Usura, minacce di morte e aggressione: 4 arresti a Cosenza

Cosenza Cronaca

Nell'operazione “Arma Non Convenzionale” della Compagnia Carabinieri di Rende che ha eseguito 4 ordinanze emesse dalla D.D.A. Catanzaro, gli arresti scaturiscono dalla denuncia di un imprenditore che, non riuscendo a restituire un prestito di 5000 euro contratto con presunti usurai, nel 2012, sarebbe stato minacciato di morte, picchiato con una mazza da baseball e costretto ad una scrittura privata per la vendita della casa.

In manette sono così finiti Roberto Porcaro, 30 anni, sospettato di appartenere alla cosca Lanzino; Antonio Basile, pregiudicato 30enne, entrambi di Cosenza, Maurizio Basile, 59 anni e Alberto Fioretti, pregiudicato di 37 anni, entrambi di Castrolibero. I quattro sono accusati a vario titolo di estorsione, usura, minaccia, aggressione, detenzione e porto di armi in luogo pubblico con l’aggravante del metodo mafioso e dello stato di difficoltà economica della vittima.

I FATTI | Maurizio Basile avrebbe erogato un prestito di 5.000 Euro ad un imprenditore di servizi di manutenzione nella primavera del 2012, da restituire a rate di 750 euro mensili, ricevendo in garanzia un assegno di 5.000 Euro e successivamente 5 assegni di 1.000 Euro, 8 rate per complessivi 6.000 Euro, 2.000 euro dalla vendita di un Fiat Doblò. Roberto Porcaro, a Dicembre 2013, avrebbe chiesto per conto di Maurizio Basile di estinguere il debito pagando 7.000 euro e la cessione di armi (2 fucili da caccia Cal. 12) della vittima, minacciandolo di morte; poi, nel gennaio 2014 Antonio e Maurizio Basile avrebbero schiaffeggiato la vittima per ottenere i soldi; a febbraio Antonio Basile avrebbe così ricevuto dalla vittima, 800 euro e 400 euro a titolo di interessi.

I presunti usurai avrebbero applicato un tasso del 10% mensile. In un episodio la vittima sarebbe stata minacciata telefonicamente che lo stavano aspettando sotto casa per spezzargli gambe e braccia, costringendolo a non fare ritorno a casa; in un altro uno dei quattro si sarebbe introdotto nell’abitazione della vittima, forzando la finestra del soggiorno.