Voce: Sindyal? A Crotone una finta bonifica

6 febbraio 2017, 20:30 Calabria Domani | di Rodolfo Bava

Veramente deprecabile. Si parla di bonifiche sin dal 1998. Di quella di Crotone dal 2002; ma soltanto l’11 gennaio 2013, in seguito a decreto ministeriale, la bonifica della nostra città fa parte di uno dei 39 siti di competenza del Ministero dell’Ambiente.


di Rodolfo Bava | Calabria Domani

Ecco l’attuale stato di procedure per quanto riguarda Crotone: Progetto definitivo per la bonifica delle acque di falda nella zona della S.S. 106 Km.147, Eni spa, Divisione Refining & Marketing; Progetto definitivo di bonifica dell’area archeologica, Fisia Italpianti spa; Progetto di bonifica dei suoli nelle aree ex Pertusola, ex Agricoltura ed ex Fosfotec, I modul. Syndial, Attività Diversificate Spa; Progetto integrato per la bonifica dell’area archeologica. Comune di Crotone.

Però, quasi non bastassero gli inghippi sinora registratisi, nel corso di quasi un ventennio, ecco che, a Crotone, le vedute della Syndial si discostano di molto da quelle di un esperto del ramo, l’ingegnere Vincenzo Voce, il quale sostiene che i terreni verrebbero restituiti alla comunità non certo bonificati. Abbiamo, pertanto, creduto opportuno avvicinare Voce, sottoponendogli le seguenti domande:

D. Ing. Voce, se ci sarà l’incontro con la Syndial-Eni, potrebbe anticiparci quali saranno le Sue proposte concernenti i lavori di bonifica?

R. Innanzitutto occorre fare chiarezza sugli aspetti del nuovo studio di fattibilità, perché la nuova proposta riguarderebbe solo indirettamente le bonifiche dei siti industriali. Nel 2008 è stato già approvato un progetto operativo di bonifica dei siti industriali (POB), ad eccezione dell’area ex Sasol. Sono molti anni che cerco di far capire a tutti che il problema è la messa in sicurezza permanente già approvata.

Quindi, si cercherebbe di accelerare i tempi a danno della bonifica?

Chi tira in ballo il PSC, chi fa dichiarazioni inconsistenti; ma il progetto già approvato da Syndial è un dato di fatto. Il sito dell’ex Pertusola Sud è certamente uno dei siti più contaminati da metalli pesanti in Europa; ma Syndial, per ragioni di costi, e non di celerità, lascerà tutti i veleni, a scapito delle future generazioni. Quella approvata da Syndial sarà una finta bonifica dei suoli, perché, nonostante l’analisi di rischio, indichi una situazione di rischio cancerogeno, quando il cadmio (metallo pesante) supera i 15 mg/kg, Syndial decide di applicare tecniche di bonifiche solo dove la concentrazione del metallo è 450 mg/kg.

Si era anche parlato, in passato, di fito-rimediazione.

Certo, questa tecnica si prevede su 5 ettari. Mentre in altri 6,5 ettari si applicherà la rimediazione elettrocinetica e lo scotico, nonchè la ricomposizione topografica su 1 o 2 ettari. Sul resto nulla. Con la fitorimediazione pensano di bonificare nel giro di 5 anni; ma, secondo i miei calcoli, di anni ce ne vorranno 3.675 per il cadmio e 4.000 per il piombo. Strano che la Syndial applichi la messa in sicurezza permanente su 11,5 ettari; mentre non prevede ciò sui restanti 36 ettari. Perché non ha considerato il “soil washing” (lavaggio dei suoli)? Queste sono le cose che dovranno spiegare i tecnici della Syndial.

Sembrerebbe che la passata Amministrazione Comunale si sia dimostrata piuttosto latitante per quanto riguarda il problema della bonifica.

Queste sono le cose che dovrebbe approfondire la nostra attuale Amministrazione Comunale. Avrebbe dovuto già farlo l’ex Sindaco avv. Peppino Vallone. Adesso, Syndial ha anche il problema delle discariche fronte mare, per cui propone di realizzare due impianti di confinamento nell’ambito del sito Pertusola Sud che altro non sono che due discariche di rifiuti pericolosi. Quindi, oltre al danno anche la beffa. In tal modo il sito di Pertusola Sud non verrebbe mai restituito alla città.

Cosa pensa della creazione di un sito di archeologia industriale, non demolendo gli impianti dell’ex Società Montecatini, provvedendo ad un’azione di restyling. Potrebbe essere visitato dalle scolaresche della Calabria e delle regioni limitrofe.

Se parliamo del sito ex Sasol, il discorso potrebbe essere diverso, perché la caratterizzazione di quel sito non sembra eccessivamente pesante e non occorrerebbero molti soldi per la bonifica dei suoli. Quindi, si potrebbe realizzare un museo di archeologia industriale. Nonché un percorso didattico.

Dato che si dichiara d’accordo per il sito di archeologia industriale, si premurerà di prospettarlo all’Eni quando avrà l’incontro?

Se Syndial dovesse accettare un confronto tecnico con noi (Comitato “La Collina dei Veleni”) parleremo anche di questo. Ma ribadisco che il nodo cruciale e prioritario sarà la rimozione dei veleni cancerogeni dal sito di Pertusola e dalla discarica fronte mare.