La Serie A vola a Lamezia, Crotone precipita. Bianchi: aeroporto? Troppi partigiani e pochi manager

25 agosto 2017, 09:19 Il Fatto

“Al via il campionato di serie A, il Milan atterra all’aeroporto di Lamezia”. È stata questa la notizia non ancora metabolizzata dai crotonesi. Un avvio di campionato che avrebbe dovuto centrare uno degli obiettivi primari del Crotone: che tutta la città godesse dei benefici prodotti dai notevoli flussi di pubblico che il campionato della massima serie produce.


di Giuseppe Romano

Invece, l’impossibilità di atterrare all’aeroporto Sant’Anna, ha costretto la squadra del “Cinesi”, con tutto lo staff, a fare scalo e pernottare a Lamezia Terme, trasferendosi a Crotone il giorno dopo. Dalla piana lametina, la squadra lombarda, arrivata sabato, è rientrata a Milano il lunedì.

Un danno economico per la città di “Pitagora” che si ripeterà nel corso del campionato, dopo gli impegni congiunti Comune-Fc Crotone di realizzare uno stadio adeguato alla serie A e in totale sicurezza, con due novità assolute: l’abbattimento della barriera di vetro, che delimita il rettangolo di gioco, e la grande trave ad arco che preannuncia il completamento della copertura della tribuna ovest.

Due segnali da non sottovalutare: nel primo si riconosce alla tifoseria e a tutto il territorio garanzie di correttezza e il grado di affidabilità sul piano del civile comportamento sugli spalti, nel corso delle gare che il Crotone disputa in casa. L’altra, la proiezione futuristica dell’Fc Crotone impegnato in una impresa che nessuno aveva messo in conto.

Uno stadio da serie A ma con una città non ancora pronta a gestire il grande “magazzino” che determina un campionato di calcio della massima serie.


Questione di stupidità,

mancanza di competenze

o disinteresse verso tutto e tutti?


Resta che il Milan, primo ospite - avversario del Crotone, che ha fatto registrare 13.478 spettatori sugli spalti dello Scida - è decollato dall’aeroporto di Lamezia Terme, festosamente accolto dai suoi fans calabresi e ha pernottato in uno degli alberghi della piana catanzarese.

L’aeroporto di Crotone … chiuso! Ma che resta sempre, in modo consolatorio, l’aeroporto “Pitagora”, anche per gli amministratori del territorio, incapaci di giocarsi il proprio vantaggio competitivo nella catena logistica del campionato calcistico, che vede squadre impegnate anche in campionati europei.

Il comune di Modena, con la propria squadra in serie A, ha fatturato 22 milioni di euro in più rispetto al campionato di serie B.

È chiaro che le vie di comunicazione hanno un ruolo primario nello sviluppo sociale ed economico di un territorio: Crotone è privo di autostrada, ferrovia, il mare c’è ma il porto non è attivo, mentre l’aeroporto è bloccato per incapacità politica ed amministrativa, nonostante il punto strategico su cui è ubicato: è sorto come aeroporto militare.

Ora si gioca a riaprirlo e a richiuderlo, questa volta le probabilità che non si “voli” mai più è altissima. Abbiamo chiesto che effetto fa al sottosegretario ai beni culturali e turismo, Dorina Bianchi, crotonese doc.

“Il mio pensiero è che c’è la necessità di riaprire immediatamente l’aeroporto di Crotone. Abbiamo l’esigenza, come territorio, di essere collegati con il resto dell’Italia. È chiaro che noi, che abbiamo potere decisionale, abbiamo la necessità di riconoscere le nostre responsabilità. Dico nostre ma molte volte o in tempi non sospetti ho denunciato molte cose che non potevano funzionare e che puntualmente sono state portate avanti col risultato oggettivo che l’aeroporto di Crotone, non è che ha chiuso, ha fallito. Significa che abbiamo perso tutte le licenze operative della struttura”.

“Si sta ora lavorando per riavere le licenze perse e questo crea una notevole perdita di tempo, perché occorrono tempi tecnici per riacquista l’operatività dell’aeroporto. Se ci mettiamo pure un po’ di sfortuna, riferendoci alla Società che aveva vinto il bando ed ha avuto successive problematiche di altri tipo e si sono allungati i tempi. Se ci mettiamo pure che non tutti sono contenti che l’aeroporto possa riaprire, ci rendiamo conto che, nel momento in cui si ha una struttura aperta, dobbiamo fare di tutto perché non chiuda, perché riaprirla diventa più faticoso”.

A cosa serve ed è servita l’esperienza del passato, considerando che l’aeroporto di Crotone non ha avuto lunga attività, ma solo periodiche aperture e chiusure?

“Spero che i tanti disguidi, che ci sono stati fino ad oggi, insegnino a procedere meglio in futuro. Oggi, il mio impegno è attivo. Ieri sono stata a Roma, ho avuto dei contatti sia con Enav che con Enac. Il 28 ci sarà una riunione tra le due Società per avere tempi certi e tracciare un cronoprogramma delle cose che debbono essere fatte su Crotone”.

Come crotonese e come sottosegretario di stato, qual è l’amarezza più forte per non avere raggiunto questo obiettivo, che ha sempre tenuto a cuore?

“L’amarezza maggiore è quella di aver riscontrato che questo è un territorio in cui si è sempre partigiani e non ci si siede per prendere decisioni che siano razionali e legate ai fatti. Credo che possono esistere dialettiche e contrasti politici che, però, si devono tramutare in operatività nel momento in cui bisogna portare a conclusione dei risultati per la città su determinati argomenti. L’aeroporto è sicuramente uno di questi argomenti".

"Possiamo avere idee differenti, ma è importante ciò che deve essere fatto in relazione a quello che i tecnici e l’esperienza ci dice sulle varie problematiche. La mia amarezza è che ognuno si innamora di un suo progetto, di una sua idea e la porta avanti secondo quali sono i ruoli. Se, noi tutti, vogliamo avere delle strutture che vanno avanti nel tempo, la politica deve imparare ad affrontare i problemi in maniera manageriale. Devono progettarsi strutture economicamente sostenibili e fare di tutto perché questo avvenga”.