OLIVAIR il Presidente pilota che non sa fare decollare la Calabria

Mai seguendo la più aggiornata cronologia di una Storia della Regione Calabria sempre in divenire sorprendente, si era avuto un Presidente della Giunta Regionale che assommasse il record negativo di un vero e proprio cedimento infrastrutturale dei trasporti e della mobilità nelle lande sempre più abbandonate di questa amara terra. Su tre aeroporti in dotazione al territorio delle province, nemmeno fino a qualche mese fa due erano chiusi, uno lo resta ancora, Crotone, dopo la parziale riattivazione del Tito Minniti. Su due dorsali ferroviarie, la tirrenica e la jonica, una resta chiusa, dicunt, fino alla fine del mese di settembre. Per lo stato delle strade sarebbe lungo novellare i tanti intoppi, ma solo ricordare che, fino all'anno scorso, ci sono volute come la cronaca ricorda quante inaugurazioni in ponti e gallerie. Il bilancio negativissimo della Presidenza Oliverio si aggrava ancora di più se ci si sofferma sullo stato di confusione in cui versa la portualità calabrese. Porti alla rinfusa senza un'omogeneità areale, tra cui quelli jonici messi di forza dentro e sotto il dominio di un'autorità portuale che fa centro sul Tirreno, forse neanche più a Gioia Tauro, ma addirittura nella mamertina città di Messina. Siamo dunque al punto limite del collasso e dell'entropia istituzionale. Di fronte a un governo delle popolazioni calabre lesivo dei diritti e dela legalità, basato su una programmazione sbagliata, per altro delegittimata dalla criminale mancanza di risultati ottenuti, dalle infiltrazioni della malavita organizzata nell'economia e negli appalti pubblici regionali, da errori dirigenziali di pianificazione territoriale, tanto smaccati e deleteri, da tramutarsi nella sempre più asfissiante e pericolosa deriva politica in atto, protesa all'irresponsabile dissipazione e dilapidazione di tutti i Fondi Europei previsti fino al 2020.


Vito Barresi | Cambio Quotidiano Social

Oliverio, che ormai tutti a Crotone chiamano, sbeffeggiandolo alquanto, per la sua disastrosa conduzione del dossier Aeroporto S. Anna, fallimento società e fuga Ryanair, con il nomignolo di Olivair, è una sorta di pilota ammiraglio, alla testa di una compagnia aerea, un po' alla Max Tortora in coppia con Bertolino, immaginaria che a furia di annunci, ritardi e altre vergognose gag ha tagliato fuori un'intera sub area regionale dal mercato del traffico aereo nazionale, che fallisce in pieno proprio sulla mobilità e sull'accessibilità, i due punti cardine di qualsiasi premialità in sede di programmi e progetti di sviluppo sostenuti e finanziati dall'Unione Europea.

Ma attenzione... il trucco c'è ma non si vede.

Il fin troppo 'furbetto' Oliverio ha messo in atto una strategia di inclusione e concentrazione degli aeroporti calabresi non certo per pura e disinteressata accademia o amor di patria regionale.

Il suo è un calcolo ben preciso, finalizzato a concentrare la domanda regionale per presentare la richiesta all'Unione Europea che privilegia gli investimenti non particellari né a pioggia, promuovendo i programmi operativi se realizzati dentro la dimensione compatibile di macro aree regionali.

In soldoni, ciò significa che Sacal avrà in mano l'intero ammontare dei Fondi Europei destinati alle infrastrutture per la mobilità aeroportuale, potendole poi distribuire a propria discrezione e piacimento: il core businnes a Lamezia, le noccioline a Reggio Calabria e le briciole a Crotone.

Insomma la gallina c'è ma le uova d'oro sono destinate ad altri!

Ad ogni modo, il Presidente della Regione Calabria non ha ancora presentato nelle sedi dovute, governative, Bruxelles e quel che più conta nel Consiglio Regionale, alcuna proposta di integrazione e complemento sul Piano Infrastrutturale dei Trasporti, impedendo così la formazione di quei legittimi interessi d'impresa e di pubblico servizio, ostacolati e inibiti nelle loro strategie d'investimento.

Tutto ciò è particolarmente grave dal punto di vista amministrativo, politico e sociale, persino penale, perché il codice e la giurisprudenza sono ricche di novelle e pandette in proposito, perché lede i principi della concorrenza e del mercato, impedisce lo sviluppo di intere aree regionali carenti di infrastrutture e di nodi di collegamento, di reti d'integrazione e scambio, con pesanti ricadute negative sia sul Prodotto Interno Lordo della Calabria che sui redditi pro capite della cittadinanza attiva.

Praticamente alla carlona, questo attuale Presidente della Giunta Regionale, che ha passato gran parte del suo tempo in campagne elettorali a favore del proprio partito, nonché varie primarie e referendum connessi, con l'evidente impegno di ricandidarsi ancora, ha svolto erroneamente le proprie funzioni che sono quelle di presentare programmi e bilanci trasparenti in ogni singola voce delle attività amministrative assegnate, specie per quel che riguarda il settore trasporti dove come sempre le risorse non sono destinate come investimenti con effetti e ricadute, bensì come flussi di reddito e di sostegno a ben definite cordate e cricche di politicanti e affaristi.

Bene farebbe parte della magistratura ordinaria più attenta e ligia ai propri doveri a prendere in mano la questione degli aeroporti in Calabria, il brutto balletto di Stato che intorno ad essa si sta realizzando in questi anni, fino a sintetizzarla in un'unica Mega Inchiesta su sperperi, dilapidazioni, ammanchi, delitti contro l'erario e le finanze pubbliche, dando un sano e immediato esempio di legalità e di certezza del diritto a tutti i calabresi.

Altrimenti con questo andazzo e con questo Governatore sedicente riformista la Calabria è destinata a non decollare mai più in futuro.