Scajola: in corso udienza Tribunale Riesame

Calabria Cronaca

Ha avuto inizio pocoprima delle ore 14.30 l'udienza dinnanzi al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, chiamato a decidere sull'istanza di scarcerazione depositata dai difensori dell'ex ministro Claudio Scajola, arrestato lo scorso 8 maggio dalla Dia di Reggio Calabria, nell'ambito dell'operazione Breakfast, per procurata inosservanza di pena in favore dell'ex deputato Amedeo Matacena, fuggito a Dubai dopo la condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Scajola è assistito da gli avvocati Giorgio Perroni ed Elisabetta Busuito. La decisione del Riesame quasi certamente sarà resa nota domani. (AGI)

SCAJOLA: EX MINISTRO, MATACENA AVEVA CHIESTO ASILO ALLA SVIZZERA

h 15:57 | "Matacena era in attesa di una risposta a una richiesta di asilo politico dalla Svizzera". Così l'ex ministro Claudio Scajola, arrestato dalla Dia lo scorso 8 maggio nell'ambito dell'operazione Breakfast per procurata inosservanza di pena in favore dell'ex deputato Amedeo Matacena, ha ricostruito i rapporti con Matacena e sua moglie Chiara Rizzo, nell'interrogatorio coi pm sostenuto il 16 maggio scorso a Roma. Dopo avere spiegato di avere conosciuto Matacena dopo che nel '96 Scajola divenne deputato e coordinatore di Forza Italia, l'ex ministro ha dichiarato di avere conosciuto Chiara Rizzo, al telefono, dopo l'arresto del marito: "Ricordo che la chiamai per darle conforto". La incontrò nel 2013, in occasione della Festa della Repubblica Italiana, a Montecarlo: "In quella occasione la Rizzo mi disse piangendo che il marito era partito da qualche giorno".

Poi, dopo il passaggio in giudicato della sentenza inflitta a Matacena, Chiara Rizzo chiese un incontro a Scajola, per risolvere problemi sorti nel Principato di Monaco, poiché stava per scaderle il permesso di soggiorno e rischiava che non fosse rinnovato per l'impossibilita' di dimostrare di avere risorse per risiedere a Montecarlo.

"In quell'occasione - ha detto Scajola ai pm - sono venuto a sapere che Matacena si trovava alle Seychelles. Mi disse che la suocera aveva previsto di investire alcuni soldi in quello Stato. Ricordo molto bene che in quella occasione chiesi alla Rizzo il motivo per il quale il Matacena non si costituisse: mi rispose che il marito era in attesa di una risposta a una richiesta di asilo politico dalla Svizzera". (AGI)

SCAJOLA: "DISSI A RIZZO CHE MATACENA DOVEVA COSTITUIRSI"

16:30 | L'ex ministro Claudio Scajola, arrestato lo scorso 8 maggio per aver favorito la latitanza dell'ex deputato Amedeo Matacena, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, nega ogni responsabilità davanti ai magistrati inquirenti. Nel verbale d'interrogatorio del 16 maggio scorso, ai Pm Francesco Curcio e Giuseppe Lombardo, anzi, dichiara di aver consigliato a Matacena, tramite la moglie, di costituirsi.

"Dopo essere tornata da una crociera, la Rizzo - riferisce Scajola - mi chiamò con urgenza inquanto aveva dovuto lasciare la casa di Montecarlo. In quella occasione mi passò al telefono un avvocato italiano, sicuramente di origine meridionale, a cui dissi che era il caso che il Matacena si costituisse. Tale avvocato - dichiara Scajola - mi diede ragione".

Scajola racconta ai magistrati di aver conosciuto Chiara Rizzo per telefono "molti anni fa" dopo l'arresto del marito. Riferisce di averla chiamata "per darle conforto" e di averla incontrata varievolte dal 2009 "senza particolari motivi, tanto in Italia che in Francia". "In occasione della festa della Repubblica italiana a Montecarlo del giugno 2013 - dice Scajola - ho nuovamente incontrato presso il Beach di Montecarlo la signora Rizzo insieme alle sue amiche. In quella occasione la Rizzo mi disse piangendo che il marito era partito da qualche giorno. Ricordo - aggiunge - di aver avuto l'impressione che fosse disperata".

