Dimissioni Scopelliti, Loiero: scappa dalla nave come Schettino

Calabria Politica
Agazio Loiero

“Sembra che Scopelliti, questa volta, sia intenzionato a dimettersi veramente. Ma perché questo gesto avviene solo adesso dopo un tira e molla durato più d’un mese? Gli abitanti del territorio che in maniera massiccia nel 2010 lo hanno votato, non dovrebbero conoscere il motivo di tanto ritardo? – Lo si legge in una nota a firma dell’ex Governatore della Calabria Agazio Loiero, Autonomia e Diritti -

Ricordo che Scopelliti, appena ricevuta notizia della sentenza di condanna a sei anni, ha affermato che si sarebbe dimesso per evitare che il suo ruolo in rappresentanza dei calabresi apparisse delegittimato. Questo motivo l’hanno ripetuto sui media in parecchi all’interno di Ncd. In particolare Quagliarello. Ma perché fino ad oggi le dimissioni non sono mai state portate a compimento e perché si accingerebbe (il condizionale con Scopelliti è d’obbligo) a farlo solo adesso? La risposta è semplice.

Perché voleva spuntare la sua candidatura alle elezioni europee e agitava a tal fine la minaccia delle dimissioni per farsi appoggiare presso Alfano dai consiglieri regionali del suo nuovo partito. Le dimissioni dunque nulla hanno mai avuto a che fare con la Calabria, i suoi interessi, i suoi problemi. Ma adesso, nel momento in cui che si accingerebbe a compiere tale gesto, Scopelliti vorrebbe raggiungere un secondo obiettivo: farsi votare proprio dai consiglieri che lui, scappando dalla nave per tentare di mettersi in salvo, come il comandante Schettino, manda a casa sei mesi prima del tempo.

Eppure una maniera dignitosa di uscire di scena, dopo la pesante condanna ricevuta, c’era: mettersi da parte in silenzio, (senza accusare la magistratura che fino ad oggi con lui, tutto sommato, non è stata malvagia) in attesa del giudizio d’appello, conferendo l’incarico ad un vicepresidente. Il quale avrebbe gestito la regione fino alla sua fine naturale, per tentare di dare soluzione ad alcuni dei tantissimi nodi irrisolti della sua fallimentare gestione.

Faccio qui una parentesi, se prima d’andare al voto non si approvano alcuni provvedimenti, a cominciare da un’adeguata programmazione dei fondi europei e dalla loro spesa, la nostra regione avrà un terribile destino per i prossimi decenni. A tale problema pratico se ne aggiunge un secondo d’immagine.

In passato mai era avvenuto nella storia del regionalismo calabrese, che il Consiglio venisse sciolto prima del tempo, come mai era avvenuto che lo stesso destino toccasse ad un comune della dimensione di Reggio Calabria. Un particolare che accentuerà la demonizzazione del nostro territorio, che sarà ritenuto insalvabile, sui tavoli che contano. Non si tratta di cosa di poco conto. In entrambi i casi il trauma degli scioglimenti ha luogo per colpa di Scopelliti. E lui per tutta risposta fugge via, tentando di mettersi in salvo da solo in Europa.

Infine un ultimo interrogativo di cucina politica, solo all’apparenza irrilevante. Scopelliti a chi affiderà la vicepresidenza? In tali condizioni di diffusa delegittimazione non si tratta di una scelta che appartiene solo a lui perché lui, con la condanna, quel potere di decidere in solitudine, almeno nei fatti è ridimensionato.

La logica politica vorrebbe che affidasse l’incarico a Giuseppe Gentile, che oltre tutto è il consigliere anziano, al quale la legge affida tale funzione di governo nel caso in cui il presidente non intendesse designare una figura. Fra l’altro Gentile, per gli eventi politici avvenuti negli ultimi tempi e per il fatto di essere l’uomo forte della giunta e del partito, dovrebbe apparire la scelta naturale.

A me, per quello che conta il mio giudizio, non piace, ma riconosco che almeno garantirebbe un poco d’autonomia rispetto alle ingerenze di un presidente decaduto. Ma Scopelliti compirà tale scelta? O questa cadrà su di una figura minore, più flessibile ai desiderata elettorali del candidato alle elezioni europee? Una regione da utilizzare dunque dal Presidente, anche in assenza del Presidente, come una cosa propria.

La Calabria ridotta a piccolo stato asiatico fuori dai confini del mondo democratico. Speriamo che i calabresi se ne accorgano. In questi oltre quattro anni di governo Scopelliti ha fatto tutto quello che ha voluto, infischiandosi dell’opposizione e anche dei suoi alleati.

Quando qualcuno gli faceva notare che certe decisioni avvenivano del tutto scisse dal più elementare codice di democrazia, lui rispondeva che erano stati i calabresi ad affidargli, con il loro voto, la libertà di fare le sue scelte. Poi, tali scelte, le avrebbe sottoposte al giudizio degli elettori. Ecco, adesso il momento è giunto”.


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