Tribunale di Rossano: un anno fa l’accorpamento al palazzo di giustizia di Castrovillari

Cosenza Attualità Antonio Le Fosse

Un anno fa, precisamene il 13 settembre 2013, il Tribunale di Rossano venne accorpato a quello di Castrovillari. Un anniversario triste per gli avvocati e il personale amministrativo, oltre per i numerosi cittadini dell’intera fascia jonica cosentina e di tutti i sindaci del territorio, per la soppressione dell’importante e storico presidio di giustizia bizantino (1862-2013). Tanti i disagi in questi dodici mesi per gli avvocati e gli utenti. Inutili le battaglie in difesa del Tribunale di Rossano, portate avanti con grande determinazione sia dal Comitato “IO NON CHIUDO” presieduto dall’avvocato Maurizio Minnicelli e sia dall’avvocato Pasquale Catalano. Nulla è cambiato e le decisioni sono rimaste invariate. Non c’è stato, dunque, il tanto atteso decreto correttivo che permetteva l’eventuale riapertura del Tribunale di Rossano.

Da elogiare, comunque, l’impegno di quanti, giorno e notte, hanno presidiato il palazzo di giustizia rossanese per evitare l’accorpamento a quello di Castrovillari. Ciò che avvenuto. Non bisogna, però, dimenticare, a distanza di un anno, lo sciopero della fame dell’avvocato Mauro Mitidieri (avvocato) e Flavio Stasi (Movimento “Terra e Popolo”), la pedalata da Rossano a Roma degli avvocati: Mitieri e Ruffo, il ricorso presentato al TAR Calabria dagli avvocati: Pasquale Catalano e Giuseppe Labonia, cortei di protesta in città e sulla S.S. 106, incontri istituzionali con politici e parlamentari, ma anche altre iniziative promosse da associazioni locali, comitati spontanei e semplici cittadini. Un excursus di eventi che, alla fine, non è servito a nulla. La soppressione del Tribunale di Rossano, mai accettata dagli avvocati e dai cittadini dell’intera fascia jonica cosentina, non ha portato benefici all’intero territorio. Il popolo, ancora oggi, chiede, a gran voce, la riapertura dell’importante palazzo di giustizia bizantino, al fine di continuare a garantire legalità e sicurezza in un’area, la Sibaritide, dove, negli ultimi anni, si sono registrati dati allarmanti.

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