Riace, i ragazzi dei campi della legalità si sono confrontati sui temi dei diritti e dell’immigrazione

Reggio Calabria Attualità

Diritti, legalità e immigrazione”. Questi, i temi principali attorno ai quali ruotano i confronti, le tavole rotonde e le iniziative in programma per il primo Campo della Legalità-Riace 2014 (dal 27 luglio al 2 agosto) promosso da Cgil, Spi Cgil e Flai Cgil del Comprensorio Rc-Locri, Arci-Comitato territoriale Rc e Libera.

Dopo aver visitato il Porto delle Grazie di Roccella Jonica, dopo essersi confrontati con il Sindaco di Riace Mimmo Lucano, i ragazzi provenienti da Avellino e da Bologna insieme con i pensionati dello Spi Cgil Reggio Emilia hanno “sperimentato sul campo”, lavorando presso i laboratori delle botteghe artigiane del “Paese dell’Accoglienza”.
Un incontro con uno spaccato particolare che gli stessi giovani hanno definito “importante. Un’esperienza formativa”, perché “questa piccola realtà – hanno detto – ci ha permesso di vivere pienamente e apprendere senza filtri il lavoro di questi artigiani. Il Borgo è davvero caratterizzato e caratterizzante”. Riace ha, dunque, conquistato questo gruppo affiatato e motivato.

Spinti da curiosità, dalla voglia di ascoltare e di raccontarsi hanno poi preso parte all’incontro con Lucia Rossi (Segreteria SPI CGIL Nazionale), Giuseppe Fabretti (SPI CGIL Nazionale – Dipartimento Legalità e Politiche giovanili) e Vladimiro Sacco (Segretario Generale Spi CGIL Calabria). Un incontro incentrato sulla tematica della lotta alla ‘ndrangheta e a tutte le Mafie, che si è svolto a Riace e a cui sono intervenuti - raccontando la propria esperienza o le proprie considerazioni in merito al concetto di legalità e illegalità: Salvatore Lacopo (Segretario Gen. Spi Cgil Rc-Locri); Mimma Pacifici (Segretario Gen. Cgil Rc-Locri); Domenico Mandarano (Segretario Gen. Flai Cgil Rc-Locri); Emiliano Barbucci (in rappresentanza di Arci-Comitato territoriale Rc).

Un incontro che si è trasformato in un dialogo aperto, a più voci, attento ad analizzare il fenomeno mafioso da più punti di vista, considerando sia le differenze esistenti e percettibili tra ‘ndrangheta, camorra, mafia e sacra corona unita, sia le similitudini che la criminalità – in tutte le sue forme – ha, soprattutto nel gestire i rapporti con i cosiddetti “colletti bianchi” o con quella parte del mondo istituzionale che è corrotta e che non rappresenta lo Stato.
“In alcuni luoghi di questo Paese – ha affermato Lucia Rossi (Spi CGIL Nazionale) – lo Stato ha abdicato. Non c’è. E ce lo dobbiamo dire se vogliamo ri-costruire laddove manca una Politica reale e seria”.

Dal presidio del territorio, dai piccoli gesti quotidiani come chiedere uno scontrino, dallo scambio di informazioni, dall’affermazione di un diritto che non è un favore da tutto questo passa la legalità. Dai “segni”, dai gesti tangibili e giornalieri, si può dare un piccolo ma importante contributo: “un tassello – ha affermato Vladimiro Sacco – in un mosaico enorme e vario che è la nostra Società”.

Ed è questo ciò che fanno, nel loro piccolo, questi giovani. Perché sono loro che hanno organizzato manifestazioni contro il progetto di installazione di un inceneritore vicino a centri abitati; sono sempre loro che hanno denunciato quando sono stati minacciati e derubati sin dentro casa; sono sempre loro che hanno organizzato un coordinamento per manifestare contro pratiche legalizzate di inquinamento ambientale e di sfruttamento energetico, a discapito degli equilibri ambientali e dell’eco-compatibilità con il proprio territorio.

Ricostruire un tessuto sociale, sorretto da principi etici e morali, in un Paese che sembra quasi “malato”. Questo, il messaggio che è stato trasmesso durante questo lungo incontro.
“Un messaggio di speranza – ha sottolineato Lucia Rossi – che ci fa credere nell’importanza del confronto con le nuove generazioni, nel progetto di questi Campi. Per parlarci, per raccontarci esperienze e dotarci, in tal modo, di strumenti di confronto e di informazione”.
Trasmettere memoria, conoscenza, significa costruire punti comuni di rivendicazione e un fronte comune attraverso cui portare avanti la Battaglia della Legalità. Una battaglia per l’affermazione della cultura della legalità, dei diritti, del principio di solidarietà. Una battaglia che deve partire dall’Italia per giungere in Europa.