. Essa dovrebbe, al contrario, divenire il più forte e ‘connettivo’ volano della mobilità crotonese, il punto di forza moderno e innovativo per superare lo stato di apparente marginalità geografica. Tra il 2020 e il 2050 potrebbe divenire la stazione integrata più importante della linea jonica, la piattaforma funzionale al servizio dello sviluppo turistico. Ma qui non si dice oltre anche per evitare che qualcuno ricopi in proposito e magari maldestramente.

FALLIMENTO N°7 - PORTO INDUSTRIALE PORTO TURISTICO PORTO MILITARE PORTO SPORTIVO OPPURE PORTO METANIFERO? MA COME FANNO I MARINAI COME PUGLIESE? QUALE FUTURO PER L’ECONOMIA MARITTIMA DI CROTONE AL BIVIO TRA GIOIA TAURO E TARANTO?

Il sindaco non ha tempo per porsi simile domanda. A suo dire tutta la propria sindacatura avrebbe dovuto ruotare intorno al mare. Ma per il momento l’unica cosa che sa di sale sono le sue promesse da marinaio.

Per il resto solo insipide dichiarazioni a sproposito che evidenziano le sue lacune di base in tema di capacità e preparazione a svolgere con risultati certificati la carica pubblica che ricopre con insufficienza.

A fronte della chiusura del S.Anna bene avrebbe fatto a uscire immediatamente dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro mettendo in crisi il subdolo disegno della Regione Calabria di cancellare Crotone dalla carta geografica. Uscire dall’Autorità Portuale di Gioia Tauro è tanto più urgente in quanto si tratta di un ente in chiara crisi.

La collocazione di Crotone, che si affaccia sullo Jonio e fa parte del Golfo di Taranto, con il Mar Tirreno è un inganno, un raggiro e una vergogna. Porto in costante allarme sicurezza per le incursioni di bande di ladri ben equipaggiate, insicuro anche dal punto di vista delle installazioni, insicuro per quanto riguarda gli oneri di servizio, insicuro per lo stato di polluzione e inquinamento industriale a dir poco inquietante, insicuro in quanto in gran parte ridotto a brandelli e ingombrato da vecchie localizzazioni inquinanti ancora in stato di fatiscenza e di pericolo.

Per altro anche privatizzato in ampie parti con aree concesse a ditte di rimessaggio, bunkeraggio, società sportive e quant’altro accozzato tra confusione e illegalità diffusa.

FALLIMENTO N°8 - LA SVENDITA DELLA EX PROVINCIA CEDUTA A TERZI. MANCANZA DI IDEE E PROGETTI PER RIDARE CENTRALITA’ A CROTONE NEL TERRITORIO CON NUOVE ISTITUZIONI TERRITORIALI DI COLLEGAMENTO E PROSSIMITA’.

Il sindaco dovrebbe giustificarsi davanti ai cittadini per aver fallito sulla vicenda ex Provincia di Crotone. E’ stato infatti stritolato dagli scambi elettoralistici della sua ben nota Associazione che ha effettuato sull’argomento varie triangolazioni d’interesse politico coordinati e diretti da una vera e propria cabina di regia che ha deciso di assegnare in comodato d’uso l’ente intermedio al Sindaco di Cirò Marina, mettendo in mostra le chiare mire di consolidamento elettorale in quella parte decisiva del collegio senatoriale e parlamentare di Crotone.

FALLIMENTO N°9 - CRISI DEL COMPARTO COMMERCIALE. MANCANZA DI AZIONI A SOSTEGNO DEL RILANCIO ECONOMICO CROTONESE E DELLE FUNZIONI DEL CENTRO CITTADINO COMMERCIALE

La crisi commerciale della città è gravissima. Disordine, confusione, mancanza di piani d’azione a breve e medio termine impediscono di ripartire in positivo. Non si parla di rimodulazione degli accessi né di piani del traffico funzionali alle nuove esigenze della popolazione.

Gli anziani sono stati letteralmente tagliati fuori dalla vita commerciale continuando a sostenere le illusioni occupazionali dei centri commerciali e della grande distribuzione. Non esiste un progetto o un tavolo di concertazione per rilanciare il centro della città dove insistono non una ma ben due isole pedonali vuote e improduttive. Le stesse sono circondati da parcheggi che sono preda di extra comunitari, lasciati ormai senza linee di demarcazione, ecc. ecc.

Il calendario e la tempistica mensile di Fiere e Mercato è completamente sbagliata poiché non tiene più conto dei giorni in cui il medio circolante locale, generato da stipendi e pensioni, gira di più, facendo si che venga drenato quasi interamente tra lunedì e primo del mese, totalmente da ditte esterne al circuito dell’economia urbana.

Ovviamente il sindaco non sa nemmeno dove sta di casa la questione industriale, la deindustrializzazione, le connesse opportunità che potrebbero esserci per Crotone con le nuove disposizioni governative di Industria 4.0.

FALLIMENTO N°10 - REDDITO MINIMO DI CITTADINANZA. LOTTA ALLA POVERTA’ E SOLIDARIETA’ SOCIALE

Il sindaco ama le grandi occasioni per sottolineare i propri sentimenti di solidarietà. Lo scorso anno 2016 egli promosse, il 23 dicembre presso il Palamilone, una cena solidale rivolta alla popolazione indigente promossa dal Comune di Crotone e dalla Croce Rossa Italiana.

Il palazzo dello sport si trasformò, grazie alla collaborazione della Croce Rossa, in una grande sala per la cena di Natale dove vennero cucinati e serviti 500 pasti con prodotti locali e tipici della tradizione natalizia. A servire la cena agli ospiti furono lo stesso primo cittadino e la squadra di assessori.

Si vorrebbe conoscere il resoconto conclusivo di quella encomiabile manifestazione, e cioè quanti ‘poveri’ erano presenti in tavola nonché conoscere la delibera di liquidazione dell’iniziativa. Senza trasparenza non si fa solidarietà ma solo falsa carità.

Al contrario niente ha fatto il Sindaco sul tema della lotta alla disoccupazione giovanile, della precarietà e del Reddito di Cittadinanza che latitante a Crotone è stato invece approvato e attuato in una capitale europea come Helsinki.