Il futuro dell’economica digitale in Italia secondo Fed2016: What’s next?

18 luglio 2016, 10:16 Technology & Passion | by Nezwork.it

di Domenico Di Paola | Nezwork.it

È stato un grande successo il primo Forum dell’Economia Digitale - FED2016 svoltosi a Milano che si è concluso recentemente, il 14 luglio scorso.

Promosso e realizzato da Facebook Italia e dai Giovani di Confindustria, tra i tanti temi affrontati, tutti inerenti il digitale ed il cambiamento in atto nel nostro Paese quelli dello ‎Sharing Economy, ‎Banda Ultra Larga, ‪‎Media e Comunicazione, ‪Pubblica Amministrazione, ‎Venture Capital, ‎Industria 4.0, Startup e ‎Social Network, etc.

Sono stati oltre 30 relatori a salire sul palco ed esporre argomenti inerente il digitale. La platea era composta da circa un migliaio di persone.

IL GAP DIGITALE ITALIANO

Durante tutto l’evento, è stato sottolineato il costo del ritardo digitale valutabile in circa 2 punti di PIL e nella mancata creazione di circa 700 mila posti di lavoro. Questo gap digitale italiano è stimabile intorno ai 25 miliardi di euro l’anno di mancati investimenti. Anche lo stesso Marco Gay, presidente di Confindustria giovani, ha citato come metafora approfittando della data, la presa della Bastiglia e la gche ha imposto un cambiamento radicale di un mondo nascente su quello che si credeva eterno.

L’ITALIA DEI PARADOSSI

La digitalizzazione dell’impresa italiana sembra come al solito di andare troppo lenta rispetto agli altri, almeno tre volte più lenti degli Usa e la metà della media europea.

Se da un lato, per stimolare la crescita economica e culturale del nostro Paese occorre intervenire sulle infrastrutture tecnologiche, questo Governo sta spingendo sul Digitale, con un piano puntuale e ben strutturato, puntando quindi sull'Innovazione per supportare la crescita nel presente e garantire un futuro all'Italia.

Dall’altra parte, come ha spiegato Luca Colombo, country manager di Facebook in Italia, c’è la necessità di allargare la base degli utilizzatori. Infatti, se si parte dai dati più recenti si arriva a questa conclusione: il 28% degli italiani non ha mai usato Internet. Che se comparata alla media europea l’Italia è 24esima su 28 in termini di competenze digitali, sia degli individui che delle imprese. Il DESI mette l’Italia penultima nella crescita digitale. Addirittura siamo ultimi in termini di utilizzo degli strumenti online, soprattutto per le transazioni, le interazioni con altri e la lettura delle notizie; in Italia il 6,5% delle piccole e medie imprese vende online contro la media del 16% nell’UE

DIECI PASSI DA PRENDERE IN CONSIDERAZIONE

Se vogliamo pensare a migliorare il futuro delle nostre imprese, bisognerà pensare ed agire in maniera digitale. Quindi, adottare un nuovo approccio culturale che possa indirizzare imprese e consumatori a determinare un salto digitale:

  1. In ogni Consiglio d’Amministrazione deve esserci un esperto digitale: il digitale deve essere il centro delle decisioni strategiche delle imprese;
  2. Il telefono è uno strumento di lavoro fondamentale per tutti e nessuna impresa dovrebbe limitarne l’utilizzo. Anzi sarebbe auspicabile che le imprese non pongano blocchi all’utilizzo di internet;
  3. Tutti dovrebbero essere in possesso di un computer o un telefono, lo stesso ogni dipendente di imprese piccole o grandi;
  4. La cultura digitale è un fattore chiave del successo di un’impresa nel medio e lungo periodo che richiede l’investimento di una parte consistente del fatturato in formazione ed istruzione;
  5. L’assunzione dei giovani nelle aziende non deve diventare un rischio da temere ma una risorsa preziosa da valorizzare. Attraverso di loro entrano in azienda cultura e pratica digitale;
  6. La tecnologia è fondamentale ma non è un obiettivo in se: è un facilitatore del business che rende più semplice la vita delle persone, dei dipendenti, dei clienti. Al centro resta la persona;
  7. Le spese nelle nuove tecnologia e nel digitale non devono essere considerate come un mero costo, ma piuttosto come un investimento che permetterà all’azienda di strutturarsi meglio e far crescere il proprio business;
  8. Anche se la tecnologia crea timore o non suscita interesse in azienda, nel medio-lungo termine la mancanza di tecnologia rappresenterà un limite difficilmente sormontabile. La digitalizzazione non deve ne può essere rimandata;
  9. L’impresa per crescere ha bisogno che la cultura digitale sia in tutto l’ambiente circostante. Sostenere la crescita della conoscenza digitale del Paese attraverso università e scuole significa aiutare la crescita del business a medio e lungo termine;
  10. Il successo dell’impresa è determinato dall’intero eco-sistema: è importante operare in maniera che fornitori e clienti condividano la stessa visione, conoscenza e attenzione al digitale;

QUALCHE NUMERO

Durante il forum dell’economia digitale sono stati resi noti alcuni dati sullo stato attuale:

  1. 900 mila: I posti di lavoro che non vengono occupati per mancanza di competenze digitali;
  2. 18,2 milioni: Gli italiani che accedono in Rete da smartphone e lo usano mediamente per 109 minuti al giorno;
  3. 1,2 miliardi: Le connessioni con Pagine gestite dalle piccole e medie imprese che investono in advertising su Facebook; l’Italia rappresenta la quinta nazione nel mondo per crescita anno su anno;

Evviva lo sviluppo digitale… Buon cambiamento a tutte le imprese italiane…