Ricordi di un giornalismo pane e formaggio senza aggiunta di miele né marmellata

29 ottobre 2017, 12:52 Il Fatto

Cari amici, buona domenica. Quella sulla comunicazione/giornalismo è stata una serata davvero interessante, l'altra sera al Circolo. Gli spunti di riflessione sono stati tanti, ma le cose dette dovremmo tenerle a mente quando dissennatamente guardiamo, come in uno specchio, la sera, la televisione. Mi capita di guardare certi personaggi, chiedendomi chi potrebbe mai ascoltarli (mentre li ascolto), e chi mai potrebbe andargli appresso (mentre cerco di capire a chi di loro andare appresso).


Venturino Lazzaro | Cambio Quotidiano Social


Ho trovato delle vecchie foto di quando, da ragazzo, suonavo la chitarra. Il vantaggio, a distanza di tempo, è che nessuno si ricorda di quel suono, e che, per fortuna, dalle foto non traspare quella incapacità tecnica, che pur palese, era sovrastata (e di molto) solo dall’intraprendenza, dal gusto di suonare, e dalla sfacciata voglia di emulare eroi famosi e leggendari.

Da tempo ho perso il gusto di seguire, come facevo prima, tutte le possibili trasmissioni “politiche”, i confronti televisivi, le dispute serali su quello che di giorno avviene in Parlamento. Non le seguo più per stanchezza, e per la presunzione (mia) di aver capito che la maggior parte dei protagonisti parla (delle cose di cui parla) con la stessa disinvoltura, la gestualità più adatta, lo stesso gusto anche, ma con un’imperizia ancora maggiore (se è possibile) di quella con cui io suonavo la chitarra, un tempo.

Ma abbiamo sdoganato tutto, e tutto quasi assorbito, ormai. Nonostante le individuali prese di distanza, i distinguo, le sdegnose smorfie di disgusto che sa suscitare, ognuna di quelle facce, di quei gesti, di quelle enormità che viene detta in video, nel momento in cui viene detta o fatta prende ad esistere, e noi fatalmente cominciamo a farci i conti.

Ma non mi arrenderò a tutto. Non mi arrenderò a ogni ignominia che, in quanto detta o fatta, o addirittura rivendicata, si ritiene viva, legittima, e lecitamente vera. No. Non ripeterò pedissequamente qualcosa solo perché è stata messa in onda. Non metterò (o almeno non ho ancora messo) il miele o la marmellata sopra il pecorino. Né la cioccolata fusa sul bordo di quel piatto su cui giace una mortificata scaloppina. Patate, solo patate, intorno alla bistecca. E, col pecorino, solo pane (meglio se di casa). Buon pranzo.