Il mito di Astrosamantha 30 anni dopo lo Space Shuttle Challenger

1 febbraio 2016, 10:37 100inWeb | di Vito Barresi

Solo due giorni per vedere al cinema Astrosamantha, la donna dei record nello spazio. Tanti ne sono stati messi a disposizione dalla distribuzione per visionare nelle sale italiane il documentario dedicato alla cosmonauta tricolore, martedì 1 e mercoledì 2 marzo, un suggestivo racconto sulla missione spaziale di Samantha Cristoforetti. Una sintesi mirabile di tre anni di vita trascorsi dalla prima donna italiana astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e pilota dell’Aeronautica Militare, che ha in Europa il primato di permanenza in orbita (200 giorni) nell’ambito della seconda missione di più lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana. Tutta una storia di vita, un’account siderale biografato con straordinaria composizione filmica, raccontata e rappresentata in un lavoro scritto e diretto dal giornalista e autore di reportage Gianluca Cerasola. Non casualmente è comunque il caso di ricordare che il film esce proprio in coincidenza con l’anniversario, il trentennale, era il 28 gennaio 1986, della disastrosa e struggente Missione STS-51 L, quando Space Shuttle Challenger venne lanciato dal Kennedy Space Center, in Florida, in un mattino insolitamente freddo. Una partenza ritardata di sei giorni a causa del maltempo e di vari problemi tecnici. Secondo le cronache, in quel frangente storico-politico, la NASA era sotto la forte pressione pubblica che la chiamava a rispondere alla promessa fatta di rendere normali, quasi di linea, i viaggi nello spazio a prezzi accessibili. Così che spinti dalla frenesia di dimostrare che quel loro programma sarebbe stato un successo, i funzionari americani andarono avanti con il lancio, nonostante le preoccupazioni di molti ingegneri per le temperature fredde che avrebbero potuto compromettere la tenuta e la resistenza della navetta spaziale. Il disastro dello Space Shuttle Challenger fu l'evento più devastante nella storia della NASA e scosse la fiducia di un’intera nazione. Quella sera, il presidente Reagan rinviò il suo discorso sullo stato dell'Unione per rendere omaggio ai sette astronauti caduti. AstroSamantha è, dunque, un rinnovato inno alla fiducia e alla speranza della scienza e della tecnologia applicata alla mobilità galattica. Un documentario impreziosito non solo dalle immagini spettacolari di un viaggio visto dalla parte del contesto operativo, dalla base delle operazioni quotidiane a partire da quella del cosmodromo di Bajkonur alla volta della Stazione Spaziale Internazionale, nel leggendario centro di addestramento di Mosca che portò Gagarin nello spazio, ma anche dallo story tellina di una voce narrante inimitabile prestata azlla scena e alla favole celeste dall’attore Giancarlo Giannini.


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La più vasta platea cinematografica italiana saprà certamente apprezzare la forte carica umanizzante insita nei passaggi anche minuti e ordinari di un diario di bordo praticamente annotato in orbita, prima di tutto tramite la nuova opportunità interattiva offerta dai social media, tanto che il sogno man mano che diveniva realtà, è stato condiviso da Samantha con migliaia di fan che quotidianamente hanno accompagnato le sue ore spaziali su Twitter e su Flickr. Da qui la testimonianza in diretta della vita da astronauta, postando foto e scrivendo commenti del tipo “ci tengo molto a condividere la mia esperienza. Vengo anch’io da un passato da appassionata. E ora che mi ritrovo dall’altra parte, ci tengo a pulire la finestra – come dice un mio amico – per permettere alla gente di vedere dentro”.

