CGIL Calabria su ritardi nell’attuazione dei Fondi Europei

Calabria Attualità

“L’allarme sollevato dall’Unione Europea circa i ritardi nell’attuazione del programma fa giustizia dall’atteggiamento sbandierato dalla Giunta nella seduta ad hoc del Consiglio Regionale, e i passi in avanti determinati dal sostegno della task force potevano avere risultati maggiori se fosse stata attivata, come sollecitato dalla CGIL, un anno prima. - È quanto si legge in una nota della Segreteria Regionale della CGIL Calabria- Tutto ciò dipende dalla scarsa capacità politica di governo della macchina amministrativa e tecnica, dall’insufficiente preparazione della stessa macchina e dalla eccessiva frammentazione dei progetti nonostante l’azione di riprogrammazione dei fondi operata dall’ex ministro Barca.

Tutto ciò lascia prevedere che molti dei Fondi non spesi potrebbero essere persi anche in considerazione della crisi politica che si è aperta a livello regionale.Il nuovo Documento di Orientamento Strategico, votato dalla Giunta e presentato qualche giorno fa a Catanzaro,, contiene gli stessi limiti e inadeguatezze e insufficienze che ne fanno un documento velleitario e conservativo allo stesso tempo.

In questo documento si riflette la crisi di idee della politica regionale, dei problemi strutturali dell’economia della società calabrese. – Prosegue la nota -Un’insufficiente analisi delle difficoltà e dei problemi incontrati nella gestione del vecchio programma. La politica di questa Giunta, la sua crisi, la fa succube dello staff tecnico preposto alla elaborazione del documento strategico e che con tutte le buone intenzioni è incapace di delineare una strategia nuova e credibile per la Calabria, dopo più di cinque anni di crisi economica e finanziaria.

Invece della concentrazione, in pochi e qualificati progetti strategici alcuni anche di carattere interregionale da concordare con il Ministero dello Sviluppo ripropone la frammentazione supportata da una coalizione di interessi affaristici, clientelari, professionali, speculativi che ha già segnato negativamente la storia dei precedenti Fondi Comunitari e che non sono serviti a migliorare le performance produttive e occupazionali e a diminuire il divario.

La CGIL si batterà, in sede locale, nazionale ed europea, per stabilire diverse priorità e sulla concentrazione di progetti strategici che puntano ad una idea diversa della modernizzazione e della qualità sociale della vita e della legalità, che facciano perno sui giovani, sui lavoratori, sulle imprese innovative, sugli apparati della ricerca della formazione e della cultura e su un diverso rapporto tra ceti professionali e le risorse pubbliche. Per fare tutto ciò è necessario che la politica ritorni ad avere una funzione di comando e non di subalternità ai “tecnici”. – Conclude la Cgil - C’è bisogno di una svolta profonda, la qualcosa non si delinea in questa bozza approvata.”