RENZI E PD ROTTAMATI AL BALLOTTAGGIO. Quando l’acqua è poca e il papero non galleggia

Fausto Anderlini
Sociologo
Cambio Quotidiano Social Online


L'analisi rapsodica del voto. Numero 0. Comincia da qui a seguire. Rapsodica perchè sento i numeri come rabdomante, senza averli ancora scrutati. Renzi ha perso su tutta la linea e continuerà a perdere. Ci sono vincitori (il M5s), non vincitori (la sinistra), qualcuno/qualcosa che resiste (in sembianza di centro-sinistra), perdenti certificati (Renzi e le sue bande). Ora spiego perchè. Da Milano a Persiceto, passando per Bologna, e per Virginio, esemplare animale post-giurassico, e la Borgonzoni, la ragazza nevrotica che rifiuta il padre, e invece di ucciderlo ne viene sculacciata. Con un'occhiata a Martelloni, colui che si trovò in mano un poker senza saperlo. L'analisi rapsodica del voto. Numero 1. Il quadro generale. Una sconfitta su tutta la linea con gigantesche implicazioni strutturali. Il Pd, nato nel 2008 sotto la spinta modernizzatrice ma lineare di Veltroni, come partito con una base prevalentemente metropolitana e urbano-diffusa, perde rovinosamente su tutta la linea. Tale da risultare un partito ormai privo di referente sociale e territoriale. Sicchè il corpo liquefatto del Capo galleggia ormai sul nulla (come uno stronzo). Il Pd perde le grandi aree urbane, dove conserva seppure a stento solo Milano e Bologna, esattamente perchè non riducibili al modello renziano. E perde in modo ancor più massivo nella rete urbana minore. Qui le regioni un tempo rosse non fanno più la differenza, Anzi ! la conversione renziana ne ha dissolto l'humus identitario per consegnarle al M5S o alla destra legoide con una sistematicità ancor più ferrea che altrove. Bloccato nella penetrazione al centro e senza più il retrovia socio-culturale del centro-sinistra. Questo è il risultato a consuntivo della rottamazione. A Roma e Napoli va sotto persino al di là delle aspettative tale da configurare come una nemesi armena la vendetta sui giovani turchi e sulle più strampalate forme antropologiche del renzismo.


A Torino il vecchio turco è battuto, non perchè vecchio, ma perchè più ottomano dei turchi. Fassino è l'uomo della vecchia guardia che più sperticatamente si era esposto sulla sponda dell'Arno. Garante del rapporto coi poteri forti, paga la trascuratezza verso le periferie sociali (a Torino pur sempre cospicue nonostante il nuovo ciclo post-industriale) e forse anche il fatto di aver fatto dell'Anci il paraculo del neo-centralismo renziano. Si è trovato esposto all'assalto grillino anche per aver sguarnito un rapporto coalizionale a sinistra che avrebbe potuto limitare la ribellione.


Dulcis in fundo deve anche subire il dileggio renziano che ne sanziona la senile decrepitezza come capro espiatorio (una linea autolesionista per tempo suggerita dai due grandi politologi bolognesi Gualmini&Vassallo con le loro raffinate analisi sul valore aggiunto dei 'volti freschi'....i politologi alla mozzarella). Molti nemici, persino fra i veterani paladini....e molte vendette.....questo si profila all'orizzonte. A Milano Sala riesce a sfangarla perchè grazie alla cucitura di Pisapia si avvale di un assetto coalizionale di stile classico, girando così alla larga del partito della nazione. Inoltre Milano è città ipergentrificata con la conseguente minimizzazione delle periferie socio-territoriali.


A Bologna stesso discorso, anche se con varianti specifiche sulle quali tornerò nel numero 2.
In sintesi dove il Pd ha perso, quasi ovunque, è per via di Renzi. Dove ha tenuto è perchè hanno giocato fattori a lui avulsi. Tutte le sconfitte sono sue. Le 'non sconfitte', invece, sono di altri. Un partito che avesse conservato un minimo di autostima identitaria dovrebbe cacciarlo a furor di popolo.


L'analisi dei flussi, infine, dirà qualcosa di più preciso al riguardo, ma l'impressione è che se il M5S è capace di attirare voti da destra in seconda battuta, la stessa cosa non vale a parti invertite. Il M5S riceve molto di più di quanto dia. I suoi voti sembrano abbastanza anelastici in caso di conversione a destra. Anche il caso bolognese sembrerebbe confermare la regola. Un dato, se fondato, sul quale meditare (positivamente).


La strada per una forte affermazione del No al referendum costituzionale è tracciata.