TONY BLAIR UN TIRANNO ACCUSATO DI CRIMINI DI GUERRA

Jeremy Corbyn, leader del Labour, comunità politica dalle antiche origini fabiane, socialiste e operaie, che ha salvato dalla polvere in cui era stato gettato dal baldanzoso e guerrafondaio Tony Blair, non ha esitato a distinguersi dal suo predecessore alla guida del partito che avrebbe ingannato la sovranità democratica, ottenendo con il raggiro il voto della maggioranza nella Camera dei Comuni per far guerra con gli americani all’Irak di Saddam. Ma chi fu realmente Blair negli anni del suo dominio e del suo splendore, quando avanzava la globalizzazione delle guerre planetarie di stampo bushiano? Un bugiardo, un ingannatore o soltanto un inglese molto snob che dal suo rifugio in Toscana conquistò con spregiudicatezza la simpatia e il consenso dei suoi connazionali e magari anche la stima di qualche uomo forte della declinante sinistra italiana?


Vito Barresi | Direttore di Cambio


Chi potrebbe esserci dietro la spinta sempre più ampia e popolare di mettere sotto accusa davanti alle Corti internazionali, in quanto colpevole di crimini di guerra Tony Blair e con lui, un domani non lontano anche George Bush? Forse le potenti assicurazioni che scoprono negli errori dei politici un’ottima occasione per polizze e indennità? Oppure il sentimento di giustizia che per la prima volta nella storia moderna e contemporanea, dopo le grandi filosofie politiche antiche e medievali, che ritenevano legittimo il tirannicidio di monarchie odiose e invise ai popoli, promette di mettere sotto accusa anche gli invincibili, gli irragiungibili presidenti anglo-americani?



Sta di fatto che l'ex premier britannico Tony Blair, a scanso d’imprevedibili sviluppi nel corso delle prossime puntate, aveva comunicato al mondo di essere pronto almeno a chiedere scusa per gli errori commessi su alcuni aspetti della guerra in Iraq, ammettendo che ci sono "elementi di verità" nell’accusa di quanti hanno visto una concatenazione non casuale tra la spietata caccia a Saddam e la nascita dello Stato Islamico.



L'invasione dell’Iraq nel 2003 fu un’immane tragedia, una guerra brutale che destabilizzò l'intera regione del Golfo, provocando morti e sofferenze, centinaia di migliaia di vite.
Doveva essere una guerra esemplare, rapida quasi indolore. Ma fu più apocalittica e infernale di quella del Vietnam. Gli orrori di Abu Ghraib, le politiche di tortura e il trasporto illegali, hanno inferto al potere d’influenza soft power degli Usa nel mondo danni incalcolabili.
In un'intervista alla Cnn, Blair ha però difeso l'invasione, sottolineando che è "difficile chiedere scusa" per avere rimosso Saddam Hussein. "Chiedo scusa per alcuni errori di pianificazione e, certamente, per i nostri errori di valutazione" sul dopo Saddam. Ma per un ampio fronte di laburisti, democratici e liberali mettere in stato d’accusa Tony Blair, accusandolo insieme a George Bush, di crimini contro l’umanità, sarebbe una priorità sempre più stringente. Anche perché l’ex capo del New Labour continuerebbe a dire bugie, ingannando e contaminando la politica britannica con conseguenze negative sia sul piano interno che internazionale.

Saddam Hussein, il tiranno di Bagdah era malvagio e vizioso. Tuttavia, la sua miscela di repressione e corruzione con cui governò l'Iraq evitò il dilagare della violenza, lo scontro tra sunniti e sciiti che sta lacerando quel paese, minacciando l'intera regione e, con esso, la sicurezza e la prosperità dell'Occidente.


Quel che i Comuni possono ulteriormente appurare è se l’ex primo ministro abbia mentito al Parlamento quando presentò un il 'dossier' dubbio e intriso di false informazioni e menzogne politico-militari, affermando che Saddam era dotato di armi di distruzione di massa che potevano essere puntate e utilizzate contro contro l'Occidente in soli 45 minuti, così ottenendo la fiducia parlamentare e il mandato di svolgere la guerra sulla base di un inganno.


Blair sarebbe dunque il primo responsabile di 179 morti, appartenenti al personale di servizio inglese, per non parlare delle decine di migliaia di civili iracheni che persero la vita in quel cruento conflitto ma anche del costo immenso delle spese militari pari a 9 miliardi di sterline. Capi d’imputazione che si fanno via via sempre più particolareggiati per avere danneggiato gli interessi del suo paese determinando con la sua politica bellica un ciclo d’instabilità a lungo termine in quella regione mediorientale a causa di una decisione che era criminalmente negligente o, eventualmente, presa su base fraudolenta.


In realtà la giustificazione di Blair secondo cui la guerra in Iraq sarebbe stata determinata dalle minacce di Saddam di attivare uno spaventoso arsenale chimico, chi dimentica la grande paura dell’antrace, non trovò alcun concreto riscontro dopo la sconfitta di quel dittatore.


Di reale invece c’è che tra le rovine fiammeggianti dell'Iraq, impressionante e disumana eredità di quella guerra infausta, oggi ci sono i jihadisti della Regina che scappano dal Regno Unito per andare a combattere con le forze islamiche. Un pericolo esercito di estremisti che incoraggerà molti di questi talebani in lingua inglese a tornare nel proprio paese, in cui scatenare attacchi terroristici sul suolo di casa.


Anche in Italia giunge l’eco, sebbene lontano e nascosto dai media e dai giornali, ormai tutti sotto il rigido controllo del nuovo regime informativo e comunicativo esplicitamente e implicitamente comandato da Matteo Renzi, della possibile e imminente messa in stato d’accusa davanti a Comuni di Tony Blair.


Come sempre si distinse per libertà e schiettezza il capo carismatico dei Radicali italiani Marco Pannella che diramò questa dichiarazione: "mi chiedo come sia possibile che Tony Blair dica quello che ha detto, senza che nessun maestro di diritto, o anche qualsiasi cittadino comune chieda, qui ed ora, che cosa è e sia mai questo, cos'è 'tecnicamente', 'alto tradimento'? o cos'altro?. Non una voce! Se uno confessa di avere, magari per negligenza la responsabilità di avere fatto ammazzare due o tre persone, certo può sorgere la prescrizione, ma temo che da questo punto di vista non reggerebbe".