Legambiente, “Il futuro della Sila è nel turismo eco-sostenibile”

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Il turismo sostenibile, naturalistico o sportivo, a basso impatto può diventare una delle chiavi più innovative e strategiche per rilanciare l'economia del territorio della Sila, se sarà in grado di conservare e valorizzare la bellezza dei laghi. Ne è convinta Legambiente, che ieri ha promosso una serie di eventi in occasione del passaggio in Calabria della Goletta dei Laghi, la campagna nazionale dell'associazione ambientalista per la tutela dei bacini lacustri.

Di turismo, gestione delle aree protette, criticità e potenzialità dei laghi della Sila tratta il dossier "Laghi della Sila, tra incompiute e pericolo di svuotamento" che è stato presentato nel dibattito conclusivo della giornata a San Giovanni in Fiore dal presidente del circolo Legambiente "Sila" Giuseppe Veltri, il presidente del "Comitato per la salvaguardia della Ferrovia Silana" don Emilio Salatino, il presidente di Legambiente Calabria Francesco Falcone e dal responsabile nazionale aree protette di Legambiente Antonio Nicoletti.

"A nostro avviso i tempi sono maturi per rilanciare una serie di proposte e buone pratiche per i laghi silani come il Contratto di lago - afferma Antonio Nicoletti - per promuovere più generali politiche per la green economy in un territorio che aspetta che le proposte delle istituzioni siano aderenti alla missione del Parco nazionale della Sila. Per fare questo serve comunque un cambio di passo del Parco, che deve sapere intrecciare conservazione e sviluppo in maniera più coerente di quanto fatto fino ad oggi e saper incidere di più nelle scelte strategiche. Contestualmente deve crescere la consapevolezza della Comunità del Parco e l'assemblea dei sindaci dell'area protetta, la cui azione è stata fino ad oggi inadeguata a sostenere le politiche di sostenibilità: questo territorio necessita di azioni concrete contro il consumo di suolo e la tutela del paesaggio, a favore di una gestione forestale sostenibile e dell'agricoltura biologica e a sostegno del miglioramento della raccolta differenziata e della depurazione nei comuni del Parco".

Tra impianti di risalita e piste da sci esistenti, Parchi avventura o percorsi CAI per trekking o nordic walking o ancora piste da sci da fondo e la riattivazione della Ferrovia silana, il territorio silano presenta già interessanti attrazioni, senza contare che la presenza dei laghi ha incentivato un turismo di nicchia attratto dalle bellezze naturalistiche.

"Ma è fondamentale ricordare - aggiunge Nicoletti - che gli stessi laghi sono degli ecosistemi chiusi delicati, alcuni dei quali classificati anche come Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria, quindi qualsiasi sviluppo turistico deve essere a basso impatto, nel rispetto dell'ambiente e delle normative nazionali e comunitarie".

Per questo Legambiente è contraria alla realizzazione di altre opere inutili, come l'ipotizzato mega comprensorio sciistico Lorica - Camigliatello Silano. "Un investimento pubblico a servizio del nulla, che aleggia da oltre 30 anni nella fantasia di una classe di amministratori che guarda a ipotesi di sviluppo locale del secolo scorso e che ancora non ha compreso che la nascita del Parco nazionale della Sila ha cambiato il paradigma dello sviluppo dell'altopiano silano - attacca Giuseppe Veltri, presidente del circolo Legambiente "Sila" -. Siamo disponibili a parlare del futuro sostenibile della Sila con chiunque e senza pregiudizio alcuno, ma al contempo siamo pronti a dar battaglia, per impedire che il possibile ammodernamento degli impianti di risalita si trasformi nel comprensorio sciistico più grande del Sud Italia, in un'area tra i laghi Arvo e Cecita che intaccherebbe Sic e Zps, senza inoltre garanzie sulla sostenibilità anche economica della gestione".

