LETTERE. Confartigianato: la crisi “morde” Reggio Emilia, cutresi costretti a tornare al “paesello”

Crotone Attualità

Riceviamo e pubblichiamo.

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“La crisi morde e a Reggio Emilia la situazione precipita per molti cittadini della città del Puttino. Siamo in zona Cesarini riguardo alle elezioni e mai si era vista tanta indifferenza nei confronti degli emigrati. È segno che non interessano neanche più i voti. La riconferma della candidatura del consigliere Comunale uscente, Salvatore Scarpino, nonostante sia divenuto impopolarissimo poichè nei lunghi dieci anni ha disertato tutte le iniziative promosse da chi lo aveva votato, potrebbe essere la riprova che in sala Tricolore hanno deciso di sbarazzarsi una volta per tutte della rappresentanza calabrese. C’è chi prova a tornare al “ paesello natìo” ma il clima non è dei migliori. Sono molti i cittadini Cutresi che negli ultimi anni hanno provato a rientrare senza resistere alla litigiosità degli amministratori, alla differenza dei servizi e all’indifferenza di classi dirigenti regionali, provinciali e comunali scadenti che li hanno indotti nuovamente a mollare per tornare nella città del tricolore.

E c’è chi invece non si arrende. Emiliano, Emiliano è il nome di battesimo. È tornato circa un anno fa da Reggio Emilia per provare ad affermarsi nella città dove è nato. È un lavoratore tenace e riesce a lavorare quasi per un anno come imbianchino. Da poco ha fatto anche il trasloco da Reggio a Cutro per trasferirsi definitivamente. Ha deciso di fare il cenciaio e raccogliere il ferro. Un’ attività in cui crede. Vuole mettersi in regola ma in comune una miriade di impiegati, buona parte senza una qualifica specifica e molto spesso impegnata a cazzeggiare con telefonini e whatsApp, non riesce a dargli le informazioni giuste per poter avviare la sua nuova attività. In comune si reca più volte, perdendo le giornate lavorative ma tutto si conclude con un nulla di fatto. La fragile giustificazione è che manca Rosetta Brugnano, l’impiegata dell’ufficio commercio.

Emiliano segue la strada del “Comparaggio” ed è così che l’amico del compare lo indirizza verso la segretaria generale. L’appuntamento è per Venerdì. Ma anche questo appuntamento sfuma. La Segretaria quel giorno è di festa perché si sposa il figlio ed è così che si rivolge alla vicesegretaria che prontamente prende appunti e suggerisce l’ufficio tecnico, ma nell’ufficio tecnico l’ingegnere, unico competente è fuori per lavoro. Nessun’altro ci può aiutare poiché l’atto non è di loro competenza. Il povero Emiliano ha bisogno di un’autorizzazione o forse un semplice formulario. A Reggio Emilia lo stesso documento lo aveva ottenuto nel giro di qualche minuto. Che dire? A nulla sono valsi i convegni degli ultimi mesi tra Cutro e Reggio Emilia per evidenziare la triste storia degli emigrati di Cutro in terra emiliana. A nulla sono valse le manifestazioni e le grida di lavoratori che si battono per difendersi il lavoro con dignità.

Le difficoltà dell’accesso al credito, la mancanza dei servizi più elementari, l’inerzia degli addetti ai lavori fa cadere questi lavoratori nello sconforto. Si preferisce perseverare sulle parate festaiole pseudo culturali che non portano nessun beneficio. A molti sfugge che questi lavoratori con le loro attività commerciali sono il motore dell’economia del nostro paese, sono quelli che producono la ricchezza reale, sono quelli che sostengono gli anziani e permettono i servizi e mantengono anche il centinaio e forse più dipendenti dello stesso comune che non è in grado di produrre un semplice formulario per poter lavorare.

La lotta per tutelare questi lavoratori non si ferma qui. La proposta è quella di organizzare un incontro con l’amministrazione comunale, le banche e le associazioni di categoria per facilitare l’acceso al credito a questi lavoratori per rilanciare le loro attività. Nell’occasione sarebbe il caso di rivalutare le qualifiche degli impiegati comunali in eccesso per impiegarli realmente in attività sociali.

Antonio Migale e Gianni De Simone, Confartigianato Cutro


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