Gianturco (Ugl -Tlc): “Rilanciare il settore dei call center. Fermare le delocalizzazioni e le gare al massimo ribasso”

Calabria Attualità
Lo striscione dell'Ugl alla manifestazione di Roma

“È partito ieri mattina (giovedì, ndr.) da piazza della Repubblica a Roma, il corteo degli operatori dei call center, per chiedere il rilancio del settore che impiega circa 80 mila addetti. Oltre cinquemila i partecipanti, arrivati nella Capitale con pullman, treni e auto private”. Lo scrive in una nota Mimmo Gianturco della Ugl – telecomunicazioni.

“Migliaia di persone, giovani e meno giovani, lavoratori dei call center italiani, hanno manifestato a Roma per richiedere il miglioramento delle condizioni di lavoro. Nei call center oramai, non lavorano più solo le giovani generazioni, ma adesso si tratta anche di persone di 40 anni e oltre, padri e madri di famiglia, per i quali questo lavoro rappresenta l’unica fonte di sostentamento”.

“Come UGL Telecomunicazioni abbiamo chiesto di fermare le delocalizzazioni e le gare al massimo ribasso, che creano un continuo passaggio di commesse da un’azienda verso un’altra, aumentando i rischi del singolo lavoratore. Infatti, proprio per queste folli logiche di mercato, nei prossimi mesi, saranno 10 mila i posti di lavoro a rischio”.

“Le delocalizzazioni, da noi sempre osteggiate, per le aziende rappresentano al meglio quelle squallide logiche puramente speculative e finanziarie, che perciò si spingono oltre confine in cerca di condizioni migliori, spesso in quei Paesi dove sono scarsi i salari e le tutele dei lavoratori”.

“In egual misura, le gare al massimo ribasso, rendono la vita difficile ai lavoratori, poiché i grandi committenti, sia pubblici sia privati, stabiliscono prezzi di mercato il più delle volte non sufficienti a coprire neanche il costo del lavoro dei call center in outsourcing, non rispettando in questo modo neppure le norme che regolano i minimi contrattuali dei contratti collettivi di lavoro. Così facendo, per stare nei prezzi, le aziende sono “costrette” a non tener più conto della qualità del servizio erogato, delle caratteristiche ambientali, né tantomeno della sicurezza sul posto di lavoro”.

“Il corteo di ieri, ha voluto attirare l’attenzione del Governo sulla critica situazione dei call center outsourcing, affinché si possano individuare delle norme indispensabili, come una rivisitazione degli incentivi di legge per le nuove aziende al fine di evitare dumping commerciale e prevedere finalmente, nel caso di una perdita di un appalto da parte di un’azienda, la possibilità che i lavoratori continuino a seguire quella commessa mantenendo il posto di lavoro e quindi anche il salario per mantenere le loro famiglie”.