Sbarco di Ferragosto, arrestato il presunto scafista

Reggio Calabria Cronaca
Salamanta

Nella giornata di ieri, sono sbarcati al porto di Reggio Calabria 214 cittadini extracomunitari di asserita nazionalità Nigeriana, Marocchina, Ivoriana, Senegalese, della Guinea, del Mali, del Burkina Faso, del Ciad, del Gambia e del Camerun, soccorsi dalla Marina Militare in acque internazionali, nell’ambito dell’operazione “Mare Nostrum”.

La complessa e serrata attività investigativa volta ad individuare i membri dell’equipaggio, svolta senza soluzione di continuità dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, avrebbe consentito di individuare un soggetto del Mali, quale responsabile del suddetto sbarco.

Infatti, a seguito della testimonianza di alcuni soggetti che si trovavano a bordo di un natante, privo di bandiera, tratti in salvo da una nave della Marina Militare, i sospetti si sarebbero concentrati sul cittadino del Mali, Tijani Salamanta, sedicente.

L’uomo, dalla ricostruzione operata da personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria, avrebbe condotto ungommone di colore grigio, dalle coste libiche fino al salvataggio da parte della Marina Militare, avvenuto in acque internazionali.

Dalle dichiarazioni rese, sarebbe emerso che i migranti avrebbero pagato la cifra di 1000 dinari libici ai membri dell’organizzazione criminale che avrebbe gestito la loro sistemazione in Libia e la loro partenza dal quelle coste nella sera del 13 agosto per l’Italia, mediante un mezzo navale assolutamente inidoneo alla navigazione.

Nei suoiconfronti, emergendo gravi indizi di reità accertati grazie alla proficua collaborazione di alcuni migranti, nonché sussistendo un concreto pericolo di fuga degli stessi, la P.G. operante, in data 15 agosto ha proceduto al Fermo di indiziato di delitto, per i delitti di associazione per delinquere e ingresso illegale nel territorio dello Stato, aggravati dalla circostanza di aver sottoposto i migranti a pericolo per la loro vita e per la loro incolumità, nonché di averli sottoposti a trattamento inumano o degradante.

Le indagini proseguono per l’identificazione degli organizzatori, dei finanziatori e degli altri complici.

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