Callipo smentisce incontro con centrodestra:“Balle dei fedeli scudieri di Oliverio”

Calabria Politica

«Nessuna cena con gli esponenti del nuovo centrodestra. La notizia riportata oggi da un giornale calabrese, non è soltanto infondata, è addirittura surreale».

Gianluca Callipo replica così a quanto riportato oggi in un articolo del Quotidiano del Sud, secondo il quale ieri sera, in un noto ristorante di Vibo Marina, avrebbe incontrato alcuni esponenti del centrodestra calabrese.

«Ridicolo - continua Callipo -. Si è trattato di un incontro a cui hanno partecipato esclusivamente rappresentanti del Pd che sostengono la mia candidatura, tra cui parlamentari, consiglieri regionali, segretari provinciali e esponenti locali, tutti di area renziana. Una cosa, dunque, assolutamente normale in campagna elettorale. Tant'è che ci siamo visti in uno dei più noti ristoranti del Vibonese, alla luce del sole e senza sotterfugi. Leggere oggi che quella di ieri sera sarebbe stata una cena per imbastire i soliti "accurduni" è davvero fuori dal mondo. Purtroppo, chi ha pubblicato questo presunto scoop, si è lasciato strumentalizzare dalle informazioni inquinate che gli hanno passato alcuni sostenitori di Oliverio, travolti dalla frenesia di accreditarsi come fedeli scudieri, senza considerare che le bugie in politica si trasformano puntualmente in un boomerang. La verità è che è in atto un puerile tentativo di controinformazione, per cercare di ripulire la candidatura di Oliverio dal suo peccato originale: il trasversalismo. Non sono certo io che cerco di resuscitare politicamente Nicola Adamo, che a Caposuvero consegnò la Calabria al centrodestra. Non sono io che vado a incontrare noti ungulati che tuttora sostengono il centrodestra per portare le loro truppe cammellate alle primarie. Sono altri. Gli stessi che oggi vorrebbero far credere di essere contro i poteri forti, contro gli accordi sottobanco, contro il clientelismo che essi stessi hanno prodotto, imbottendo la Regione di amici e amici degli amici. Tutto questo - conclude Callipo - non ci appartiene, perché rappresenta il male assoluto della Calabria, la palude nella quale i dinosauri della politica continuano a muoversi goffamente per resistere all'estinzione ormai prossima».