Pugliese-Ciaccio, cerimonia di pensionamento per Francesco Falvo

Catanzaro Salute
Falvo e la Rizzo

I pasticcini, una targa, un po’ di commozione mandata giù assieme al brindisi. Una cerimonia sobria ma intensa, in perfetto “spending review” style, quella che l’Azienda pspedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro ha voluto dedicare al pensionamento di una delle sue “colonne”, Francesco Falvo, direttore della Soc di urologia e capo del dipartimento a cui afferiscono ben sei reparti, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, urologia, chirurgia vascolare, plastica e toracica, endoscopia chirurgia e senologia.

Nella sede direzionale di via Cortese, per il congedo del noto professionista stimato e puntualmente consultato dai reparti di altri ospedali, sono intervenuti i colleghi capi-dipartimento dell’AOPC, quelli della Direzione sanitaria medica di presidio, della Direzione strategica e naturalmente i vertici aziendali.

“Ringrazio tutti i colleghi che mi hanno collaborato con grande professionalità - ha detto Falvo – ed in particolare il direttore generale Elga Rizzo che per me rappresenta un momento felice della lunga esperienza medica, avendomi consentito di allocare Urologia in un reparto molto dignitoso e concesso un continuo rapporto di reciproca stima. In questo momento il mio pensiero è rivolto a due nostri insigni predecessori, i dottori Lanza e Scalfaro, che hanno creato le basi su cui poi è stato impostato il lavoro dei giorni nostri”.

Nella targa-ricordo consegnata a Falvo vengono menzionate le innegabili competenze professionali e le non comuni qualità umane.

“Nonostante il magone che circostanze del genere comportano – ha commentato Rizzo - siamo felici di celebrare un altro “pezzo da novanta” del nostro ospedale, tributandogli il saluto e l’affetto di tutti noi per la lunga e fertile attività prestata a favore dei pazienti e della grande famiglia ospedaliera del “Pugliese-Ciaccio”. Spero che assieme ad altri importanti professionisti il dott. Falvo possa dare anche in futuro il suo contributo per mantenere alto il buon nome della scuola medica ospedaliera catanzarese”.