Elezioni Vibo, Papillo: il mio contributo per una provincia nuova

Vibo Valentia Politica

«L’onere prima che l’onore è l’elemento che mi muove nell’accettare questa nuova affascinante sfida che mi si apre d’avanti con l’elezione al consiglio del nuovo ente provinciale di Vibo. Un onere che deriva dalla mia indole più intima che, da sempre con coerenza e onestà, mi spinge ad agire per il bene comune e a favore della gente». È con tali intenti che Vitaliano Papillo, sindaco di Gerocarne, si accinge ad intraprendere il nuovo viaggio che lo vede membro del rinnovato consiglio provinciale di Vibo Valentia.

Un viaggio da realizzare attraverso un cammino che, «visto lo stato in cui versa l’ente e le mille problematicità che ereditiamo, si presenta ostico, ma non per questo impercorribile, se si parte dal presupposto che occorre necessariamente cambiar rotta e, per farlo, crederci e volerlo dal profondo, per una terra che ha bisogno di un futuro che non è fatto di astratta fortuna né di inconcludenti e deleteri giochi di potere politico. Un futuro che non può più essere atteso o rincorso ma va raggiunto da noi, dalle scelte che, negli ambiti strategici e fondamentali – edilizia scolastica, viabilità e quant’altro in cui la provincia è chiamata a dare risposte, compresi i propri impiegati - da oggi in avanti siamo chiamati a prendere ponderatamente, con coscienza e decisione, consci che di treni non se ne possono più perdere». Nell’angolo dei ringraziamenti, questi non possono che andare «al partito, quel Pd che mi onoro di rappresentare in seno all’assise provinciale e che, è cronaca, ha svolto tutte le operazioni alla luce del sole e senza inciuci di sorta, circostanza di cui i vertici regionali e nazionali dovrebbero andar fieri». E, poi, non può mancare un grazie «ai sindaci ed amministratori che hanno creduto nella mia persona e mi hanno sostenuto ed a quanti, in questi giorni, mi hanno manifestato sentimenti e messaggi di stima ed incoraggiamento a fare e fare per il bene di tutti».

Un piccolo dardo all’indirizzo della «legge che ha portato alla formazione di questo nuovo organismo, legge che presenta mille contraddizioni e assurdità, non ultima quella per cui gli esponenti a capo delle compagini minoritarie non sono risultati eletti». In tale direzione un «pensiero di stima va a Sergio Rizzo, il quale con lealtà, esperienza, coerenza, capacità e coraggio ha saputo guidare in maniera esemplare questa “lotta” che dall’inizio si è presentata impari». Una legge che, però, «ha insito in se un elemento di grande positività e vantaggio: quello di aver portato in seno al consiglio sindaci ed amministratori dei comuni della provincia, i quali lottano quotidianamente contro i problemi che attanagliano i diversi centri, per cui sono quelli che maggiormente li conoscono nella loro intimità, sanno quelle che sono le priorità per i cittadini e, dunque, sono i soggetti più indicati nell’attuazione delle misure necessarie per addivenire all’adozione di una azione efficiente ed efficace».

Per cui, senza minimizzare su ciò che è stato, l’invito è: «rimbocchiamoci tutti le maniche e, consci dei limiti derivanti dalla situazione economico finanziaria dell’ente, mettiamo a disposizione le nostre esperienze e competenze ed operiamo individualmente e sinergicamente. L’obiettivo è risollevare le amare sorti di questa provincia. Lo merita il territorio. Lo meritano i cittadini».