Chi Comanda il Mondo? Vescovo di Bologna e direttore di Limes a confronto sotto lo sguardo di Magellano


Pierpaolo Barresi
Cambio Quotidiano Social


I concetti e le parole chiave, l’indice del Visual dedicato alla presentazione del numero 3 / 2017 di Limes intitolato "Chi comanda il mondo", volume che analizza le dinamiche della globalizzazione e della deglobalizzazione, alla luce dell’avvento Donald Trump alla Casa Bianca, riportano in sintesi percettiva il clima di confronto e dialogo fra l'Arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi e il direttore di Limes Lucio Caracciolo. Nella tavola di Yobi, pubblicata in esclusiva da ‘Cambio’ il primo quotidiano social d’Italia, sulla parte sinistra si riporta la catena concettuale esposta da Lucio Caracciolo, per cui in un mondo complesso si verifica che prendiamo sempre più coscienza che su un solo pianeta siamo sempre di più e tanti sono i modi di vederlo. Il direttore di Limes alla domanda “Chi Comanda il Mondo? ha risposto, ma non perentoriamente, nessuno. Il mondo è sospeso tra ordine e disordine. La nuova questione demografica globale e l’arma migratoria. Siamo Tanti. Dal 2015 noi in Italia addirittura diminuiamo. Questo è un dato della geopolitica. Chi ci mantiene.No lavoro No Figli. Urbanizzazione. Luoghi di Frontiera. Forte Crescita demografica. Ma non c’è Invasione. Africa, Area con Guerre. Sappiamo poco dell’Africa. Unire le due rive del Mediterraneo. Italia al centro. Rapporto Africa UE decisivo per il futuro. Cooperare. L’Italia ha un ruolo decisivo, per ricostruire una conoscenza. L’Africa è cambiata. Quale classe dirigente? Una situazione creata dall’Occidente. Qualcuno ha mai chiesto scusa? Italia EU Africa Mondo. La stessa casa. U.S.A. N°1 di varie Potenze. American First. Potenza Marittima. Non ci proteggono più. Non più partner ma Competitor. Dominio Relativo. Impero Informale. Potenza Militare. Germania al Riarmo. Una situazione creata dall’Occidente. Il circuito euro mediterraneo. Le nuove rotte dei cinesi che vanno nei mari del Nord.


Da uno ‘speach’ fonico di Caracciolo si apprende che “il nuovo volume di Limes ha un titolo molto ambizioso: Chi comanda il mondo? In realtà non lo comanda nessuno o meglio vorrebbero comandarlo in tanti. Credo che per capire come sia distribuito il potere nel mondo convenga partire anzitutto da alcuni dati strutturali. Il primo è l'esplosione demografica del pianeta. Tutto il mondo era dipinto dai colori imperiali dell'Europa. Appena un secolo fa c'era un mondo umanamente più ristretto appena un miliardo e mezzo di persone di cui circa la metà europei. Oggi siamo quasi sette miliardi e mezzo e gli europei sono circa 600-700 milione se si includono o meno i russi e gli ucraini. Quindi il mondo è diventato assai meno europeo. Questo è già un segno di come gli equilibri mondiali stiano cambiando semplicemente in base alla demografia. Poi c'è un altro fattore strutturale che è la proliferazione e anche il mutamento interno degli stati. Un secolo fa c'erano 53 stati, oggi ci cono in Europa 55 o più stati. Stati che sono sempre meno imperiali perchè oggi di fatto di Impero c'è solo di fatto anche se non nominalmente l'America e poi c'è, volendo, un imperatore senza impero e cioè il Giappone anche se credo che questo imperatore resterà senza impero per il resto dei suoi giorni. Il resto sono o stati nazionali classici. Infine i poteri che agiscono sul pianeta non sono solo statuali ma sono sempre più anche altri per esempio i grandi potentati economici, le multinazionali, le grandi banche, il potere di Facebook e di Google, le organizzazioni non governative, poi le grandi mafie etniche e transnazionali, di cui l'Italia ha un esemplare di potenza globale come la 'ndrangheta calabrese, estesa un po' in tutto il pianeta. In tutto questo vi è una potenza superiore che è l'America. Gli Stati Uniti che stanno vivendo oggi una fase particolarmente critica perchè hanno eletto un presidente Trump il quale sta seguendo una logica rigorosamente antimperiale. Tutto questo getta un'ombra di incertezza su chi comanda il mondo perchè sembra quasi che gli americani vogliano ritrarsene. Non credo che sarà così. Perchè Trump verrà messo in discussione dallo stato profondo, dagli apparati, da coloro che hanno innescato un processo di salvaguardia rispetto all'approccio di Trump ma certamente questo crea incertezza. Una seconda parte del volume di Limes è dedicata agli sfidanti degli Stati Uniti. In particolare alla Russia, alla Germania, al Giappone e alla Cina che sono le quattro potenze statuali più capaci di condizionare il corso della geopolitica su scala planetaria. Infine l'ultima parte di questo numero è dedicata ai poteri informali che possono andare dall'algoritmo ai poteri automatici tipo i robot, alle grandi corporations e ad altre strutture non tanto visibili,le quali sono però capaci di incidere sulla nostra vita quotidiana e sui rapporti di forza nel mondo. Tutto questo armamentario di problemi ci aiuta ad approfondire sul tema chi comanda il mondo e su come questo mondo debba essere interpretato.”


L’intervento di Mons. Matteo Zuppi, la cui linea spirituale, in qualche modo anticipatrice di un nuovo clima culturale di ciò che si sta già delineando come la ‘Post Bologna’ del prossimo 2020, ( "Bologna è un modello di integrazione perché raccoglie una tradizione di umanesimo antica, con delle radici cristiane, che ha vissuto una fase di solidarismo idealista del novecento e che oggi con la sfida della presenza di tanti stranieri nel nostro territorio si deve misurare con una nuova accoglienza, intelligente, che guarda al futuro, la presenza dell'immigrazione ci aiuta a guardare al futuro e costruire il futuro: io credo che si possa, si debba") viene tracciato nel visual a partire dalla particolare attenzione che si è prestata al potere di Dio nella mobilitazione popolare e alla strategia di papa Francesco per indirizzarsi alle ferite e alle periferie - geografiche e sociali - del mondo. La catena connettiva prende il via dalla constatazione che ‘questo mondo genera paura, dalle periferie il mondo si vede meglio. Papa Francesco lo ha chiamato lo sguardo di Magellano.


Il Papa parla con lo sguardo di Magellano, da europeo migrante, inquadrando l’Europa non come uno spazio da difendere, ma come un processo da implementare in un mondo complesso. Esso è innanzitutto un processo di inclusione, che il Papa ha descritto ricordando i Padri dell’Europa Schuman, De Gasperi e Adenauer, sognando un «nuovo umanesimo europeo». Per questo bisogna andare a Sud. Per lo stesso motivo Lampedusa, anche con il primo viaggio del Papa nell’isola, ha una sua valenza simbolica nella geopolitica contemporanea. Non si può capire il Micro se non si conosce il Macro. Per orientarsi in questa realtà ci vuole prima di tutto Intelligenza. Questa intelligenza ha bisogno di nuovi occhi, di andare oltre, di costruire dei legami, di non fermarsi, di riconoscere gli altri e di aprirsi all’incontro. E’ in atto una rivoluzione antropologica. Gli italiani emigrano in numero di 70 mila ogni anno. Non c’è muro che tenga. La Pace è artigianale…e gli artigiani non mancano.