Hotel Roma tra terremoto e terrorismo

Vito Barresi
Cambio Quotidiano Social


L’immagine mondiale dell’Italia è in frantumi. Materialmente crollata tra i tanti cadaveri ritrovati tra le scale e le stanze di un albergo simbolo del piccolo ma bel turismo nazionale. Tanti volti che si somigliano in una eterna tragedia di ritorno. Uno di quei luoghi che neanche il sisma distruttivo riuscirà a tramutare in ‘non luogo’ bensì in una reliquia, una memoria perduta della grande storia materiale dei borghi minori. Albergo storico, antica dimora per pellegrini e flaneur, che stava già nelle prime guide Touring del Bertarelli, Hotel Roma, ad Amatrice nel centro storico della cittadina reatina, dove tanti, troppi turisti hanno concluso inaspettatamente e fatalmente la loro vacanza trasformata improvvisamente da festa estiva in tetro funerale. Aprendo il tema con le parole del poeta Giuseppe Ungaretti, “di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro. Di tanti che mi corrispondevano non è rimasto neppure tanto. Ma nel cuore nessuna croce manca. È il mio cuore il paese più straziato”, non ce ne vogliano i sostenitori ad oltranza di Matteo Renzi, uomo politico che ovviamente non ha alcuna colpa né della scossa né della pesante eredità di un passato malgoverno del territorio e dei centri storici delle zone interne, se ritorniamo a scrivere che nel giudizio del momento e non in quello futuribile, egli dovrà essere valutato e giudicato nei termini delle scelte fatte e dichiarate nel suo programma di governo. Se cioè il suo Governo e la sua maggioranza parlamentare, che sono l’attuale direzione politica del Paese e non altri, abbiano valutato e promosso, o invece scartato l’ipotesi e l'impegno, che dopo quanto era avvenuto a L’Aquila si ravvisasse, in più o in meno, la necessità di implementare con fondi supplementari e permanenti un programma di prevenzione sismica mirato, a partire da quelle zone del Centro Italia e da estendere a tutto l'Italia fisica, utile al rafforzamento e alla difesa delle infrastrutture nazionali, più che mai essenziali alla vita moderna di un Paese civile in cui è garantita la sicurezza dei cittadini, sia nei casi storicamente più ricorrenti di Terremoto che in quelli più recenti di Terrorismo.


In questi anni di permanenza a Palazzo Chigi le scelte di Renzi, cioè quell’insieme di deliberazioni che hanno sostanziato l’azione e le politiche istituzionali, oscillando tra crisi bancaria ed emergenza terrorismo hanno fortemente sbilanciato il Paese impegnandolo su altre questioni talvolta ultronee che nulla hanno a che fare con i grandi problemi di sicurezza infrastrutturale, di fatto accantonati, anche perché non produttori di efficienze e utilità di sistema ma moltiplicatori di spese e debito pubblico, rispetto ad altri più facili obiettivi che sarebbe retorico rielencare.


E’ doveroso comunque e però ricordare che tanti sono stati gli spunti di cronaca che avrebbero dovuto far riaggiornare l’iniziale programma di governo, resettandolo nella prospettiva strategica di una vera difesa della struttura nazionale non solo nei termini dell’ordine pubblico e della Difesa militare, allerati d’urgenza con droni, basi, aerei e truppe invisibili in altri teatri di guerra esterna, tra cui la vicina Libia. Basterebbe qui citare i più negletti teatri interni dove continuano spettralmente e disordinatamente a recitare varie compagnie di questioni tra cui primeggiano le alluvioni a Genova e nel sud, l'emergenza idrica a Messina, il crollo del Ponte Italia sull’A3 in Calabria, lo scandalo del petrolio in Basilicata, la tragedia delle ferrovie minori in Puglia ecc..


Tutto questo nel mentre si aprivano i varchi alle perforazioni petrolifere e si lasciavano i comuni polvere in stato di abbandono, di riduzioni degli aiuti, di spopolamento, fino al limite di una autentica povertà areale. Renzi, per dimostrare di essere un politico all'altezza come ci auguriamo lo sia davvero, dovrebbe avere il coraggio di farsi un esame di coscienza politica. Forse in guisa di come avrebbe fatto De Gasperi e ammettere che nella sua azione di governo, in cui sempre dovrebbe prevalere una scelta razionale e lungimirante, ci sono state evidenti negligenze sul tema della sicurezza sismica.


La legge Finanziaria, i Programmi quinquennali, i raccordi con i Fondi Europei, gli Accordi di Programma Quadro, i Programmi Operativi sono una certificazione di tali scelte e purtroppo anche di possibili errori che possono e devono essere corretti con soluzioni che fanno il carattere vero di una politica e di una gestione di governo.


E tra di esse dovrebbe esserci quella, a nostro parere, di non confondere la giusta e costituzionale prassi della Difesa Militare dello Stato con la lotta al terrorismo internazionale, evitando di destinare fondi aggiuntivi, del tutto surrettiziamente, al settore militare a discapito degli investimenti nelle opere civili.


Che cosa dire altrimenti se non che in Italia la sicurezza deve essere prioritariamente la lotta a quel perverso effetto dei ricorrenti terremoti che si traduce in una vero e proprio terrorismo sismico che tiene in costante stato d’allarme l’intera popolazione dello Stato?

Ma tutto ciò, ieri con la lunga serie dei passati dicasteri e oggi ultimo con quello di Matteo Renzi ancora non è stato.


HOTEL ROMA FINIS MUNDI. Renzi and the Italian image of earthquakes and terrorism - The image of the world is in tatters. Materially collapsed among the many bodies found between the stairs and the rooms of a hotel symbol of the small but beautiful national tourism. Many faces that resemble each other in an eternal return tragedy. One of those places that even the destructive earthquake will be able to turn into a 'non-place' but in a relic, a lost memory of the great history of small villages minor material. historic hotel, an ancient dwelling for pilgrims and flaneur, who was already in the first guides Touring the Bertarelli, Hotel Roma, Amatrice in the old town of Rieti, where too many tourists have concluded unexpectedly and fatally their vacation suddenly transformed from a summer party in gloomy funeral. Opening theme with the words of the poet Giuseppe Ungaretti, "of these homes did not remain that some shred of wall. Many that corresponded to me did not remain even so. But in the heart no missing cross. It is my heart the most tormented country, "we do not want the supporters to the bitter end of Matteo Renzi, a politician who obviously has no guilt nor the earthquake nor the legacy of a past bad governance of the territory and internal historical centers, if back to write that in the time trial and not in the future-he will have to be evaluated in terms of the choices made in terms stated in its government program. That is if the government and its parliamentary majority that are the current political direction of the country, have evaluated or rejected the idea that after what had happened in L'Aquila not ravvisasse longer any need to implement additional and permanent funds a seismic prevention program targeted at those areas of Central Italy, useful to the strengthening and defense of the national infrastructure essential to the life of a civilized country in which it is guaranteed the security of citizens both in the cases historically recurring Earthquake that of Terrorism. Vito Barresi Daily Social Change