Intimidazioni a sindaco e amministratori per assumere in Comune, tre arresti a Marano

Cosenza Cronaca

I Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip, nei confronti di tre persone ritenute responsabili del reato di tentata estorsione in concorso. Il provvedimento che ha portato all’operazione di stamani, denominata “The end of game”, è scaturito dopo le indagini effettuate dal Reparto Operativo insieme alla Compagnia di Cosenza (col coordinamento del Procuratore Granieri e del Sostituto Tridico) a seguito di una serie di atti intimidatori consumati a Marano Marchesato, nella notte tra il 6 ed il 7 maggio scorso, ai danni del sindaco, del vice sindaco e di un assessore comunale.

Persone non identificate, incendiarono allora le auto del primo cittadino, Eduardo Vivacqua e dell'assessore ai Servizi sociali, Domenico Carbone: entrambi, inoltre, ricevettero alcune buste con proiettili di pistola e fiori attaccati con nastro adesivo; stesso plico che il vicesindaco Giuseppe Belmonte ritrovò invece sul parabrezza della sua auto.

Le indagini avrebbero permesso di riscontrare come le intimidazioni fossero finalizzate a costringere i tre amministratori pubblici ad assumere, presso il Comune di Marano o in un centro commerciale gestito da Belmonte, cinque persone legate per parentela o vicinanza ad esponenti contigui ad una cosca locale.

VOTI IN CAMBIO DI POSTI DI LAVORO?

12:00 | Gli indagati per la vicenda sono in tutto cinque, ma gli arrestati sono tre, in quanto una delle altre due persone ha attivamente collaborato alle indagini mentre per l'altra non sarebbero stati trovati elementi di pericolosità che giustificassero l'arresto.

Gli arrestati sono Domenico Mignolo, già noto agli inquirenti, ritenuto vicino alle cosche della 'ndrangheta del cosentino; Alberto Ruffolo ed Alberto Novello. Il mandante sarebbe Mignolo. Le intimidazioni, avvenute nel maggio scorso, erano consistite nell'incendio delle autovetture del sindaco, Eduardo Vivacqua, e di un assessore e nel tentativo di incendiare anche l'auto del vice sindaco, Pino Belmonte, direttore del centro commerciale "Metropolis" di Rende (Cs). La pronta reazione dei familiari di quest'ultimo aveva evitato che l'auto fosse distrutta.

I Carabinieri hanno lavorato esaminando i tabulati telefonici degli indagati e anche i biglietti con minacce lasciati sui luoghi delle intimidazioni, ricavando importanti tracce biologiche che hanno portato agli arresti. Nei biglietti, sempre uguali, si pretendevano 5 posti di lavoro al Comune o al "Metropolis".

"I voti sono stati dati", si legge nel biglietto fatto recapitare dagli arrestati di oggi agli amministratori di Marano Marchesato, insieme con alcuni proiettili e fiori viola. "Se entro fine mese - era stato scritto - non escono 5 posti di lavoro al Comune o al Metropolis, ogni singolo voto diventerà un colpo di pistola direttamente sulla vostra pelle. Per il sindaco, Pino Belmonte e Domenico Carbone. Distinti saluti".

Non ci sono elementi, è stato detto in conferenza stampa, per sapere se, nel corso della campagna elettorale, gli amministratori avessero promesso qualcosa agli indagati. Alla conferenza stampa hanno partecipato, oltre ai vertici cosentini dell'Arma dei carabinieri, il comandante provinciale Giuseppe Brancati e il ten. col. Vincenzo Franzese, anche il procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, e il pm Antonio Tridico. Le richieste di lavoro, riguardavano, in un caso, uno stretto familiare di uno degli indagati. (AGI)