Mattarella al bivio tra Popolari e Populisti

Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social



Quale sia il prossimo percorso della democrazia italiana in Europa e nel mondo, l’innovativa e propulsiva via da intraprendere per concordare e armonizzare istituzioni e popolo, è di certo l’impegno di gran lunga più importante e strategico per il Capo dello Stato Sergio Mattarella, chiamato a indicare la rotta politica, dopo l’esito altisonante del Referendum che ha nuovamente sancito il primato della Costituzione. Un compito impressionante, inedito, che apre finalmente la pagina vera e autentica, con il timbro del Sovrano e non con quello dei soliti faccendieri della vecchia particrocrazia, di una ‘Seconda Repubblica’, la cui base sociale e morale risulta non solo allargata dalla partecipazione referendaria, quanto dalla qualità nuova di un arco costituzionale inimagginabile, a cui partecipano per la prima volta il Movimento Cinque Stelle, fondato e guidato da Beppe Grillo e la Lega Nord, patrocinata da Roberto Maroni e dal suo Segretario Matteo Salvini.


Due forze politiche da lungo tempo accusate di essere la prima anti-sistema e la seconda secessionista che hanno solennemente firmato e ‘giurato fedeltà’ alla Costituzione storica a urne aperte, voluta dopo la sconfitta del Fascismo e la riconquista della Libertà. Un fatto sconvolgente, di enorme valenza politica e istituzionale, sui cui tanto si dovrà argomentare, anche sul filo dell’ironia, denominando la Carta della Repubblica, persino come la Costituzione dei Populisti.


Tuttavia giova ricordare, specie a quei perdigiorno che invece di rimboccarsi le maniche vorrebbero continuare a non far nulla reclamando le elezioni anticipate a Carnevale, che una volta sancito il pensiero dei 2/3 degli elettori, dunque una vera e propria maggioranza rafforzata e altamente costituzionale, tocca ora ascoltare le meditate parole del Presidente della Repubblica, impegnato a comprendere anche nelle più sottili sfumature non un voto ai partiti ma un sorta di plebiscito che conferma la supremazia repubblicana, democratica, antifascista, persino per alcuni aspetti più sofisticati, l’impianto proporzionalista della Prima Repubblica.


Non si tratta di sottili distinzioni di lana caprina quanto dell’impegno a definire nei minimi dettagli la volontà non di uno o più partiti ma dell’intera comunità nazionale, più che mai attenta a che non si realizzino inciuci, pastrocchi, combine e quant’altro di nefando è stato disastrosamente fatto nel passato.


Ciò che appare curioso a chi scrive è che tale compito, questo rovello impegnativo e assillante, tocchi proprio a uno degli ispiratori, padri nobili di quel nuovo ‘popolarismo’ che negli anni ’90, dopo Tangentopoli, sorse tra attese e speranze dalla ceneri di una Democrazia Cristiana che scelse la strada della autodissoluzione e di un cattolicesimo sociale che non aveva più riferimenti forti dopo che la Chiesa aveva sciolto le righe e staccato ogni cinghia di trasmissione con il partito cattolico e confessionale.

Quel che colpisce, inoltre, è l’eclissi ormai definitiva dei post comunisti. Prima sono usciti dalla storia adesso sono addirittura scaraventati fuori da ogni scenario. Era più o meno prevedibile? Certo autoreferenzialità, saccenterie, arroganze, persino intollerante pseudo intellettualismo hanno spianto, la strada, l'espulsione a furor di popolo, insomma al loro definitivo ostracismo dai giochi del potere che, in fondo, da Ciampi in poi, li avevano esclusivamente affascinati e sempre rigasati e esaltati come veri e incalliti giocatori di poker.


Mattarella deve, dunque, non solo dare l’incarico a un nuovo Presidente del Consiglio, che pure è u urgente per l’economia e la società del Paese, ma fare molto, molto di più: avviare il più profondo risanamento costituzionale del paese senza incedere in una restaurazione dell’antico, profilandone accortamente l’innovazione futura. Occorrono scelte meditate e ben ponderate. Esortato da cotanto risultato del voto sovrano, viene quasi naturale usare la bella battuta di Ezio Greggio, miglior giornalista italiano e voce libera di Striscia la Notizia: Presidente, presto che è tardi…



Mattarella at the junction between Popular and Populista - What is the next course of Italian democracy in Europe and worldwide, the innovative and propulsive way to go to agree and harmonize institutions and people, is certainly a commitment by far the most important and strategic for the Head of State Sergio Mattarella , called to indicate the political route, after the resounding success of the referendum which has again established the supremacy of the Constitution. An impressive effort, unprecedented that finally opens the page, real and authentic, with the stamp of the Sovereign and not with that of the usual fixers old particrocrazia, a 'Second Republic', whose social and moral basis is not only enlarged by the participation in referendum , as the new quality of an unprecedented constitutional period, in which they participate for the first time the Five Star Movement, founded and led by Beppe Grillo and the Northern League, sponsored by Roberto Maroni and his Secretary Matteo Salvini. - Vito Barresi Daily Social Change