Una minaccia per fortuna per ora sventata, dato che il bando emanato dalla Regione non ne fa cenno. La sostenibilità delle strutture ricettive è uno dei capisaldi dell'impegno dell'associazione ambientalista nel settore turistico, grazie anche alla diffusione dell'Ecolabel, l'etichetta che segnala alberghi e camping attenti all'ambiente. Un'azione che avrà ancora più forza dopo l'accordo recentissimo firmato con Assohotel Confesercenti per premiare le aziende ricettive migliori nella gestione eco-efficiente, nella salvaguardia e valorizzazione del patrimonio ambientale locale e nel miglioramento della qualità della vita. Aspetti che stanno a cuore a chi già frequenta i laghi silani, come dimostrano i dati del progetto "Un parco per tutti", che tra il 2013 e il 2014 ha favorito la conoscenza del territorio e la sensibilizzazione ambientale nelle stesse popolazioni locali e raccolto informazioni sulla fruizione sportiva del Parco.

I numeri sono infatti molto positivi: tra maggio 2013 e maggio 2014 solo il circolo Legambiente Sila è infatti riuscito grazie a trenta escursioni (trekking, ciaspolate sulla neve, mountain bike e passeggiate naturalistiche) a portare nel territorio del Parco nazionale circa 800 turisti. Gli sport naturalistici hanno inoltre il pregio di riuscire a coniugare attività sportive con l'enogastronomia del territorio, consentendo la scoperta dei prodotti di qualità che l'altopiano silano riesce ad offrire. L'attività agricola è tra l'altro fortemente presente nelle aree attorno ai laghi, soprattutto sul lago Cecita che è uno dei punti di maggiore produzione della patata silana. L'agricoltura è dunque una risorsa fondamentale per il territorio ma richiede secondo Legambiente un'azione di informazione e sensibilizzazione dei coltivatori al fine di promuovere una pratica a basso impatto come è quella biologica.

Da qui la proposta di un'intesa con le organizzazioni dei produttori e il Parco per favorire produzioni sostenibili e di qualità. La Sila presenta però anche diverse criticità in merito ai bacini lacustri. A partire da alcune cattedrali nel deserto, fotografate nel dossier presentato da Legambiente, come il lago Votturino a Serra Pedace in provincia di Cosenza, il cui bacino è vuoto da oltre vent'anni, o la diga di Re di Sole a San Giovanni in Fiore, mai messa in opera.

Ma la minaccia che più preoccupa gli ambientalisti, oltre a quella di uno sviluppo insostenibile del territorio, è quella dello svuotamento dei bacini, come accaduto nel 2012 per il lago Passante a Taverna, provincia di Catanzaro. Il prossimo, secondo il progetto di A2A che lo gestisce, potrebbe essere il lago Arvo. Se il periodico rilascio dei sedimenti che si depositano nei laghi artificiali è necessario, le modalità possono essere ben diverse. "Condividiamo l'obiettivo di fare manutenzione delle opere di presa e garantire così la sicurezza del territorio e delle popolazioni - dichiara Francesco Falcone, presidente di Legambiente Calabria - ma non siamo per nulla d'accordo che si sprechi un bene pubblico come l'acqua invasata nel bacino del Lago Arvo. La tipologia di interventi previsti, e cioè svaso e fluitazione, hanno un impatto ben superiore a quanto dichiarato da A2A soprattutto per la carenza e superficialità degli studi prodotti su habitat e specie presenti. E' evidente che un intervento di svaso di un bacino posto in un Parco nazionale pone problemi in ordine alla conservazione della biodiversità, e nel caso dei laghi Arvo e Ampollino, che sono elementi fondanti dell'area protetta, il tema si allarga all'identita' stessa del paesaggio."

Ecco perché Legambiente Calabria chiede alle autorità competenti di valutare misure tecniche alternative non invasive per l'ispezione alle opere di presa e all'eliminazione dei sedimenti, e ad A2A un Piano di gestione aggiornato che tenga conto delle nuove disposizioni di legge e delle direttive europee Habitat, Acque e Alluvioni, oltre a valutare l'impatto degli interventi sulla biodiversità e il paesaggio. Pensiamo sia necessario sottoporre il Piano alla Valutazione di incidenza ambientale (ViNCA) -" conclude Falcone - e considerando che il complesso di attività proposte dura almeno 10 anni, anche ad una Valutazione ambientale strategica (VAS) che tenga conto degli impatti economici e sociali dell'intera operazione proposta. A maggior ragione è quanto mai urgente affrontare con il Parco, la Regione Calabria e con tutti i soggetti interessati la questione del Piano di Gestione dei SIC e delle ZPS, al fine di assicurare in generale uno stato di conservazione soddisfacente per gli habitat e le specie conservate. (AGI)