Graecalis, il vento della Calabria che cambia nell’arte di Cesare Citriniti

E’ una Calabria fucina di talenti quella che ribolle creando sinergie nuove e creative. Un cuore caldo, come il sole che accarezza le sue coste di roccia. Una brezza forte che arriva dal mare fino al suo entroterra, fatto di contrasti sorprendenti e scenari che non ti aspetti. Una Calabria che guarda oltre i propri confini, parla di se declinando il futuro in chiave innovativa e lo fa attraverso l’arte e la cultura. Unendo la tradizione del teatro classico con l’arte contemporanea, la musica, la danza. Le parole, così, prendono vita e diventano suoni e colori che sul palco di fondono in modo sperimentale. Con queste premesse prende vita il quarto ciclo di rappresentazioni classiche che dal 2014 è protagonista nel Chiostro del Complesso Monumentale del San Giovanni, l’antico e perduto castello normanno di Catanzaro.


Arriva “GRAECALIS, il vento della parola antica” a cura del Teatro di Calabria, giovane e appassionata compagnia sperimentale che quest’anno, oltre a rafforzare le collaborazioni con la Fondazione Rocco Guglielmo e l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, si arricchisce dell’interessante collaborazione artistica con Cesare Citriniti, designer e artista classe 1982 che vive e lavora a Londra, sede della sua ricerca artistica. Per Graecalis 2017, Citriniti ha curato la scenografia delle due opere che verranno messe in scena: Medea e Titan – i fuochi di Prometeo.

Cesare Citriniti ha il suo primo approccio con l'arte a soli quindici anni e lo studio delle lettere diventa una passione/ossessione che lo porta, dopo aver girato l'Italia e l'Europa confrontandosi con il panorama più estremo del graffitismo, a usare l'esperienza acquisita grazie al writing tradizionale nello studio della struttura della lettera.

Nel 2004 si specializza in Brand Design lavorando con vari marchi italiani ed europei.

Dai graffiti alla grafica, ritorna alle origini mescolando il graffitismo con la calligrafia e l'Arte. Dà ampio spazio alla composizione invece che alla singola lettera, si fa artefice di una sorta di astrattismo calligrafico, dove la lettera viene usata come decorazione, abbinandola al gesto violento e istintivo del graffitismo metropolitano. Nelle scenografie create da Citriniti per Greacalis, la lettera viene esaltata, decorata, frammentata. I tratti calligrafici diventano così astrazione dei capitelli dorici e delle foglie di acanto corinzie.

La calligrafia diviene linguaggio artistico-iconografico tra decorazione e misticismo.

Graecalis – il nome della rassegna - deriva dal nome del vento Grecale (o Greco), il vento mediterraneo che soffia da nord/est, probabilmente uno dei venti che può spirare più intensamente sulla penisola italiana, se non il più intenso. E l’arte calligrafica di Cesare Citriniti, dal tunnel di Old Street di Londra, passando per la collaborazione con globalstreetart.com, è come un vento che soffia impetuoso e dissacrante, scendendo a sud fino in Calabria, diventando cornice perfetta del palcoscenico che dal 5 luglio illuminerà il quarto ciclo di rappresentazione i classiche Graecalis.

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