Scajola: legali Chiara Rizzo, ci ha dato spiegazioni convincenti

Calabria Cronaca

"Finora la signora Chiara Rizzo ci ha fornito spiegazioni piu' che convincenti per ogni questione tratta nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere". Gli avvocati di Chiara Rizzo, la moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, sono usciti soddisfatti dopo il primo dei due colloqui fiume nel carcere di Arghillà, dove lady Matacena è detenuta, in vista dell'interrogatorio coi pm fissato per giovedì prossimo. Gli avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi sono stati a colloquio con Chiara Rizzo fino alle ore 15, per studiare le accuse contenute nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere di cui la donna è stata destinataria nell'ambito dell'operazione Breakfast, che ha portato in carcere anche l'ex ministro Claudio Scajola. "Abbiamo ripercorso punto per punto una prima parte dell'ordinanza - hanno rivelato i legali al termine del colloquio - grazie alle risposte della signora si stanno diradando le nubi e chiarendo quelle situazioni che apparentemente sono state interpretate in maniera equivoca".

I legali sono fiduciosi che anche domani il colloquio proseguirà sullo stesso binario. Nel frattempo, questa mattina i due avvocati hanno depositato al gip Olga Tarzia, che ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, l'istanza di immediata liberazione della loro assistita. Nell'istanza i due legali argomentano ritenendo nullo l'interrogatorio di garanzia che si sarebbe svolto lo scorso venerdi', quando Chiara Rizzo si è avvalsa della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio, argomentano i legali, sarebbe nullo in quanto non è stato concesso loro di interloquire con la cliente oltre i 5 giorni massimi previsti dalla legge per il differimento del colloquio con gli avvocati.

I legali, che in quella occasione avevano chiesto al gip, che ha respinto la richiesta, di poter parlare con Chiara Rizzo prima dell'interrogatorio, sostenevano che nei 5 giorni vanno computati anche i 7 giorni che la donna ha trascorso in stato di arresto a Nizza, prima dell'estradizione. Se l'interrogatorio, è la tesi di Bonaventura e Biondi, è nullo, allora non esiste, e se non esiste allora significherebbe che lo stesso interrogatorio di garanzia non sarebbe stato espletato entro i 5 giorni dall'arresto, e in tal caso la legge prevede che la stessa misura cautelare sia caducata. Alla luce del rifiuto del gip in occasione della richiesta di venerdì, è prevedibile che il giudice mantenga la propria linea interpretativa. L'eventuale diniego, in ogni caso, darà il via libera ai legali per ricorrere immediatamente su questo punto al tribunale del riesame. (AGI)

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