Crotone. Le confessioni di Davide che affronta Goli“A” con la fionda del budget

25 novembre 2016, 13:26 Trasferta Libera

Mancano sei giornate al giro di boa e gli squali marciano ancora ad una velocità ridotta nel loro percorso direzione salvezza. Un viaggio che si è dimostrato da subito in salita per tante componenti e una città che si aspetta dei risultati per poter sperare nel secondo miracolo consecutivo, dopo la promozione inaspettata dell’anno scorso.


di Cinzia Romano | Trasferta Libera

È il caso di dirlo, come nel famoso racconto biblico si dice a Davide “Non puoi combattere contro Golia. Tu sei solo un ragazzo, e lui è tutta la vita che fa il soldato!”. E allora proviamo a chiedere quale sia la risposta di mister Nicola (Davide all’anagrafe), sul prosieguo del campionato, analizzando quanto finora vissuto.

Giugno 2016: Un allenatore giovane, con esperienza e gavetta in serie di categoria inferiore, un campionato di serie B vincente con il Livorno quattro stagioni fa, che accetta di diventare il nuovo allenatore del Crotone targato serie A. Non ha pensato neanche un secondo di potersi “bruciare” con una neopromossa alla prima esperienza assoluta nella massima serie?

Bruciare è un termine che non mi piace affatto e con cui non mi relaziono. Credo che tutti possono accrescersi ad ogni esperienza e migliorare. Laddove altri potevano vedere delle difficoltà e dei problemi io ho visto solo l’opportunità di far bene. Definirei la mia scelta come puro coraggio, una delle più grandi virtù che può avere l’essere umano. Credo di aver accettato qualcosa che pochi altri avrebbero fatto: si sapeva che avremmo allestito una squadra con pochissima esperienza, formata da molti giovani, sfruttando al massimo un budget da non permettere l’acquisto di giocatori con elevatissima esperienza nella categoria, precise referenze e precisi numeri alle spalle.

Lei è un allenatore che crede nei giovani e lavora molto sul gruppo. Una preparazione pre-campionato con molti calciatori diversi da quelli attuali. Cosa è riuscito a costruire in questi mesi che all’inizio campionato non aveva?

C’è stato finora un mini campionato del Crotone: l’idea iniziale era di dar continuità ad un progetto tecnico-tattico dello scorso anno, perché molti dei giocatori presenti in ritiro erano gli stessi, a cui si erano unite le nostre idee di vedere il calcio. A fine agosto, in chiusura del calciomercato sono arrivati dei giocatori con caratteristiche completamente diverse e non siamo riusciti a raggiungere certi obiettivi che volevamo, per varie problematiche legate al budget e non. Abbiamo giocato le prime due partite senza aver completato l’organico. Il lavoro svolto finora, nell’ultimo periodo è tangibile, c’è stato un cambiamento incredibile e visibile, sia nei punti raccolti, sia dal punto di vista strutturale della squadra, sia nel modo di occupare il campo, sia in termini di consapevolezza che di espressione di gioco. Bisogna tenere presente che dobbiamo viaggiare sempre a 200 km/ora, perché togliendo il Pescara che è molto simile a noi, le altre squadre possono anche permettersi di viaggiare al minimo in quanto hanno capacità, esperienza e qualità incredibili. Per noi qualsiasi cosa è la prima volta che la facciamo in serie A.


Non cerco mai alibi, non portano a nulla

Difetti? Vale la regola delle “3 T”, ne abbiamo “Tanti-Troppi-Tutti”.


Non cerca mai alibi, ma se valutiamo Crotone a 360 gradi: stadio, mancanza di un centro sportivo, logistica, ecc. Quali sono gli ostacoli maggiori che, insieme alla squadra, ha dovuto superare e con i quali ancora oggi dovete confrontarvi?

Non cerco mai alibi perché sono convinto che non portano a nessun tipo di vantaggio, se ci si concentra sui difetti vale la regola delle 3 T, ne abbiamo Tanti-Troppi-Tutti, in qualsiasi ambiente si vive. Ma ad oggi stiamo giocando davanti al nostro pubblico, in uno stadio che ha una qualità maggiore rispetto al precedente, un effetto visivo dal campo, di curva e tribuna molto imponente viste le distanze ridotte. Un problema logistico potrebbe essere legato alla mancanza di un centro sportivo, ma quella del Crotone è una realtà in divenire e credo che quest’anno si sia già migliorato riuscendo ad avere una palestra al coperto a Steccato di Cutro, che non c’era mai stata. Grazie all’aiuto di tutti si cerca di migliorare alcune dinamiche, ma chiunque arriva a Crotone queste cose le sa già e deve ingegnarsi con tante idee, con tantissimo impegno, con un grandissimo senso di appartenenza, perché essere consapevoli di questa realtà porta a non sprecare energie inutili.

Spesso si guardano i report delle partite e le statistiche. Siamo una squadra che ha raccolto meno di quello che avrebbe dovuto rispetto alle prestazioni, si corre molto ma a volte questo non è apprezzato dai tifosi perché affermano che non è una maratona ma una partita di calcio. Ci può spiegare qualcosa in più di un semplice dato numerico?

