Ammanco al Santuario di San Francesco di Paola, nuovi sequestri

Cosenza Cronaca

Le Fiamme Gialle di Paola hanno effettuato degli ulteriori sequestri in relazione alla complessa vicenda dell’ammanco milionario ai danni del Santuario di San Francesco di Paola, nel cosentino. Anche dopo i provvedimenti eseguiti lo scorso 24 giugno che hanno portato, tra l’altro, all’arresto del promotore finanziario Massimo Cedolia, gli investigatori hanno continuato a monitorare i beni di alcuni personaggi ritenuti i beneficiari delle “generose elargizioni”, scoprendo come due coniugi, già diversi anni fa, avrebbero organizzato un raggiro al fine di cautelare le loro proprietà da eventuali azioni coercitive.

I due, già indagati e denunciati nell’ambito della stessa indagine, avevano registrato la proprietà di cinque immobili siti a Diamante, modificando i rispettivi luoghi di nascita e generando, in questo modo, due nuovi codici fiscali risultati inesistenti. Un espediente che avrebbe, così, consentito di preservare i locali dalla prima azione coercitiva ma solo per pochi mesi. Grazie all’esperienza maturata “sul campo” ed all’incrocio di numerosi elementi, i finanzieri hanno scoperto lo stratagemma, ricostruendo l’effettiva proprietà di cinque locali, di cui due abitazioni, due magazzini e uno ad uso ufficio per un valore catastale che si aggira intorno ai 200 mila euro.

La misura coercitiva, disposta dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Paola, Carmine De Rose, in seguito alla richiesta avanzata dalla Magistratura inquirente, è stata così operata dalle Fiamme Gialle e va ad integrare i sequestri preventivi e per l’equivalente eseguiti a fine giugno in collaborazione con i Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza e che avevano interessato 28 fabbricati, 8 terreni, 10 automezzi e disponibilità finanziarie per un totale di 17 rapporti finanziari nei confronti degli indagati tra Cosenza, Diamante, Praia a Mare, Paola, Napoli e Milano per un ammontare complessivo pari ad oltre 2.340.000 euro.

Il lavoro svolto dagli investigatori in oltre un anno d’indagine, sotto la puntuale direzione del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Paola, Bruno Giordano e del Pubblico Ministero Linda Gambassi, è stato meticoloso al punto da ricostruire, con lo strumento degli accertamenti bancari svolti sugli oltre 30 conti correnti riconducibili alle persone coinvolte nella vicenda, il flusso mediante il quale l’ammanco di offerte dei fedeli sarebbe stato disperso in una moltitudine di rivoli.