Rimozione Reppucci, la solidarietà di Verrengia

Catanzaro Attualità

“Chi ha avuto il privilegio di conoscere il prefetto Antonio Reppucci, non può dubitare sul senso dell’espressione - certamente infelice - che ha utilizzato per chiamare alla responsabilità le famiglie di fronte al problema della droga che coinvolge tanti giovani. Un antico proverbio dice che quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito. Così il prefetto Reppucci, che pure ha espresso un’opinione assolutamente condivisibile rispetto al coinvolgimento delle famiglie nel contrasto al disagio, è finito nel tritacarne - purtroppo non solo mediatico - per una espressione, “dovrebbe suicidarsi”, chiaramente paradossale, e che nessuno può pensare di interpretare in senso letterale”. Lo scrive in una nota Emilio Verrengia, in merito alla rimozione del prefetto di Perugia.

“Eppure il governo, senza ponderare una scelta tanto delicata, e senza tenere in considerazione gli immediati chiarimenti forniti dallo stesso Reppucci, ma con il solo interesse di assecondare l’onda mediatica del caso del giorno, non ha esitato a massacrare professionalmente un servitore delle Istituzioni ovunque apprezzato per la sua autorevolezza, le sue capacità, la sua sensibilità ai problemi dei territori e delle comunità. Nella sua esperienza in Calabria, gli amministratori pubblici, le forze sociali, lo hanno avuto sempre al fianco, a stimolare percorsi di efficienza e di trasparenza, e a contribuire in maniera operosa alla soluzione delle numerose e complesse problematiche del territorio. Senza dimenticare la sua presenza costante nella vita culturale e sociale della comunità, con un impegno da “prefetto di strada”, pronto ad ascoltare i giovani e a stimolarli alla responsabilità, alla meritocrazia, all’impegno civile, alla cultura della legalità come condizioni per costruire un futuro di sviluppo economico e di progresso sociale in una realtà, quella calabrese, segnata dal dramma della disoccupazione, dalla sfiducia, dalla mancanza di stimoli e di prospettive per i giovani, che rappresentano l’humus in cui si sviluppano i fenomeni di disagio e le dipendenze”.

“Spero che il presidente Renzi e il ministro Alfano rivedano la propria decisione, non privando la collettività del contributo di un prefetto come Antonio Reppucci che, per la sua professionalità e le sue doti morali, deve essere considerato una risorsa per il Paese, e non essere cacciato via come si fa con le persone scomode”.