Cisal: “Il servizio h 12 è insufficiente”

Vibo Valentia Salute

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Franco Mellea, segretario Cisal, in merito all’attivazione del servizio sanitario h 12. Secondo Mellea il servizio non sarebbe sufficiente per soddisfare le esigenze dei pazienti.

“La complessa macchina operativa della sanità pubblica vibonese che continua a vivere un momento di notevole difficoltà organizzativa e sanitaria trova in una nuova idea messa in piedi da sei medici di famiglia una soluzione per tentare di superare alcuni disagi giornalieri che ostacolano il buon rendimento dei servizi sanitari.

Questo accade perché si sta facendo strada, sia pure indirettamente, un concreto tentativo di intesa tra gli stessi medici di base e quelli ospedalieri nella gestione del paziente, fino ad oggi considerata una vera e propria utopia.

Per la Cisal è partita una nuova era per la medicina assistenziale. E questo vuol dire che l’Azienda sanitaria provinciale deve prendere in seria considerazione la proposta avanzata tempo addietro da sei medici che attraverso una dettagliata istanza hanno chiesto di costituire a Vibo Valentia una Unità complessa di cure primarie già esistenti, peraltro, nelle province di Catanzaro e Cosenza e che godono del patrocinio della Regione Calabria e dei sindacati medici.

Si tratta di una copertura assistenziale h 24, dalle ore 8 alle ore 20 e per tutti i giorni feriali, dal lunedì al venerdì, presso la sede unica il Centro medico “San Giuseppe Moscati”, in via De Maria, 46 ( Palazzo Vangeli ). Al momento il Centro medico ha già avviato la sua attività in H 12 ma l’obiettivo importante resta l’ H 24 per il quale a tutt’oggi non v’è risposta alcuna da parte dell’Asp.

Eppure i motivi per autorizzare e rendere percorribile l’iniziativa ci sono ed anche più che legittimi, e non soltanto perché supportate da una apposita normativa di legge, visto che è stato individuato, anche per Vibo Valentia, un nuovo sistema per ridurre gli accessi in Pronto Soccorso, i ricoveri per riacutizzazione di patologie cronico-degenerative ( diabete, ipertensione e altro), l’attivazione di ambulatori di patologia e l’adesione a progetti di prevenzione.

Con i tempi che corrono non capita tutti i giorni di doversi imbattere in sei medici di medicina generale, i cosiddetti medici di famiglia, che decidono di rendere più funzionale la loro assistenza ai pazienti attraverso un progetto che garantisce una più attenta, qualificata e costante assistenza.

I dottori Franco Mellea, Gaetano Grillo, Giusy Borello, Gerardo D’Urzo, Antonio Contartese e Nunzio D’Amico hanno firmato un atto di coraggio, se così si può definire, superando difficoltà, ostacoli, diffidenze, apatie e indifferenze

“E’ stato proprio pensando alle reali esigenze dei pazienti e soprattutto al cospetto di ogni tipo di emergenza primaria – ha spiegato, anche a nome degli altri colleghi, Franco Mellea – che abbiamo inteso dar vita allo studio medico “San Giuseppe Moscati”.

E’ stato messo in piedi un progetto di medicina proattiva che non attende che il paziente vada dal medico ma è il medico che va ad individuare, precocemente, le patologie intervenendo in maniera attiva su diabete, ipertensione, bronchite cronica per migliorare l'aderenza alla terapia e la riduzione delle complicanze secondarie attraverso un continuo invito al controllo e una aderenza alle linee guida.

Un miglioramento – ha avvertito Franco Mellea - dell'assistenza ai pazienti fragili, allettati, domiciliarizzati, dotandoli anche di mezzi di teleassistenza e di supporto infermieristico. Tenendo conto che qualsiasi assistito in carico ai medici del gruppo potrà ricevere assistenza per la gestione dei problemi medici e per la soluzione di emergenze da codice bianco”.

I medici di medicina generale che operano nell’Unità complessa – ha, poi, sottolineato Franco Mellea – dovranno anche sentirsi obbligati ad aderire a tutte le campagna di prevenzione predisposte dall’Asp, specie nella fase di avvio della sperimentazione. Ci siamo inventati questo nuovo approccio con gli oltre 8 mila assistiti, ovvero la metà dei cittadini vibonesi, con i quali da tempo abbiamo stabilito un rapporto di vicinanza, sintonia e condivisione.”

Non solo i pazienti dei sei medici ma tutta la città ha commentato positivamente l’iniziativa del Centro medico “San Giuseppe Moscati”. L'approvazione del progetto H 24 migliorerà verrà condiviso dai pazienti e diminuirà l'ingorgo insostenibile dei Pronto Soccorso”.


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