‘Ndrangheta: operazione Mauser, un’altra donna contro i Cacciola

Reggio Calabria Cronaca

Associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti; concorso in più episodi di produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti anche di ingenti quantità; concorso in riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù; concorso in sequestro di persona.

Con queste accuse i Carabinieri di Reggio Calabria e le polizie olandese e tedesca stamani hanno eseguito 16 arresti su ordinanza di misura cautelare emessa dal gip di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione "Mauser". Molti dei destinatari della misura cautelare sono componenti della famiglia Cacciola di Rosarno (Rc), lo stesso casato d' 'ndrangheta che avrebbe indotto al suicidio la testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola.

L'indagine odierna è scattata nel 2006 proprio dalle dichiarazioni di un'altra donna della famiglia Cacciola, Giuseppina Multari, moglie di Antonio Cacciola. Del suicidio di quest'ultimo, avvenuto nel 2005, la Multari venne incolpata dalla famiglia del marito che iniziò da quel momento a privarla della libertà personale. Una storia che la donna trovò la forza di raccontare ai Carabinieri solo dopo avere tentato a sua volta il suicidio.

Spinta alla disperazione, raccontò ai Carabinieri che non poteva nemmeno accompagnare da sola le tre figlie dal medico e che di notte veniva chiusa a chiave in casa, la donna tentò di uccidersi gettandosi nelle acque fredde di una giornata invernale, l'amore per le figlie però la spinse a salvarsi e chiedere aiuto a uno dei due fratelli, il quale la soccorse e subito dopo sparì nel nulla. Subito dpo il tentato suicidio Giuseppina Multari si affidò ai Carabinieri, che la misero sotto tutela. Nel 2013 una svolta nelle indagini, la procura decise di procedere non più per maltrattamenti in famiglia, ma per riduzione in schiavitù.

Al contempo, sempre dalle dichiarazioni di Giuseppina Multari su quanto aveva visto durante gli anni trascorsi in casa Cacciola, è emerso un traffico di droga che sarebbe stato messo in piedi dai Cacciola, i quali, secondo l'accusa, avrebbero comprato quantitativi di droga, circa 15 kg al mese di cocaina, in Olanda, per mezzo dei Curmace, una famiglia che vive in Germania. La droga, poi, avrebbe raggiunto Rosarno su auto prese a noleggio.

I destinatari delle misure cautelare sono: Marc Feren Claude Biart, Domenico Cacciola, Francesco Cacciola, Giovan Battista Cacciola, Gregorio Cacciola, Maria Cacciola, Vincenzo Cacciola, Concetta Cinquegrani, Cinzia Curmace, Girolama Curmace, Mercurio Curmace, Teresa D'Agostino, Carmelo De Maria e Jessica Oppedisano. (AGI)