Immigrati: Cgil, per la Piana di Gioia Tauro solo parole

Reggio Calabria Attualità

"Tre proposte per affrontare l'emergenza migranti nella Piana di Gioia Tauro a circa un mese dal loro arrivo per la nuova stagione di raccolta delle arance e dei mandarini. La prima considerazione però che dobbiamo purtroppo fare è relativa all'assenza di una soluzione definitiva del problema che doveva essere affrontato sia dal Governo nazionale che da quello regionale". E' quanto affermano Michele Gravano, segretario generale della Cgil Calabria, e Nino Costantino, segretario comprensoriale della Cgil di Gioia Tauro.

"La prima. Lo scorso inverno la Cgil promosse a San Ferdinando un incontro con l'assessore regionale Salerno che, anche se con ritardo, garanti', per un breve periodo, acqua potabile e energia elettrica alla tendopoli. Bene, garantiamo questo diritto primario sin dall'inizio dell'attuale stagione. Ci vorranno circa 250 mila euro che sicuramente possono essere trovati nel bilancio regionale. La seconda proposta riguarda il Ministero dell'Interno e della Protezione Civile. Qualche mese addietro abbiamo chiesto al Ministero di interessarsi delle condizioni di vita dei migranti nella Piana. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta tanto è vero che abbiamo svolto la celebrazione del 1 maggio all'interno di quei campi per sollecitare, inutilmente, un intervento. Per questo, adesso, ad emergenza ancora non conclamata, chiediamo al Ministero ed al Dipartimento della Protezione Civile di inviare 300 containers che si usano per affrontare le emergenze quali i terremoti, per togliere le tendopoli ed evitare il diffondersi di malattie (lo scorso anno si è avuta la scabbia) e salvaguardare la vita dei migranti. La terza proposta riguarda il superamento dell'emergenza, quindi anche degli stessi containers, e la ricerca di una soluzione definitiva solidale e condivisa: da subito si attivi un tavolo, e lo si mantenga in modo permanente, con i rappresentanti del Ministero, della Protezione Civile, di Regione, Provincia e Comuni, delle associazioni sociali e del volontariato, della Chiesa".

"Queste tre proposte però - evidenzia la Cgil - sottolineano che il problema dei migranti nella piana di Gioia Tauro non solo non e' stato affrontato e risolto, ma ormai si è di fatto storicizzato. Ci sarà, dunque, una nuova stagione di raccolta e di lavoro che vedrà migliaia di esseri umani, per i prossimi 7 mesi, lavorare dall'alba al tramonto per pochi euro alla giornata, sfruttati dai caporali e da persone con pochi scrupoli. Ed oltre a ciò, già intollerabile, dovranno riposare, alloggiare, mangiare, dormire e sopravvivere in campi di raccolta e tendopoli dove in inverno la pioggia, il fango e il freddo provocano malattie e persino la morte, come successo lo scorso anno. Protestiamo, dunque, decisamente con il Ministero degli Interni e della Protezione Civile e con la Regione Calabria perche' anche per quest'anno non si è trovata una soluzione definitiva, solidale e condivisa. Ma, al contempo, lanciamo queste tre proposte perchè si eviti la barbarie di campi orribili e disumani. E' adesso che bisogna intervenire. Altrimenti anche quest'anno, fra qualche settimana e per tutto l'inverno - concludono i due sindacalisti - saremo costretti a sentire litanie sterili, istituzioni che rimpallano responsabilita', sindaci che si lamentano, fino ad aspettare la prossima stagione. Ed a dare un minimo di sollievo ai migranti, a difendere la loro vita e i loro diritti, rimarranno le associazioni sociali, laiche e cattoliche, ed il volontariato militante. Non si può più rinviare la difesa della vita e della dignita' degli esseri umani. Si deve agire adesso. Si deve agire subito".