Parla anche di una somma di denaro, pari a circa 600.000 dollari, che la madre di Amedeo Matacena aveva intenzione di investire nel Principato di Monaco, Claudio Scajola nell'interrogatorio con i pm antimafia che lo accusano. L'ex ministro dice di aver appreso in occasione di un incontro a Montecarlo con Chiara Rizzo che la suocera aveva previsto di investire soldi nel Principato, chiedendo quali dificolta' ci fossero nel far rientrare la sonna a Montecarlo. Scajola racconta di averne parlato con il direttore di una filiale di banca di Imperia. Quest'ultimo dapprima disse a Scajola di far presentare la donna a San Remo per aprire un conto corrente, ma "dopo qualche giorno - racconta Scajola nell'interrogatorio coi pm - venne da me ad Imperia per dirmi che c'era il rischio che la movimentazione bancaria divenisse oggetto di attenzione sulla base della normativa antiriciclaggio poiché il marito risultava latitante. È questo il motivo - prosegue Scajola - per cui pensai che l'operazione bancaria potesse effettuarsi nel Principato di Monaco tramite il Credito Monegasco da dove la somma proveniva". (AGI)

SCAJOLA: "MAI PARLATO CON GEMAYEL DI ASILO POLITICO MATACENA"

16:55 | "In relazione all'intero evolversi della vicenda legata al presunto riconoscimento dell'asilo politico in Libano a favore di Matacena, intendo sottolineare che sono riferimenti verbali che non si sono mai tradotti in nulla di concreto come risulta dal fatto che non ho mai parlato con Gemayel di tale ipotesi di progetto. La Rizzo si lamenta con me per non averci mai creduto". E' uno dei passaggi delle dichiarazioni rese dall'ex ministro Claudio Scajola ai pm.

In merito ai suoi contatti con il ledaer libanese, l'ex ministro, accusato di aver progettato il trasferimento di Matacena da Dubai nel paese dei cedri, parla di Vincenzo Speziali, impreditore, ex consigliere comunale di Catanzaro, ritenuto dai pm l'uomo chiave del progettato trasferimento in Medio Oriente dell'ex parlamentare calabrese condannato. Speziali, secondo quanto riferito da Scajola, contatto' la sua segretaria per invitarlo ai lavori dell'internazionale democristiana, che si sarebbero svolti a Beirut.

"Da quella data - dice Scajola - avevamo avuto una serie di incontri in cui mi spiego' di vivere a Beirut, di essere sposato con una parente di Gemayel". Scajola ricorda di aver pranzato con il leader libanese e di avere organizzato, su richiesta di Speziali, un incontro fra Gemayel e Silvio Berlusconi. "Ho poi capito - dice Scajola - avendolo appreso direttamente da lui, che l'ambizione di Vincenzo Speziali era quella di fare il parlamentare". (AGI)

SCAJOLA: "NESSUN TRASFERIMENTO SOLDI A MATACENA DA CONTO CAMERA"

17:17 | Il conto corrente messo a disposizione di Matacena, come ex deputato, dalla Camera non è stato mai impiegato per il trasferimento di fondi all'estero. Lo puntualizza Claudio Scajola nell'interrogatorio coi pm. Il conto corrente presso Montecitorio, cui si fa riferimento nelle intercettazioni, era invece un conto aperto presso il banco di Napoli, cui tutti gli ex deputati hanno diritto. "L'equivoco - afferma Scajola - può nascere da alcuni dialoghi tra Roberta, Chiara e me in riferimento al conto corrente presso la Camera dei Deputati. Chiara è una donna intelligente e anche perbene. Sicuramente confusissima e in qualche modo pasticciona".

"Io - prosegue - sono un ex deputato, ho un vitalizio, il vitalizio mi viene accreditato sul conto corrente presso la banca di Montecitorio, (ossia lo sportello del banco di Napoli, nda) non solo ne ho diritto, ma posso già prenderlo perché ho l'età'. Chiunque sia stato deputato, per una legislatura o per dieci legislature, conserva sempre e comunque un conto corrente a costo zero".

Scajola, quindi, spiega il riferimento fatto nelle intercettazioni al conto. "Chiara ha un figlio minorenne, l'assistenza sanitaria viene data ai deputati e agli ex deputati anche se non sono in pensione, se si paga il suo contributo". La donna, spiega Scajola, non aveva attivato mai l'assistenza sanitaria legata al ruolo di ex parlamentare del marito, per cui lui le spiegò cosa fare. Scajola conclude sull'argomento escludendo che il conto potesse essere stato utilizzato per mandare soldi a Dubai a Matacena durante la latitanza. "Grande parte di questo conto si riferisce, per quanto riguarda me, per quanto riguarda Roberta, per il versamento della quota per l'assistenza sanitaria". (AGI)


SCAJOLA: "CON LA RIZZO A MILANO CON LA MIA AUTO E NON CON SCORTA"

h 18:09 | "Ho solo fatto l'autista, andando avanti e indietro e volando perché avevo fretta, Chiara non è stata portata lì dalla macchina della mia scorta, ma dalla mia macchina". Racconta così l'ex ministro Claudio Scajola, nell'interrogatorio ai pm, la vicenda della "gita" a Milano con Chiara Rizzo. "Il giorno del mio compleanno, me lo ricorderò sempre, era il 15 gennaio. Chiara mi dice se potevo accompagnarla a Milano perché doveva trovare un avvocato suo per una questione che poteva forse portare a lei una utilità. Non lo facevo molto volentieri - rivela Scajola - comunque faccio l'autista. Io dovevo tornare presto a casa, intanto la sera avevo una cena con delle persone in casa, ma avevo una riunione importante a Imperia, di carattere politico in ufficio".