Per essere credibili bisognerebbe affidarsi ad alcune evidenze scientifiche, che hanno una valenza, ma bisogna sempre legarle al calcio, un gioco con la sua elevata imprevedibilità. Razionalmente non è sempre facile spiegarla. Oggi esistono tantissimi strumenti che ti permettono di vedere quanto e come corri, ma noi l’abbiamo dovuto aggiungere anche all’inesperienza. È come quando guidi la macchina per la prima volta, stai attento a duemila cose a cui poi non ci penserai più perché diventano automatiche. Questo discorso vale per qualsiasi attività che svolgiamo: la prima volta utilizziamo una quantità di energie elevatissima perché non sappiamo cosa scremare e cosa è effettivamente importante. Corriamo molto e sicuramente impareremo a farlo sempre meglio. A parer mio si nota anche dall’espressione dei giocatori durante gli interventi tecnico-tattici in partita. All’inizio si facevano tanti errori che oggi non si fanno più, perché c’è una maggiore presa di coscienza che permette di gestire i principio delle economie e delle energie impegnate.

Come si può far fare minutaggio e esperienza in serie A a giocatori inesperti che saranno utilissimi nel proseguo del campionato?

Molti stranieri arrivano da noi da esperienze diverse di campionati diversi, quindi sono equiparabili a giocatori italiani che non hanno mai militato in serie A. Siamo una delle squadre che ha impiegato il maggior numero di giocatori e chi più, chi meno, i minutaggi e l’esperienza la stanno costruendo, ma purtroppo al momento lo abbiamo potuto fare solo in 13 partite a fronte di squadre con anni di serie A alle spalle. L’unico modo per poter fare esperienza è continuare a giocare in questa categoria sempre di più, sommando apprendimento e conoscenza che non sono pratiche, ma che comprendono una preparazione mentale ad approcciarsi in un campionato di questo genere. Ne è un esempio se si confronta la gara contro la Roma, dove hai creato tante azioni da gol, ma hai subito 4 reti e quella contro l’Inter dove fino all’84’ eri ancora sullo 0-0. Bisogna semplicemente lavorare fuori e dentro il campo, sulle certezze e sull’esperienza pratica di quello che fai durante le partite.


Il budget? Limitato ma mi fido della società

I ragazzi? Motivati e fiduciosi.


A inizio campionato affermò che avremmo visto un Crotone completamente differente tra il girone di andata e quello di ritorno. Nelle ultime 7 giornate si è già notato ciò che aveva detto. Quali sono i margini di miglioramento che questa squadra può ancora dimostrare? E quanto è difficile resettare quando si perde molto?

Vincere crea sicuramente un’euforia sul lavoro che stai facendo e che andrai a fare, ma questa squadra non ha mai risentito dei risultati fin qui conseguiti. Personalmente sono rimasto positivamente sorpreso, perché sono dei ragazzi che hanno una capacità di gestire le emozioni, consapevoli della difficoltà che avrebbero dovuto affrontare nella nostra realtà. I giocatori non hanno mai cambiato l’atteggiamento giusto all’approccio di una nuova sfida, motivati e fiduciosi che in ogni partita possono portare a casa punti o continuare le buone prestazioni. L’obiettivo del Crotone in questo campionato è raggiungere la salvezza, quindi non si può pensare di dover vincere a tutti i costi, ma fare risultati positivi, anche con dei pareggi, che darebbero continuità per avvicinarti al tuo sogno. Le ultime sette partite hanno mostrato una nuova identità per atteggiamenti, per interpreti, organizzazione e soprattutto nella fluidità di gioco che stiamo esprimendo.

Alla luce di quanto vissuto fino ad oggi, se potesse tornare indietro sceglierebbe di nuovo Crotone come piazza per allenare una squadra di serie A e se sì cambierebbe qualcosa o rifarebbe tutto uguale?

Decisamente sì. Non c’è mai un giorno che io mi sia pentito, anzi, più è il tempo che sto qui, più ne sono certo. Sapevo che sarei venuto in una società senza esperienza della categoria, dove c’erano tanti giovani, con un budget limitato, mi sono fidato ciecamente e mi fido ciecamente della professionalità e capacità del ds Ursino e dei fratelli Vrenna. Rifarei tutto esattamente uguale perché convinto di ciò che si sta costruendo e di aver individuato il vestito giusto per questa squadra.

Scambiando due chiacchiere, si percepisce la voglia di far bene e di lavorare sodo, fiduciosi del futuro. Concludendo possiamo dire che Niente è impossibile come il brano della canzone di Chiara Grispo da cui estrapoliamo qualche frase: “Prestami un passato, la tua esperienza non ce l’ho. Arrivo un po’ per caso, in un mondo dorato, a cui non ho voluto dire no. La mia generazione ha fame di occasioni… non voglio abbandonare la vita nelle mani del destino… se rido a nuovi giorni da inventare e se non smetto di sognare, niente è impossibile, niente è impossibile…