Il Marlowe della Benemerita. Fiction e realtà nel nuovo romanzo del Maggiore Marletta


Buona visione sì, ma anche buona lettura del terzo romanzo di Giuseppe Marletta. Ormai sono personaggi quasi familiari i carabinieri che si apprestano a risolvere un nuovo enigma. E se seguiamo l'intreccio delle vicende del giallo, insieme seguiamo quelle umane dei protagonisti. Dagli amori del giovane Attilio, alle preoccupazioni paterne dell'austero appuntato Ganci, non solo carabiniere ma genitore ansioso, come qualsiasi genitore. Carattere distintivo dello scrittore rimane sempre la simpatia verso i “suoi” personaggi più veri e autentici. Con la loro umanità a volte anche fragile e nel nostro immaginario di lettori hanno preso una loro “forma” ben consolidata e viva. Per lo stesso motivo i due paesi, Castel Siculo e Rocca Alta, acquistano una nuova vita grazie a quelle parole che, con il colore del dialetto, costituiscono “un flusso di suono.... una sorta di partitura”, come dice Camilleri. Far parlare i personaggi con il loro dialetto non vuol dire promuovere facili particolarismi, ma avere capito come questa lingua, queste lingue, che siano il siciliano o il borgotarese, esprimono un vero e proprio patrimonio culturale che non deve essere relegato, con troppa facilità, esclusivamente al folklore popolare. Ma, come sempre, altro e di più.



Un giallo, un romanzo d’avventura, una storia centrata su sei carabinieri, una Stazione della Benemerita in un paese della Sicilia Jonica, in provincia di Catania e su due ragazzi, i protagonisti di un'amore travolgente. Tutto si svolge tra la metà degli anni ’60 e ’70, e tutto inizia con l’omicidio di un misterioso personaggio, le cui indagini si svolgeranno tra varie località dell’Italia e della Svizzera e si risolveranno grazie all’impegno ed alla determinazione dei carabinieri ed al coraggio e al senso civico di un onesto ed esemplare cittadino. Un libro in cui vibrano i temi sociali che fanno da sfondo all’intera vicenda: la ribellione alle prevaricazioni della criminalità; il rifiuto della cultura dell’omertà ed il rispetto della giustizia; i valori della famiglia e del mondo giovanile; l’emigrazione; il bullismo; la devastazione dell’ambiente e, soprattutto, l’amore per la libertà e la ribellione ad ogni forma di tirannia.

Un racconto minuzioso e accorato delle vicende umane di un ragazzo e di una ragazza separati, in un particolare momento storico dell’Italia e dell’Europa, dalle ineluttabili vicende della vita, che fanno da sfondo alle loro disavventure ed a quelle delle persone a loro vicine. Il giovane sarà costretto ad andare all’estero, ove riuscirà a laurearsi. Eventi imprevedibili e dolorosi gli impediranno, però, di realizzare le sue aspirazioni e dovrà affrontare notevoli sofferenze, sempre sopportate per il grande desiderio di tenere fede ad un’antica promessa. Riuscirà quindi a tornare in Italia, ma il suo cammino sarà sempre lastricato da imprevisti e angosce e lo trascinerà in molte avventure, nelle quali, pur provato da strazianti vicende personali, l’amore per la democrazia e la libertà gli consentiranno di uscirne sempre a testa alta; un epilogo che descrive la conclusione degli eventi narrati, con un suggestivo ed inatteso, quanto emozionante, colpo di scena.



Giuseppe Marletta, nato a Catania, ha risieduto in Mineo (CT); si è arruolato nell’Arma dei Carabinieri ed ha ricoperto incarichi da carabiniere, sottufficiale ed ufficiale, prestando servizio in varie città italiane e frequentando vari corsi di aggiornamento e specializzazione. Laureato in Scienze dell’Amministrazione, sposato e con tre figli, è amante delle buone letture (Wilbur Smith, Ken Follett, John Grisham, Clive Cussler), dopo i positivi esiti delle prime due opere ("La nobildonna" e “Le verità inattese”, entrambi in gran parte autobiografiche, ispirate a fatti e persone verificatisi e conosciute nella mia esperienza umana e con pagine di vita intrecciate su radici storiche e sociali della nostra Italia), si è cimentato a scrivere un nuovo romanzo (giallo ma anche storico, nonché incentrato su una bella storia d’amore) con pagine di vita intrecciate su radici storiche e sociali, descrivendo in particolare l’anelito alla libertà che caratterizzò la popolazione della provincia di Parma negli eventi succeduti all’armistizio dell’8 settembre 1943.