Ortì: concluso il restauro della statua di San Rocco

Reggio Calabria Attualità

Il 21 Luglio la comunità parrocchiale SS. Maria di Loreto in Ortì, ha accolto la statua di S. Rocco, compatrono della parrocchia, rientrata dopo un lungo e delicato lavoro di restauro, reso possibile grazie al contributo della Provincia di Reggio Calabria e ad un'offerta di una fedele emigrata in Canada. Ad attendere il ritorno della Statua vi era un folto gruppo di fedeli e la banda musicale “Città di Ortì”.

Mons. Morosini, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria – Bova, invitato dal parroco Sac. Francesco Surace, ha benedetto la Statua che finalmente potrà essere restituita al culto dei fedeli.

Don Francesco, rivolgendo un caloroso saluto a Mons. Morosini, ha sottolineando che: “venerare un Santo è riconoscere le meraviglie che Dio può operare in una persona se, con semplicità di vita, si sforza a mettere in pratica le tre virtù fondamentali per un cristiano: la fede, la speranza e la carità”.

In rappresentanza dei fedeli ha preso la parola Antonino Polimeni. Il suo intervento è stato particolarmente interessante perché ha illustrato la storia e la tradizione della pietà popolare che lega i fedeli della Comunità di Ortì a San Rocco. Il solido rapporto di fede nacque nel 1599: sin da allora vi sono tracce chiare di una forte devozione da parte degli orticiani. Ma l'episodio che più di ogni altro lega la storia del paese aspromontano alla figura del Santo di Montpellier è il miracolo della guarigione degli ammalati di peste. Le cronache datano questo episodio sul finire del 1700, e proprio in quegli anni i fedeli decisero di posticipare i solenni festeggiamenti in onore di San Rocco dal 16 agosto al 21 luglio o alla domenica successiva.

La fede e l'attaccamento tenace al Santo rappresentano una costante per la vita degli Orticiani: anche nella pagina buia degli eventi post-tellurici del 1908, i fedeli, prima ancora di ricostruire il centro abitato, hanno voluto riedificare la Chiesa in muratura per San Rocco.

Ancora oggi la partecipazione alla novena e al triduo in onore del Santo è molto sentita da tutti i fedeli. Inoltre la devozione ha avuto anche un ruolo nello sviluppo della banda musicale (si provava tutto l’inverno in vista del concerto di musica lirica della sera della festa) ed anche nel coinvolgimento di tutte le realtà sociali (gruppo teatrale, bocciofila, associazione di cacciatori, polisportiva) che, ogni anno, organizzano manifestazioni culturali e sportive che culminano nel giorno della festa, ma che in realtà interessano tutto il periodo che va dall’inizio della novena della festa di luglio, fino al 16 agosto.

L’Architetto Maria Letterina Arrichetta, che ha eseguito i lavori, ne ha illustrato i risultati a tutti i presenti, soffermandosi sulle tecniche eseguite, le difficoltà incontrate la delicatezza dell’intervento e l’ottimo risultato conseguito.

La statua risale intorno al 1830, è costituita da un unico pezzo di tronco di ciliegio e si presenta ben conservata. “Il restauro si è reso necessario, spiega l'Architetto Arrichetta, perché la Statua risultava compromessa da più ridipinture a più strati. Le gambe presentavano due grandi lesioni, dovute a sollecitazioni meccaniche, e il basamento era intaccato dai cosidetti tarli, che hanno reso il legno debolissimo e spugnoso”.

L'opera d'arte è stata sottoposta a trattamento in camera a gas, per eliminare gli acari, e poi si è proceduto al consolidamento del legno e sono state rimosse le dipinture grossolane apposte sul viso del Santo. La statua è stata trattata anche con colletta di coniglio attraverso l'ausilio di pellicola giapponese e termocauterio per consolidare le microfratture. Il restauro, particolarmente delicato e articolato è durato 7 mesi.

“Ma la vera sorpresa, continua l'Architetto, è stato il ripristino allo stato originario del vestito di San Rocco. Non ci aspettavamo di trovare una veste ricoperta di foglie di argento meccato. Purtroppo questo splendido tratto, che dimostra la preziosità della Statua, è stato coperto nel corso dei seoli da più strati di stucco poi colorato”. Anche il mantello, che allo stato di conservazione era di colore marrone, alla pulitura risultava essere di un colore porpora particolarmente ricercato e pregiato.

Mons. Morosini ha concluso la serata invitando tutti i fedeli a riappropriarsi della Statua, a seguire l’esempio di San Rocco nell’amore verso i poveri, gli ammalati, gli ultimi e avere una grande fede in Dio di cui San Rocco è stato umile strumento.