Canile Mortara, Dacci una zampa: “Non possiamo più ospitare altri cuccioli. Aiutateci”

Reggio Calabria Attualità
Il canile di Mortara di Pellaro

“Quando un mese fa abbiamo deciso di ridare dignità e funzione a una struttura di proprietà di tutta la città ma colpevolmente abbandonata, non avremmo mai pensato di poter fare un bilancio così positivo della nostra attività qui”. A un mese esatto dall’inizio dell’occupazione del canile di Mortara, la struttura di proprietà comunale finanziata con oltre 650mila euro del decreto Reggio, conclusa nel 2006, inaugurata nel 2008 e mai entrata in funzione che i volontari dell’associazione onlus Dacci una zampa hanno occupato per rispondere all’emergenza randagismo in città, i numeri sono quelli di un successo rotondo.

Oltre 120 cani recuperati, trentadue già affidati in adozione, e altri cinque che a breve lo saranno se le persone che ne hanno fatto richiesta supereranno positivamente il controllo preaffido, altri due cuccioli in partenza per il nord Italia, “questo è quanto in solo un mese si è riuscito a fare grazie allo slancio generoso con cui la città ha sposato la nostra battaglia, ma questi numeri dimostrano anche quanto grave, radicata e ignorata sia oggi l’emergenza randagismo a Reggio Calabria. Noi ci siamo messi a disposizione per tentare di arginare il problema, ma a volte abbiamo l’impressione di essere dei microscopici Davide – cui anche l’amministrazione comunale si preoccupa di fare lo sgambetto - di fronte ad un immenso Golia, di cui nessuno si vuole occupare”.

C’è orgoglio, soddisfazione ma anche la rabbia e la frustrazione di chi vorrebbe poter affrontare con i migliori mezzi e nelle migliori condizioni un problema concreto, ma non ha materialmente tutti gli strumenti per farlo, nel bilancio tracciato dai volontari di Dacci una zampa. “Quotidianamente riceviamo migliaia di segnalazioni, decine e decine di persone ci chiamano, ci scrivono, o si presentano quotidianamente al canile segnalando cani abbandonati, in difficoltà o in pericolo. Le stesse forze dell’ordine ci portano animali in pericolo o consigliano ai cittadini di contattare Dacci una zampa. La stessa cosa fa l’Asp, che non più tardi di qualche giorno fa ci ha affidato – e un verbale lo testimonia – 8 cuccioli di appena due giorni, che oggi stanno cercando di sopravvivere grazie alle cure di Zaira, una delle prime ospiti disobbedienti del canile. Stiamo mettendo tutto il nostro impegno e la nostra passione per rispondere alle richieste di tutti, ma è quasi un compito improbo”, dicono i volontari, che ricordano che Dacci una zampa è un’associazione onlus, che conta solo sulle donazioni che riceve e sui sacrifici personali di soci e simpatizzanti per dare assistenza e cura agli animali di cui si prende cura.

“Da un mese forniamo alla città quel servizio che competerebbe al Comune, ma di cui le istituzioni cittadine si disinteressano e solo grazie ai nostri volontari e ai cittadini possiamo affermare di aver dato vita e speranza a oltre un centinaio di cani, ma non possiamo che definire questa situazione come paradossale. È paradossale che il canile di Mortara occupato sia punto di riferimento per forze dell’ordine e soggetti istituzionali come l’Asp e al contempo osteggiato da altre, come ben noti dipartimenti dell’amministrazione comunale. È paradossale, che l’onere di tutelare un patrimonio della città – quali secondo la legge sono i randagi – ricada solo ed esclusivamente sulle spalle di comuni cittadini senza alcun supporto da parte della pubblica amministrazione”.

È un quadro semplicemente illogico quello che emerge dalle parole dei volontari di Dacci una zampa, che oggi si trovano costretti a dichiarare “siamo persone responsabili e non vogliamo né possiamo assumerci il rischio di condannare gli animali che tentiamo di salvare. Ad oggi, se non in casi di estrema necessità, siamo costretti a mettere un freno all’ingresso di nuovi cani perché rischiamo di non avere le forze e i fondi per poterli mantenere. Oggi a Mortara ci sono più di 80 cani, di cui 56 sono cuccioli, 14 dei quali neonati.

Cani che mangiano, che hanno bisogno di cure mediche, assistenza, regolare e puntuale pulizia. E fino a quando qualcuno a Palazzo S. Giorgio non deciderà di assumersi la responsabilità di questi animali recuperati, non siamo nelle condizioni di accettarne di nuovi. Ovviamente non consideriamo una soluzione consona al problema il trasferimento degli animali nei canili di Gioia Tauro, teatro della morte “accidentale di oltre 800 cani” e Taurianova, interdetto per mafia. Il Comune emani un’ordinanza contingibile e urgente per l’affidamento provvisorio del canile di Mortara che ci metta nelle condizioni di uscire dalla clandestinità e rapportarci con i tanti enti e istituzioni che si sono mostrati disponibili a darci una mano”.

Questo non significa – ci tengono a specificare dall’associazione – una resa “continueremo a lavorare perché i cani salvati fino ad oggi trovino una casa e una cuccia, faremo il possibile per continuare la nostra lotta e salvare più randagi possibile, ma abbiamo bisogno dell’aiuto della città e delle istituzioni della città. Nelle prossime settimane promuoveremo diverse iniziative di sensibilizzazione e raccolta fondi cui chiediamo a tutti di partecipare, come a tutti chiediamo di regalarci ore e forze per assistere gli ospiti di Mortara. Ma soprattutto chiediamo alla città, come all’Asp e ai vertici delle forze dell’ordine che quotidianamente fanno riferimento a noi di fare pressione sull’amministrazione comunale perché ci metta nelle condizioni di continuare a fornire quel servizio che sarebbe di loro onere e competenza, ma è toccato a noi sobbarcarci.

Allo stesso modo chiediamo all’Asp – che ben sa come lavoriamo – di sostenerci in termini di prestazioni veterinarie, forniture di farmaci e sterilizzazioni, che sarebbero di loro competenza ma ad oggi ricadono solo sulle spalle dell’associazione Dacci una zampa e di quanti hanno deciso di sostenerci. Non chiediamo la luna, ma solo di essere messi nelle migliori condizioni per fornire un servizio che non è un favore, ma un diritto dei cittadini di Reggio Calabria. E non solo di quelli a quattro zampe”.

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