Sculco e Pugliese portano un SI alla corte di Renzi

2 novembre 2016, 22:41 Il Fatto

Ma se a Crotone, come del resto in Calabria, al Referendum del 4 dicembre 2016, il No dovesse vincere, quale significato politico assumerà tale successo rispetto alla posizione filo-renziana e favorevole al Si, inaspettatamente assunta e perorata dal Sindaco Ugo Pugliese?


Un politico di ultimissima acquisizione che, dopo essere stato per lungo tempo alieno dall'agone pubblico, ha sorpreso per aver rotto gli indugi ideologici, scendendo in lizza come fresco puledro della scuderia Sculchiana, pronto a difendere a spada tratta le ragioni renziane del Si, anche se la sua audacia quasi pudica e sottovoce sembra fatta apposta per evitare di fare rumore, senza allertare l'attenzione critica sia dell'opinione pubblica che di una parte stessa e non indifferente di elettorato che a suo tempo lo ha suffragato di inaspettato consenso.

Non che le nostre convinzioni in materia costituzionale siano state scalfite dall'esordio costituente del neofita sindaco in fascia tricolore, ma il suo fatidico Si, di certo lascia se non smarriti comunque molto sorpresi per la puntuale e molto devota conferma ad esser parte alle nozze ormai imminenti tra famiglia Sculco e Casa PD.

Tuttavia il punto non sta in quel che gli antropologi chiamano più specialisticamente 'strategie matrimoniali endogamiche' quanto, adesso che finalmente ci sono dopo tanto sciopero di valori e ideali nel Partito degli Sculco, negli elementi che tendono a compore un giudizio politico più ampio e completo, sostanziato nella loro chiara e definitiva scelta referendaria.

In politica i numeri contano più delle convinzioni, per cui il prossimo voto sarà comunque letto ed esaminato come misura della forza reale politica del sindaco, non solo in versione verticale ma anche chiaramente orizzontale, vale a dire comprovare quale sia il grado di debolezza intrinseca e strutturale della giunta Sculco-Pugliese.

Nell'apprestarci ad assistere agli ultimi round di una campagna referendaria in bilico tra il modulo tradizionale del confronto politico e quello renziano in perfetto stile clintoniano, nel mentre i giornali più vicini al potere, le televisioni di stato finanziate in bolletta Enel, fanno da coro alla vittoria della riforma firmata dal ministro signora Boschi, anche in sede locale si stagliano gli schieramenti e si delineano le posizioni contrapposte.

Dopo le tante iniziative già attuate da vari comitati di sostegno al No alla riforma fortemente propugnata da Renzi, anche a Crotone si è fatta sentire la voce del Si che ha trovato nello schieramento che fa riferimento alla maggiornaza del Pd, la non tanto inaspettata convergenza e la compagnia degli ex popolari pitagorici che fanno capo al loro leader storico, Enzo Sculco, già esponente di spicco del PPI calabrese, in Consiglio Regionale.

Pur non conoscendo i veri e reali motivi che impedirebbero a Sculco senior di rinunciare a manifestare pubblicamente le sue posizioni, su un tema così politicamente importante e istituzionalmente strategico, egli lo ha fatto tramite l'intero organico istituzionale che fa parte della alleanza elettorale familistico-territoriale, da lui fondata e diretta, tra cui spiccano il consigliere regionale Flora Sculco e il sindaco di Crotone Ugo Pugliese, che hanno decisamente impugnato la bandiera renziana del Si.

Con un'iniziativa in cui concorreva anche un esponente parlamentare del Pd, appartenente alla prima fila dei plaudenti renziani in quel di Roma, tale onorevole Carbone, che per motivi alquanto vaghi pare essersi defilato all'ultimo momento, magari suggerito da altri maggiorenti calabresi del suo partito, di desistere dalla comparsata per motivi di opportunità politica, evitando un così aperto e idilliaco abbraccio con i tanto avversati nemici sculchiani di sempre.

Ad ogni modo, a parte lo 'strano' imbarazzo di Sculco a esprimersi su No o Si, la determinazione del Sindaco a favore del Governo e del Si assume immediatamente un suo specifico valore politico e ovviamente anche una valenza ben connotata dal punto di vista amministrativo.

Giacché sarà il risultato elettorale a mettere in dovuta evidenza il livello di confidenza e il tasso di consenso attualmente esistente tra i cittadini e il sindaco, tra la giunta comunale e il popolo. Il voto referendario, insomma, potrebbe e dovrebbe in qualche modo convocare una buona parte dei cittadini che sono critici o avversi a questa confusa ed ambigua giunta Sculco-Pugliese a non perdere un'utile occasione per lanciare un monito e un segnale forte in direzione del cambiamento vero e dell'alternanza trasparente.

Pugliese insomma si troverebbe di fronte a una verifica da effettuare nelle urne, nello spazio diretto della democrazia civica, sull'avvio di una fiacca esperienza amministrativa. I fautori del No farebbero bene a valutare questa specifica simmetria che si è venuta a determinare tra comune e referendum, tra il Si e la compagine Sculco-Pugliese per trarne linfa d'impegno e propaganda durante queste settimane prima del voto.