Nata a Milano nel 1977, originaria di Malè (Trento), dove è cresciuta, Samantha ha una struttura formativa impeccabile e di assoluto livello, che si sostanzia a partire dalla sua laurea in ingegneria meccanica, conseguita all’Università tecnica di Monaco di Baviera, in Germania, per essere poi successivamente ammessa all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, dove nel 2005 ottiene il grado di ufficiale del ruolo navigante normale, definendo preparazione tecnica e assetto culturale con la laurea in Scienze aeronautiche, ottenuta a Napoli, presso l’Università Federico II. Cristoforetti ha continuato il percorso accademico specializzandosi negli Stati Uniti presso la Euro-Nato Joint Jet Pilot Training di Wichita Falls in Texas, per essere poi selezionata come astronauta dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) come prima donna italiana e terza europea in assoluto dopo la britannica Helen Sharman (1991) e la francese Claudie Haigneré (2001), risultando tra i sei migliori di una selezione alla quale avevano preso parte 8 500 candidati.

Da qui il legame, quasi mitologico, tra l’avventura spaziale al femminile e la ricerca di nuovi e più compatibili livelli di sicurezza, abbassando la soglia del rischio e della tragedia non solo tecnologica ma anche umana e spirituale di cui l’impresa cosmonautica si è sempre di più incisivamente connotata nel corso di questi ultimi cinquantanni.

Anche alla luce di questo terribile ‘frame’, il film dedicato a Samantha riesce nell’intento di mescolare abilmente ricordi, suggestioni, passaggi cosmici, riunendoli in momenti di alta intensità emotiva che forniscono un diverso spessore alla narrativa spaziale, oggi più decisamente indirizzata a superare non solo i confini del fantasy ma anche quelli della fiction.

Ma soprattutto a dare un senso equilibrato e sostenibile, quindi davvero più alto, ai colossali investimenti dell’industria spaziale, da cui si attendono ricadute notevoli sia sul piano della conoscenza scientifica che su quello degli stessi equilibri materiali della vita naturale e artificiale sul nostro pianeta.

Il tutto attraverso la ricostruzione di un profilo umano della donna e dell’uomo spaziale fin qui sconosciuto improntato non sulla saga ma sul realismo, la concretezza, la ragione non solo della tecnologia ma di una emergente società universale a dimensione cosmica capace di sfidare la frontiera interstellare con il coraggio e la preparazione di una nuova generazione di scopritori e viaggiatori siderali.


The myth of Astrosamantha 30 years after the Space Shuttle Challenger - Only two days to see the movies Astrosamantha, she records in space. Many have been made available by the distribution to see the documentary on Italian Gianluca Cerasola, Tuesday 1 and Wednesday, March 2nd. His is a fascinating story about the space mission of Samantha Cristoforetti. An admirable three years of life since the first Italian woman astronaut of the European Space Agency (ESA) and Air Force pilot, who in Europe's primacy in orbit (200 days) in the second mission longer term the Italian Space Agency. A whole life story, Creation Information sidereal biographer with extraordinary composition film, narrated and represented in a work written and directed by journalist and author of reportage Gianluca Cerasola. It not by chance, however, is necessary to point out that the movie comes out exactly when the anniversary, the thirty-year was 28 January 1986, the disastrous and heartbreaking Mission STS-51 L, when Space Shuttle Challenger was launched from the Kennedy Space Center, Florida, in an unusually cold morning. A delayed start of six days due to bad weather and technical problems. According to the chronicles, in the historical and political juncture, NASA was under strong public pressure calling her to respond to the promise made to make normal, almost line, space travel affordable. So driven by the frenzy to prove that that their program would be a success, US officials went ahead with the launch despite the concerns of many engineers for cold temperatures that could compromise the seal and the resistance of the space shuttle. The disaster of the space shuttle Challenger was the most devastating event in the history of NASA and shook the confidence of an entire nation. That evening, President Reagan postponed his State of the Union to pay tribute to the seven astronauts killed. AstroSamantha is, therefore, a hymn to the renewed confidence and hope of science and technology applied to mobility galactic. A documentary enhanced not only by the spectacular images of a trip seen by the operating environment, the basis of daily operations from the Baikonur Cosmodrome at a time of the International Space Station, in the legendary training center in Moscow that took Gagarin into space but also by the story of a narrator tellina inimitable paid azlla scene and the celestial tales by actor Giancarlo Giannini._vitobarresi@DirettoreCambio