Neve in Sila: opportunità e driver di sviluppo locale

15 gennaio 2017, 08:00 Il Fatto

La Calabria deve necessariamente puntare a recuperare competitività nei settori in cui vanta qualche forma di vantaggio comparato. Molti di questi settori sono legati alla dotazione di risorse naturali, tra cui l'inestimabile patrimonio montuoso. Un comparto di estrema rilevanza economica, per i volumi di reddito che può generare, è lo sport su neve e, in particolare, l'insieme delle attività sportive che si realizzano sulle piste da sci.


di Francesco Aiello*

A fronte delle elevate potenzialità, si osserva, tuttavia, che in Sila - a Camigliatello Silano, Lorica e Villaggio Palumbo - l'impatto effettivo degli sport da neve è bassissimo e la principale causa è la mancanza di una seria programmazione delle attività sia da parte del settore pubblico sia dei privati.

Poiché è importante capire non solo cosa fare, ma soprattutto come farlo, lo studio sottolinea la necessità di un patto per gli inverni della Sila. Questo "contratto sociale" interessa, in particolare, tre parti: la politica, i gestori degli impianti e la rete dell'accoglienza.

È falso pensare che il rilancio del turismo invernale sia di esclusiva responsabilità degli enti territoriali. Nella nuova fase, l’apparato burocratico e la politica, in latu sensu, devono garantire le precondizioni per avviare il percorso di sviluppo tramite il supporto agli investimenti strutturali; offrire in modo rapido ed efficiente alcuni servizi di pubblica utilità (viabilità, disponibilità di parcheggi) e minimizzare la loro ingerenza nei meccanismi organizzativi del comparto.

Sul fronte della funzionalità degli impianti e delle piste, è necessario ri-programmare i tempi nella gestione dei servizi. I collaudi e la manutenzione devono essere fatti in largo anticipo rispetto all’avvio della stagione. Occorre recuperare reputazione annullando le inattese e ripetute interruzioni degli impianti di risalita. Eventuali interventi contingenti devono essere rapidi, brevi e comunicati in anticipo agli utenti.

Il personale deve essere periodicamente aggiornato e professionalizzato. Occorre, infine, dotarsi di snelli e funzionali strumenti di comunicazione con l’utenza. La rete dell’accoglienza deve radicalizzare la trasformazione dei servizi offerti ai clienti, la cui domanda non è solo di ristorazione, ma è molto più articolata e complessa. Per soddisfarla urge che il sistema degli operatori privati e delle istituzioni intermedie (pro-loco, associazioni, ente parco) fissi un obiettivo, unico e condiviso, e lavori in modo cooperativo e sinergico per perseguirlo.

Se è vero, com’è vero, che il turista non è un mero cliente, ma è un ospite, allora l’obiettivo dei privati, nella nuova fase di sviluppo del settore, deve necessariamente essere basato anche sulla diversificazione delle opportunità di svago e sulla riqualificazione della vivibilità dei luoghi.

* professore ordinario di Politica Economica presso l’Università della Calabria


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