Quindi Scajola spiega che, siccome andava a Milano per affari non suoi, rifiuta di usare l'auto della scorta: uno degli agenti di scorta va a prendere con l'auto personale di Scajola Chiara Rizzo a Ventimiglia, dove la donna lascia la propria auto, e la conduce allo svincolo di Imperia, dove l'ex ministro arriverà con l'auto della scorta. A questo punto, prosegue nel racconto Scajola: "scendo dalla macchina della scorta, vado alla guida della mia macchina, e l'agente se ne va via. Per la verità loro dovevano seguirmi, per la mia sicurezza, ma io ho detto no, perché andavo per una roba non mia". "Vado là, alla periferia di Milano, scocciato di questa cosa, lei mi ha detto: è una cosa che potrebbe darmi un po' di aiuto".

Alla domanda dei pm, se Chiara Rizzo avesse mai parlato prima di affari in India, Scajola afferma: "Amedeo Matacena le aveva parlato di questa cose dell'India 2 anni prima, credo ci debba essere qualche mia lettera all'ambasciata a Nuova Delhi in cui segnalavo, avevo chiesto all'ambasciatore Mancini questo favore lecito. Lei mi dice - prosegue Scajola nel racconto della giornata - siccome c'è un avvocato amico faccio un incontro con queste persone perché può darsi che mi lascino in qualche modo avere un incarico di rappresentanza. Tanto è vero che io sto li'".

L'ex ministro svela anche un particolare curioso: "Perché mi allontano con la macchina? Perché lei scende "faccio presto, mezz'ora faccio", morale passa mezz'ora, un'ora, un'ora e mezzo, mi viene da fare la pipì, sono senza scorta. Vado a fare un giro in centro, cerco un bar e non lo trovo, attacco la macchina al muro... Apro la portiera e mi metto a fare la pipì contro il muro e continua a montare la rabbia". "Conclusione, mi manda uno o due messaggini, 'scusami tanto ma ho quasi finito' e io ero veramente.. Lei sale in macchina, partiamo, con Roberta (la segretaria di Scajola, ndr) parlo 10 volte per cercare un posto dove mangiare, io sono glicemico. Ho visto poi dalle intercettazioni che ha fatto alcune telefonate prima di salire in macchina, alla fine abbiamo mangiato in una specie di bettola e ho volato per arrivare a casa". Lei mi ha detto "io spero di poter riuscire.. C'erano diverse persone". Scajola risponde così alla domanda su chi fossero quelle persone: "Lei non diceva e alcune cose le ho capite adesso" e i ricorda che Rizzo gli fece un nome: "C'era un certo Del Lago. Ma non è uno del giro di Berlusconi?", gli chiese la stessa Rizzo, il quale, dice, rispose "Guarda, non lo so". (AGI)


SCAJOLA: ALLA RIZZO DISSI MEGLIO MARITO IN PRIGIONE CHE LATITANTE

h 18:46 | "Il marito latitante è peggio del marito in prigione". Così l'ex ministro Claudio Scajola racconta ai pm durante l'interrogatorio di essersi rivolto a Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, consigliandole la soluzione che il marito si consegnasse alla giustizia italiana per espiare la condanna a 5 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. I pm chiedono a Scajola se si sia sentito "strumento" di Chiara Rizzo. "Lo escludo - risponde Scajola - lei non mi raccontava quasi niente, non raccontava balle, non diceva, nè io ho mai chiesto e una volta che ne abbiamo parlato io fui molto duro nel dirle qual era secondo me la via che avrebbe dovuto scegliere e cioè il marito sarebbe dovuto venire qua. Lei avrebbe potuto andare a visitarlo una volta la settimana, avrebbe sofferto, ma il marito latitante è peggio del marito in prigione. Lei avrebbe potuto lavorare, io l'avrei aiutata e che quindi questa poteva essere la soluzione". (AGI)


SCAJOLA: "MAI FATTO AFFARI, POLITICAMENTE MORTO PER VICENDA CASA"

h 20:01 | "Non ho mai fatto affari con nessuno". L'ex ministro Claudio Scajola, rispondendo alle domande dei pm nel corso dell'interrogatorio tenuto nei giorni scorsi, dopo avere spiegato i rapporti di natura economica con Chiara Rizzo, tutti rapporti a suo dire finalizzati a garantire un sostentamento economico alla donna in gravi difficoltà, nega di avere avuto qualsiasi altro rapporto di affari con i coniugi Matacena. "Io - afferma Scajola - non ho mai fatto affari con nessuno perche' non ne sono capace, l'ultima volta che ho comprato una casa ho fatto un casino, quindi io affari non ne ho mai fatti con nessuno. Io sulla vicenda della casa - ha proseguito Scajola ricordando la vicenda che lo ha visto assolto in primo grado - sono politicamente morto". (AGI)


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