Detenuto tenta suicidio, Quintieri (Radicali): sospendere regime detentivo

Catanzaro Attualità

Ha tentato di impiccarsi con un cappio rudimentale nella sua cella all'interno del Reparto di Isolamento del Carcere di Catanzaro Siano ma, per fortuna, è stato salvato in extremis dai Sanitari e dalla Polizia Penitenziaria. Il fatto è accaduto ieri, nel tardo pomeriggio, nella Casa Circondariale del capoluogo calabrese.

Ad accorgersi di quanto stava accadendo è stato il personale sanitario che, in quel momento, stava passando per somministrare la terapia ai detenuti bisognosi. A darne notizia è l’esponente radicale calabrese Emilio Quintieri che, ha colto l’occasione, per chiedere all'Amministrazione Penitenziaria ed alla Magistratura di Sorveglianza di Catanzaro di intervenire, per quanto di competenza, per valutare la sospensione – quantomeno temporanea - del regime di sorveglianza particolare nei confronti di questo detenuto, per prevenire ulteriori atti autolesionistici o suicidari.

L'autore del disperato ed estremo gesto è il detenuto Fabio Pignataro, classe 1978, tossicodipendente, originario di Mesagne (Brindisi), con fine pena prevista per il 2025 per vari reati tra cui rapina, estorsione e traffico di stupefacenti, recentemente trasferito a Catanzaro dalla Casa di Reclusione di Rossano (Cosenza) ove, unitamente ad altro ristretto straniero, avrebbe tentato di evadere.

Una condotta che, oltre alla irrogazione di una sanzione disciplinare ed una denuncia all'Autorità Giudiziaria, stando a quanto riferito dallo stesso, gli avrebbe comportato anche un pestaggio da parte del personale di Polizia Penitenziaria nonché, per ultimo, la sottoposizione al rigoroso regime di sorveglianza particolare previsto dall'Art. 14 bis dell'Ordinamento Penitenziario, su richiesta del Consiglio di Disciplina del Penitenziario della sibaritide.

Il pestaggio da parte della Polizia Penitenziaria, sul quale la Procura della Repubblica di Castrovillari ha aperto un fascicolo, venne denunciato dal Pignataro all’Onorevole Enza Bruno Bossio, Deputato del Partito Democratico e membro della Commissione Bicamerale Antimafia, durante la famigerata visita ispettiva “a sorpresa” effettuata lo scorso 9 agosto al Carcere di Rossano. Una vicenda che l’On. Bruno Bossio, ha espressamente richiamato nella sua Interrogazione a risposta in Commissione nr. 5-03559, indirizzata ai Ministri della Giustizia, della Salute e del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Renzi, presentata alla Camera dei Deputati durante la 291^ seduta del 16 settembre.

Il radicale Quintieri, nella serata di ieri, non appena venuto a conoscenza del tentato suicidio del detenuto Pignataro, ne ha immediatamente informato la Parlamentare Democratica che, questa mattina, ha chiesto delucidazioni al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia.

Avevo già evidenziato che quei detenuti ristretti a Rossano, tenuti per lungo tempo in isolamento, erano a rischio suicidio. Ieri, a Catanzaro, per fortuna, è stato evitato il peggio. Il suicidio è spesso la causa più comune di morte nelle carceri. Gli Istituti Penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, ed un eventuale fallimento di questo mandato può anche essere perseguito penalmente.

Il metodo più utilizzato per il suicidio è l’impiccamento, messo in atto il più delle volte, durante l’isolamento. Gli studi effettuati, prosegue Quintieri, hanno dimostrato che esiste una forte associazione tra il suicidio dei detenuti ed il tipo di alloggio assegnato. Nello specifico, un detenuto posto in isolamento, o sottoposto a particolari regimi di detenzione (specialmente in cella singola) e incapace di adattarvisi, è ad alto rischio di suicidio.

La detenzione, in sé e per sé, è un evento devastante anche per detenuti “sani” figuriamoci per chi, come il Pignataro, soggetto tossicodipendente e quindi particolarmente vulnerabile, la sottoposizione ad un rigoroso regime custodiale, qual è il 14 bis, possa sviluppare gesti autosuicidari. Per questo motivo, mi permetto di chiedere all’Amministrazione Penitenziaria ed alla Magistratura di Sorveglianza competente, di valutare di sospendere, quantomeno temporaneamente, l’applicazione del regime di sorveglianza particolare nei confronti del detenuto Fabio Pignataro che prevede una serie di restrizioni, a partire dall’isolamento totale, che comportano anche vistose deroghe all’ordinario trattamento carcerario, lesive dei principi costituzionali di umanità e rispetto della dignità umana.